La Mail Art è una corrente artistica con forti componenti
sperimentali, definitasi nella scia dello sviluppo tecnologico
degli anni '60 e nel clima di entusiasmo creativo che ruota
attorno a vari movimenti concettuali di quegli anni, in particolare
il gruppo Fluxus, eterogenea corrente pluriculturale di carattere
internazionale tendente all'ibridazione di tutte le forme
d'arte per un'arte globale senza confini.
La Mail Art nasce quasi per gioco, quando nel '62 l'americano
Ray Johnson, poi suicidatosi nel '95 tuffandosi nelle acque
del Sag Harbor, nello stato di New York, comincia a spedire
per posta nel mondo le sue opere, che viaggiando si arricchiscono
di significato con i timbri, i francobolli, gli adesivi, le
buste, testimonianze di un viaggio che finisce per fare parte
dell'opera stessa: l'adesione a questa originale iniziativa
è ampia ed immediata, tanto che si forma rapidamente
una vera e propria rete artistica internazionale di Mail-artisti
appartenenti a varie discipline.
La Mail Art si struttura in modo progettuale solo qualche
anno più tardi, grazie all'azione di On Kawara: con
i suoi due "progetti", " I got up " del
1969 e "I am still alive" del 1970, egli propone
una forma d'arte affidata ad un messaggio immateriale (con
più di qualche analogia con l'odierno concetto di "virtualità")
che trova la sua essenza nella comunicazione stessa, indipendentemente
dal suo contenuto.
E' evidentemente una forma d'arte che, proprio per la sua
struttura, facilita l'interscambio intellettuale fra artisti
di vario genere (arte visiva, poesia, musica ecc.) anche se
logisticamente lontani, e ben presto si formano gruppi internazionali
che si organizzano in associazioni, tengono mostre, conferenze,
seminari, costituendo anche un Archivio Internazionale Mail
Art: in seguito, ai canali tradizionali si affiancano in misura
sempre più vasta quelli via fax o e-mail, questi ultimi
particolarmente incentivati da internet, cosicché le
opere possono essere efficacemente integrate da ipertesti
e compiere un significativo salto di qualità, anche
dal punto di vista strettamente concettuale, collocandosi
all'interno di un circuito artistico internazionale multimediale
di straordinario potere comunicazionale.
Nel vasto campo della net-art, dell'arte digitale, quindi,
si annovera oggi anche la E-Mail Art , che sfrutta le stesse
tecnologie digitali e si propone come un fenomeno culturale
ormai di dimensione storica, senza barriere, democratico ed
accessibile a tutti, in grado di proporre ai viaggiatori della
rete progetti sempre nuovi.
Sulla base di stimolanti scambi creativi nel confronto di
esperienze artistiche diversificate, si afferma così
un'idea di arte allargata ed anche provvisoria ed effimera,
che basa la sua esistenza sulla fruizione, senza la quale
cessa di esistere.
La radice teorica della Mail Art si rintraccia nelle sperimentazioni
avanguardiste soprattutto di impronta dadaista (si pensi a
Duchamp e a Schwitters con i suoi accumuli) per ciò
che riguarda il disinteresse per il contenuto dell'opera,
e futurista (Balla, Cangiullo o Depero), per ciò che
riguarda l'esaltazione della tecnologia, mentre, relativamente
ai movimenti più recenti, essa ha rilevanti analogie
con la Pop Art, il Nouveua Réalisme, con l'arte concettuale
e l'arte comportamentale.
La Mail Art , si possa o meno considerarla arte, ha comunque
un sostanziale contenuto idealistico, è veicolo di
un messaggio polemico nei confronti del concetto restrittivo
di galleria d'arte e di mercificazione dell'opera, che ha
largamente inquinato il mondo artistico moderno: le opere
di Mail Art viaggiano liberamente per il mondo, in un continuo
processo di autogenesi e vengono "donate" ai fruitori,
in quella che Ken Friedman, uno dei pionieri di questa tendenza,
ha definito "una vorticosa girandola di spedizioni e
di eventi".
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