Magico Primario, che trae la sua denominazione
da una omonima mostra del 1980, è un movimento inquadrabile
nell'ambito del filone del post-modernismo, un fenomeno che
verso gli anni '80 si differenzia in varie correnti di diversa
declinazione, tutte ad impronta citazionista e figurativa, come
i Nuovi Nuovi di Renato Barilli, gli Anacronisti di Maurizio
Calvesi, i Nuovi Selvaggi della Transavanguardia di Achille
Bonito Oliva, nei termini o di una rigorosa rivisitazione dei
temi classici o di una loro interpretazione ironicamente
sgrammaticata.
Alla base, in ogni caso, c'è il tentativo di superare i concetti ormai
logori di eredità avanguardista nell'esigenza di rifondare
l'arte moderna su valori concreti, non importa se tradizionali
ed in un certo senso restaurativi, tornando alla tradizione
ed alla figurazione.
Teorico del movimento, nato ufficialmente nel 1982, è
Flavio Caroli, oggi ordinario di Storia dellArte Moderna
presso la facoltà di Architettura del Politecnico di
Milano, Responsabile Scientifico di Palazzo Reale a Milano,
acuto indagatore dei modelli culturali, delle utopie, delle
nevrosi degli anni '80, "scintillanti di passioni e di
ansie".
Gli artisti aderenti al movimento sono Ubaldo
Bartolini, Omar Galliani, Luigi Mainolfi, Aldo Spoldi, Salvo,
Luciano Castelli, Nino Longobardi, Gianfranco Notargiacomo,
Marcello Jori, quest'ultimo anche nel gruppo dei Nuovi-Nuovi.
In seguito Caroli dirà: "...Quando parlavo di
"Magico" io alludevo fondamentalmente alla possibilità
di una nuova Bellezza e di una nuova Seduzione, dopo le astinenze
del Concettuale.... Quando parlavo di "Primario",
alludevo alla ricerca di entità archetipiche annidate
da sempre nel cuore dell'uomo, e tanto più destinate
a essere dissepolte quanto più ci si inoltra nella
grande pellicola, o nella grande insignificanza, del consumo.
La cosa ha avuto la sua diffusione e fortuna, il che, naturalmente,
è stato ottimo sintomo di autenticità".("Dall'altrove"
di Flavio Caroli )
È caratteristica degli anni '80 il proliferare di
movimenti di reflusso (i molti neo- ecc) a denunciare una
crisi di identità dell'arte moderna, che a volte si
rifugia in una ricerca storica molto vicina ad una fredda
analisi linguistica, a volte, come nel caso del Magico Primario,
recupera il dato emotivo all'interno di una figurazione colta
ma non culturale, dove la citazione è finalizzata ad
un corto circuito emotivo tra passato e presente, dove si
intrecciano tempo e memoria, come nell'opera di Gianfranco
Notargiacomo, forse il più rappresentativo esponente
del movimento.
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