Negli anni '70/'80 si diffonde in Italia un movimento
che prende il nome di Anacronismo, sostenuto dal critico d'arte
Maurizio Calvesi, in aperta polemica contro le cervellotiche
degenerazioni del concettuale, che sempre più spesso
scivola verso intellettualistiche esercitazioni mentali incomprensibili
ai fruitori: l'Anacronismo, come il termine indica etimologicamente,
fa riferimento a valori ed ambienti fuori tempo rispetto alla
contemporaneità, riallacciandosi ad un background culturale
tipicamente italiano, e perciò caratterizzato fortemente
dai contenuti umanistici, dal legame con la tradizione passata
e recente, dai richiami all'iconografia classica di una produzione
artistica tra le più ricche e valide non solo dell'occidente, ma del mondo.
Inquadrabile genericamente nella corrente post-moderna, l'Anacronismo
esprime, come altri movimenti contemporanei quali i Nuovi
Nuovi, i Postmodernisti, la Transavanguardia, l'esigenza di
rifondare l'arte moderna su valori concreti, non importa se
tradizionali ed in un certo senso restaurativi, magari tornando
alla figurazione rivisitando la passata tradizione culturale,
ciò che fa preferibilmente l'Europa, ed in particolare appunto
l'Italia.
Il tentativo è quello di creare, con mezzi non attuali,
anacronistici, appunto, ma di collaudata efficacia, con un
linguaggio colto, ironico e sottilmente destabilizzante un
mondo diverso da quello moderno, un'alternativa migliore,
attraversando il tempo e recuperando un'identità culturale
che si credeva persa nella confusione e nella omologazione
dei linguaggi.
Paradossalmente, proprio nel richiamo alla tradizione risiede
il valore provocatorio e dirompente di questa tendenza, che
spesso e volentieri ricorre alla citazione, rivisitando in
termini talora metaforici, talora imitativi la passata storia
dell'arte e trovando proprio nella rivalutazione di importanti
presupposti culturali europei la forza oppositiva verso lo
strapotere dell'arte e del sistema di mercato americani.
Carlo Maria Mariani, Franco Piruca, Alberto Abate, Stefano
Di Stasio, Ubaldo Bartolini, Paola Gandolfi, Omar Galliani
sono i nomi dei più noti rappresentanti italiani del
movimento, che nel resto del mondo ha i suoi personaggi più
significativi nel francese Gérard Garouste, nei tedeschi
Hermann Albert, Peter Chevalier, Stephanus Heidacker, Klaus
Karl Mehrkens, Thomas Schindler, in Stephen Mc Kenna, John
Kirby per l'Inghilterra e Carlos Forns Bada, Sigfrido Martin
Begué, Guillermo Pérez Villalta per la Spagna.
Un esaustivo volume si deve alla penna di Linda Kaiser, storica
e critica dell'arte, "L'Anacronismo e il ritorno alla
pittura. L'origine è la meta", efficace guida
alla conoscenza ed alla comprensione del movimento.
* articolo aggiornato il 22/10/2012
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