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Il termine Neo-espressionismo definisce un movimento
culturale che interessa sia l'Europa che gli Stati Uniti verso
la fine degli anni Sessanta, individuato dal riemergere di caratteristiche
dell'Espressionismo storico di matrice tedesca nell'attività di più
artisti in più nazioni, specie in Germania, dove operano Auerbach, Baselitz, Bomberg, Boyd, Clemente, Frink, Kiefer, Schnabel.
In Italia la corrente, legata al movimento tedesco,
si svilupperà in epoca seguente, prenderà il nome
di Transavanguardia e avrà
come massimi rappresentanti Sandro Chia, Enzo Cucchi, Francesco
Clemente, Mimmo Paladino, ufficialmente presentati con De Maria
da Achille Bonito Oliva nel 79.
Il Neo-espressionismo prende vita come rivisitazione ciclica
del primo espressionismo tedesco ed è un chiaro ritorno
alle fonti della figurazione, riletta con una forte coscienza
della contemporaneità, non scevra tuttavia da più
o meno dichiarate nostalgie nazionaliste, come ipotizza Jean
Clair; scrittore, critico, curatore di famosi musei e di molte
celebri mostre ("La responsabilità dellartista,
le avanguardie tra terrore e ragione"), egli smonta il
mito dell'artista ribelle e "contro", ipotizzando
più o meno consapevoli collegamenti con qualche lato
oscuro del recente passato. |
La carica evocativa del Neo-espressionismo è presente
soprattutto in Germania, dove è ancora forte la memoria
dell'Espressionismo e dove le nuove generazioni sentono il
bisogno di prendere le distanze dal passato di orrori costituito
dal recente conflitto, denunciando così che la questione
della "nazionalità" comincia ad assumere
un peso rilevante, legato alla storia e alla cultura tedesca.
Così Anselm Kiefer, mischiando elementi reazionari
ed elementi d'avanguardia, propone molteplici versioni del
tema dell'olocausto, in grandi tele tetre e violente, dalla
tecnica particolare; in Markus Lüpertz prevale
un linguaggio più tradizionale con accenni classicisti
che richiamano ambiguamente certa architettura del Terzo Reich; Georg Baselitz, che sente il fascino dell'astrattismo di
Pollock e del violento cromatismo di Van Gogh, realizza i
suoi famosi quadri con immagini capovolte, contemporaneamente
figurativi ed astratti, mezzo per assumere un atteggiamento
più distaccato nei confronti del contenuto dell'opera.
In America è personaggio di spicco Julian Schnabel,
noto soprattutto per i suoi "plate painting", dipinti
realizzati su superfici di frammenti di ceramica, materiale
dal quale fu affascinato durante una sua visita al Parco Guell,
progettato a Barcellona da Antonio Gaudì, permettendogli
questo sistema di avvicinarsi alla poetica dell'automatismo
psichico del Surrealismo
grazie alla indeterminatezza del risultato pittorico finale,
sovrapposto ad uno sfondo già di per sè decorato.
Comunque resta carattere fondamentale del Neo-espressionismo
americano una più o meno stretta relazione con l'Assemblage
e soprattutto con l'Espressionismo
astratto , come accade nelle opere di Donald Sultan, David
Salle, Susan Rothenberg.
L'opera di Donald Sultan ha anche forti agganci con l'informale
materico, per l'uso di materiali da collage, quali la masonite
e il linoleum, molto spessi, poi trattati a fuoco ed integrati
con intrusioni di catrame e stucco, ottenendo una superficie
su cui dipingere: si tratta di un linguaggio sofferto, in
cui si avverte la lotta con la materia, il disagio, l'ostilità
psicologica verso una società sulla quale il commento
dell'artista è amaramente critico.
David Salle ha chiare dipendenze da un substrato culturale
più specificatamente americano, specialmente dalla
Pop Art, e si avvale abbondantemente
di immagini desunte dalla pubblicità degli anni '40-'50,
caratterizzate da una certa ingenuità di linguaggio,
stratificate e ricomposte secondo una tecnica molto vicina
a quella di Robert Rauschenberg.
Fra i tre, quello di Susan Rothenberg appare il contributo
più profondo e più sentito, essa stessa descrive
il processo attraverso il quale realizza i suoi dipinti non
come un'operazione visuale, ma "davvero viscerale...",
con tendenza ad una più o meno decisa astrazione con
accenti segnici, in un linguaggio raffinato dove l'immagine
ben definita risalta su sfondi pressochè monocromi:
essa dice di sé: "Identifico fortemente il
contenuto del mio lavoro con la spiritualità, con un
impulso religioso universale".
Si possono collocare nella corrente del Neo-espressionismo
anche alcuni pittori inglesi, dei quali il più significativo
è Lucian Freud, pittore della figura, espressivo di
quel rinnovato interesse per la figurazione che vuol significare
anche rivalutazione della grande tradizione ritrattistica
europea, associata ad una mancanza di idealizzazione tutta
espressionista, e Frank Auerbach, tedesco naturalizzato inglese:
legato al Vorticismo
di David Bomberg, Auerbach ne porta all'estremo la tecnica,
in una progressiva, sofferta identificazione con la cosa rappresentata,
emergente agli occhi dell'osservatore dal groviglio di una
tela abrasa, tormentata, intricata, che restituisce a fatica
e lentamente l'immagine impressa.
Leon Kossoff dipinge di preferenza zone degradate della periferia
di Londra, con tratti a volte naïf a volte tradizionali,
con dense pennellate di pittura coagulata, quasi ossessionato
dalla laboriosa trasformazione che l'artista deve compiere
per rappresentare la realtà in termini di arte, affermando
che "disegnare è fare un'immagine che esprime
impegno e coinvolgimento....".
Chiude questo sintetico excursus Howard Hodgkin, pittore
minutamente laborioso, dal linguaggio simbolico ed enigmatico,
di impronta controllata e classica.
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