Il Neoconcretismo è un movimento internazionale
degli ultimi anni '50, improntato ad un sostanziale razionalismo
sia concettuale che formale, idealmente derivato dai movimenti
avanguardisti più costruttivi e progettuali come il Cubismo,
il Costruttivismo, il Neoplasticismo e la Bauhaus di Weimar,
con significativi prodromi nel MAC, il Movimento per l'Arte
oncreta, di matrice italiana e di pochi anni precedente, oltre
che con "Color Field Painting e Hard Edge Abstraction,
due movimenti americani.
Sono comunque sottili le linee di demarcazione tra molti movimenti
di questo periodo, specie europei, percorsi trasversalmente
da istanze simili a quelle del Neoconcretismo, come GRAV, il
Gruppo Forma 1, Il Gruppo T e il Gruppo N, Nouvelle Tendence ed altri ancora, con particolare interesse per la ricerca ottico-cinetica e la fenomenologia visiva, il che allarga notevolmente il significato
del termine che, più propriamente, si potrebbe definire
una vasta tendenza generale ad impronta astratto-geometrica,
oppositiva nei confronti dell'informale, del gestuale e del
tachisme.
Fine etico del Neoconcretismo è il miglioramento non
tanto delle condizioni di vita della contemporaneità,
quanto il potenziamento delle possibilità individuali
di approccio ed analisi della realtà stessa, mirando
esso ad affinare le capacità percettive del singolo
dal punto di vista ottico, visivo e cinetico ed assolvendo
quindi nei confronti del pubblico un ruolo essenzialemnte
educativo e didattico a carattere quasi scientifico.
Anche se non è irrilevante il rischio che il Neoconcretismo
possa scadere nella fatuità del gioco visivo fine a
sé stesso, nel divertimento ottico, nella sterilità
formale, è innegabile che la ricerca visuale di quegli
anni ha ribaltato il concetto di un'arte che, da una passiva
contemplazione, evolve in un processo dinamico da cogliersi
nel suo accadere, nel quale il funzionamento, la concatenazione,
il processo costruttivo dell'opera costituiscono il fatto
fondamentale e spostano l'attenzione dell'osservatore dall'oggetto
all'informazione che esso trasmette.
L'osservatore assume, come mai prima, un ruolo attivo, è
coinvolto in prima persona, non deve solo osservare visivamente,
ma deve pensare, elaborare, introitare il messaggio dell'opera,
acquisire coscienza di ciò che gli sta davanti e del
suo significato, non necessariamente consolatorio o rassicurante.
L'opera neoconcreta, spesso ambigua, mutante in funzione dello
spostamento del punto di vista dell'osservatore, con effetti
optical e cinetici, esige infatti una partecipazione attiva
che diviene una vera e propria compartecipazione creativa
in quanto dipendente dall'esercizio volontario delle facoltà
ottico-percettive dello spettatore e dalla sua capacità
di completare l'opera stessa attraverso una sua percezione anche psicologica.
La tecnologia riveste, nell'arte neoconcreta, una fondamentale
importanza, l'elettricità, la luce, il magnetismo,
gli ingranaggi meccanici fanno parte integrante dell'opera
che, proprio perchè include tra i suoi codici comunicativi
il movimento e la mutevolezza, è in grado di coinvolgere
l'ambiente conglobando lo spazio circostante nel quale anche
lo spettatore è immerso: si amplifica così l'effetto
di comunione totale tra opera e fruitore in un rapporto inusuale
nel quale le regole precostituite vengono ribaltate dall'instaurarsi
di rapporti illusori ed il concetto stesso non solo di arte,
ma di realtà visibile viene proposto e recepito alla
luce di un senso critico e di una libertà mentale del
tutto nuovi.
Munari, Dorazio, Accardi, Turcato, Castellani, Vasarely,
Albers, Stella, Newman, Reinhardt, molti e di varia nazionalità
gli artisti che si possono definire neoconcreti e che hanno
condotto con spirito libero la loro ricerca e la loro riflessione
attorno all'arte, ma soprattutto attorno all'uomo.
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