All'inizio del 1980 debutta con una collettiva
alla Galleria Civica d'Arte Moderna di Bologna, dal titolo "Dieci
anni dopo: i Nuovi- Nuovi" , un gruppo di artisti italiani
di cui è mentore il critico Renato Barilli, promotore
del gruppo di mostre "Anniottanta" che parte proprio
da quella città.
Si tratta di un gruppo stilisticamente non molto omogeneo,
riferibile genericamente alla corrente post-moderna, con richiami
al concettuale e al comportamentale, che comprende artisti
definiti "iconici" o "Nuovi primitivi",
ed altri "aniconici", che utilizzano tecniche disparate
(anche l'elettronica ed i mezzi digitali), con frequenti irruzioni
in campi estranei alla arti visive (letteratura, musica),
secondo un ecclettico concetto di arte totale molto attuale
sia allora che oggi, per creare opere nelle quali convivono
modernità e tradizione, citazioni colte demistificate
attraverso modalità proprie del mondo dei fumetti e
della pubblicità, talvolta con un ricercato effetto
kitsch.
Che nello stesso periodo, fine anni '70, inizio '80, in Italia
si sviluppino, contemporaneamente ai Nuovi Nuovi, il Post-
moderno e la Transavanguardia,
non è certo casuale: tutti e tre i movimenti sono infatti
riconducibili, anche se avranno sviluppi profondamente diversi,
all'esigenza di rifondare l'arte moderna su valori concreti,
non importa se tradizionali ed in un certo senso restaurativi,
magari tornando alla figurazione, come fanno i neo-espressionisti sia europei che americani, o rivisitando la passata tradizione
culturale, come fa preferibilmente l'Europa, ed in particolare
l'Italia, appunto, essendo un paese in cui la tradizione artistica
è particolarmente ricca e significativa.
Mentre i transavanguardisti di Bonito Oliva, Chia, Cucchi,
Clemente, Paladino, De Maria, rappresentano la frangia più
marcatamente europea, con agganci al neo-espressionismo tedesco
e alla sua carica drammatica, e Carlo Maria Mariani impersona
la corrente più anacronisticamente manieristica con
venature surrealiste, i Nuovi Nuovi si collocano a metà
strada fra i due precedenti gruppi, accentuando i toni surrealistici
e rendendoli con più dichiarata ironia (alcuni artisti
del gruppo sono anche affermati disegnatori di fumetti).
Quando Luigi Ontani dice: "La mia citazione è
sempre a memoria, quindi in qualche modo elastica o addirittura
maccheronica o sgrammaticata", sintetizza efficacemente
lo spirito di questo gruppo di artisti che intendono ripristinare
il concetto edonistico di un'arte che sia anche gioco, divertimento
e sorprendente invenzione, non disdegnando l'impegno in zone
di confine tra arte "seria" e arti "minori",
perchè la creatività non conosce confini e catalogazioni.
Del gruppo fanno parte, fra i tanti, Marcello Jori, Giuseppe
Maraniello, Vittorio Messina, Luigi Ontani, Aldo Spoldi, Wal,
Giuseppe Salvatori, Felice Levini.
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