Ubi fluxus ibi motus (mostra alla
Biennale di Venezia,1991)
Il termine Fluxus, che significa flusso e sottende un concetto
di "movimento verso", sta a designare una corrente
di pensiero che si dà come fine un risultato soprattutto
etico, raggruppando artisti di varia tendenza accomunati dalla
volontà di giungere ad una espressione artistica liberata
da ogni convenzionalismo e suddivisione di categoria. Riaffiora
il concetto di un'arte totale, che sintetizzi tutte le arti
(arti visive, musica, teatro, letteratura, design e arti minori
ecc.) in modo complementare, rispettando di ciascuna la struttura
linguistica e la specificità del medium espressivo
adottato. Fluxus non propone quindi teorie proprie, agendo
con la sua azione innovatrice non sulle modalità dei
singoli linguaggi ma sulle loro possibilità di interazione,
in una sorta di catena globale in cui la parola d'ordine è
"interdisciplinarità".
Nato nel 1962, ad opera di George Maciunas negli USA, in
una società non gerarchizzata e non burocratizzata, giovane
e priva di ingombranti retaggi culturali, questo movimento
ha le sue radici in manifestazioni d'avanguardia come l'happening
e nelle sperimentazioni musicali di John Cage: su quella scia, promuove l'idea
di un'arte ibrida ed in un certo senso indeterminata, alla
ricerca di strumenti nuovi che la relazionino con la vita
e ne permettano una più ampia comprensione, attraverso
la simbiosi prima tra le varie forme espressive e poi tra
realtà e creazione artistica (viene negata la distinzione
fra arte e non-arte, "L'art est pas art", Ben Vautier,
1963).
Fluxus è quindi, come già il Dadaismo, non una
dottrina, ma un atteggiamento verso la vita ed anche verso
l'arte, che perde la sua aureola di sacralità e diviene
ironia, invenzione, gioco "a-simbolistico, antiespressionistico,
non informale ma libero nella forma" (Tomas Schmit, "Art and Artists", 1972), un'arte semplice,
aperta alla casualità ed all'improvvisazione, non intenzionale,
flessibile anche nella struttura organizzativa, entro la quale
non emerge una vera e propria figura carismatica.
In Europa il terreno per accogliere il messaggio di Fluxus
era già stato preparato da varie correnti avanguardiste
che, su basi autonome, sulle tracce del Dadaismo, avevano affrontato
il problema dell'interdisciplinarità e del rapporto
arte-vita, come il Nouveau Réalisme, New Dada, Cobra,
Internationale Situationniste, Zero, il che permise, fatte
salve differenze anche non irrilevanti, una indolore commistione
fino ad una sostanziale comunione di intenti tra gli artisti
dei due mondi, Brecht, Nam June Paik, Ono, Vostel, Watts e
tanti altri da una parte, Ben, Spoerri, Vostell, Beuys sul
versante europeo, per citare i più importanti della
nutrita schiera.
Posizionandosi in un periodo di vero e proprio salto evolutivo
per ciò che concerne la comunicazione e la percezione
della realtà a seguito dell'avvento dei mezzi televisivi
(Nam June Paik fu un innovativo video-artista), Fluxus esprime
la progressiva dematerializzazione dell'immagine e quindi
dell'arte, che trova la sua essenza non più nell'essere,
ma nell'accadere e nel divenire e si trasforma da oggetto
in evento: per questo motivo gli artisti di Fluxus si esprimono
con happening, performances, filmati, concerti e festival,
eventi occasionali senza apparente pianificazione, oltre che
con assemblages che ricombinano oggetti quotidiani secondo
modalità casuali, differenziandosi in ciò dal
Dadaismo, nel quale è presente una intenzionalità
verso un risultato estetico dell'oggetto manipolato nel suo
significato attraverso la decontestualizzazione.
Fluxus si sviluppa al di fuori di scuole, accademie, gruppi
coordinati, in un percorso "fluttuante" che contamina
come una irrinunciabile costante il processo di genesi di
tutta l'arte, è un polo di attrazione per moltissimi
artisti in tutto il mondo, è una corrente di energia
di valenza mentale ed universale che non conosce confini,
tanto che molti artisti come Dine, Oldenburg, Kaprow, De Maria,
Morris, Ridder, Rot ed altri pur senza alcun legame reale
con Fluxus possono essere considerati espressivi dello spirito
di questo movimento, inquadrabile più nella psicologia
dell'arte che nella sua storia.
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