Nel 1945 Dresda venne ripetutamente bombardata dalla Raf
e dagli americani; sotto le bombe, che furono descritte in
Mattatoio n. 5, singolarissimo romanzo di un testimone diretto,
l'americano Kurt Vonnegut, caddero decine e decine di migliaia
di civili, caddero le mura di case, palazzi e chiese, caddero
quasi totalmente le due architetture più celebri della
capitale sassone, lo Zwinger e il teatro dell'Opera, la Semper-Oper,
entrambi ricostruiti dopo la guerra. Nei padiglioni dello
Zwinger, costruiti in epoche diverse da architetti come Matthäus
Daniel Pöppelmann e Gottfried Semper, hanno sedi collezioni
d'arte e artigianato straordinarie e tra queste la Pinacoteca
di Dresda, che ospita uno dei quadri più celebri di
tutta la storia dell'arte, la Madonna Sistina di Raffaello.
Nel cortile maggiore dello Zwinger, oggi tornato a un'eleganza
quasi struggente, suona il novecentesco carillon delle ore
a pochi metri dalla grande e celebre Opera di Semper [Fig.
2], e centinaia di turisti spesso distratti osservano la perfezione
senza vederla e scivolano verso la dolcezza della Brühlsche
Terrasse, il «balcone d'Europa» che corre lungo
il fiume.
Non lontane da questo nucleo di capolavori sfilano le anonime
costruzioni della vecchia Ddr, per fortuna oggi ripulite dal
grigiore dei fumi incontrollati, spesso trasformate o riciclate
in grandi magazzini, alberghi, negozi, caffè e ristoranti.
E sempre a pochi passi dal corso del fiume, stavano fino a
pochi anni fa i detriti della Frauenkirche, una montagna di
pietre e terra accatastata davanti a un immane brandello di
muro, una specie di fetta rimasta in piedi della vecchia chiesa
barocca, la chiesa-teatro, la Notre Dame di Dresda, la Chiesa
della Signora, la Frauenkirche appunto.
Chi vide quei resti negli anni Novanta [Fig. 3], poco dopo
la fine della cortina di ferro, ragionevolmente si domandava
se avesse senso ripartire da lì per ricostruire la
chiesa, come la cittadinanza desiderava e come insistentemente
chiedeva alle istituzioni; ma oggi davanti alla Frauenkirche
nuova, nuovissima eppure antica, i dubbi spariscono, perchè
quest'oggetto architettonico stravagante e lucido, nel quale
si avverte quasi tangibilmente l'orgoglio della città
ricostruita, è davvero ritornato a vivere grazie al
denaro di una fondazione popolare e all'abilità tecnica
di centinaia di professionisti.
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