Si definisce Public Art una forma artistica che
concentra la sua ricerca sul concetto di site specific, inteso
come contesto entro il quale l'opera si colloca legandosi alla
sua specificità: il rapporto opera d'arte-luogo viene
quindi visto nella rigorosa ottica della pertinenza dell'una
rispetto all'altro.
Il termine è stato coniato negli anni '60, nei paesi
anglosassoni, in Francia, in Germania, intendendo dapprima
definire una forma d'arte "pubblica" in quanto promossa
dalle pubbliche amministrazioni, con l'intento di realizzare
opere di riqualificazione del territorio, di riassetto urbanistico
di aree degradate, di urban design ecc.
Proprio per la vastità e la indefinitezza del suo ambito,
Public Art ha finito per assumere svariate sfumature di significati,
divenendo social art, community art e altro ancora, fermo
restando in ogni caso il riferimento al luogo: la Public Art
interviene in un luogo che appartiene alla comunità,
deve del luogo preservare la specificità, la storia,
la memoria, il significato reale o conferitogli dalla gente
che lo frequenta, caricandolo di attribuzioni comunicabili
alla comunità ed accessibili alla sua comprensione
su un piano simbolico o psicologico, stabilendo un contatto
con i cittadini e mettendosi in un certo senso al loro servizio
(si parla anche di "arte come servizio").
Va rilevato che negli ultimi decenni l'evoluzione delle teorie
urbanistiche, di pari passo con i cambiamenti storico-sociali
e politici, ha generato nuove tipologie e nuove forme progettuali
dello spazio pubblico, concepito sempre più elasticamente
in funzione delle esigenze della collettività dei fruitori
e sempre meno come spazio delegato a scopi rigidamente pianificati,
così come, in parallelo, l'architettura moderna ha
visto il proliferare di costruzioni con destinazioni d'uso
fino a poco tempo fa inesistenti, come gli autogrill, i shopping
center, le aree del tempo libero, le strutture di quelli che
oggi vengono genericamente definiti non-luoghi (definizione coniata da Marc Augé),
nuove tipologie urbanistiche in cui convergono le linee di
flusso di una nuova umanità composta da individui "simili
ma soli", anonimi gli uni per gli altri.
Alla ricerca delle maggiori possibilità di contatti,
la Public Art inventa nuove modalità espositive, esce
dai luoghi tradizionali, dai contenitori deputati come musei
e gallerie, per andare incontro alla gente che non frequenta
né musei né gallerie, nelle stazioni, negli
spazi pubblici, nei punti nodali di transito, nei luoghi della
comunità, appropriandosi talvolta degli strumenti della
comunicazione pubblicitaria e massmediatica.
In questo nuovo scenario urbanistico, in un progetto multidisciplinare
che coinvolge l'arte e l'architettura, appare definitivamente
superato l'obsoleto concetto del monumento e ciò che
ad esso è legato, l'idea di un'arte autosufficiente,
autoreferente nel suo significato, autonomamente progettata,
a beneficio di un'idea nuova di arte come forma comunicativa
e come strumento di incentivazione e mediazione delle relazioni
interpersonali, elemento di aggregazione comunitaria, talvolta
in forma temporanea, in grado di svolgere un ruolo attivo
nelle dinamiche culturali e sociali della realtà in
cui si colloca: l'artista diviene così una figura nuova,
integrazione di varie funzioni di servizio economico-sociale-culturale,
in grado di attivare, attraverso l'intervento artistico, processi
complessi di integrazione sociale e territoriale.
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Public Art e Architettura
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