Lowbrow Art o Pop
Surrealism è un movimento artistico di origine
californiana datato fine anni ’70 così denominato
grazie alla fantasia inventiva di Robert Williams (alcune
fonti attribuiscono l’invenzione a Phil Frost), disegnatore
di fumetti underground che conia quel neologismo (1979)
in contrasto polemico con il termine highbrow (cultura
elitaria, arte ufficiale).
Robert Williams e Gary Panter sono primi protagonisti del
movimento, che ben presto si struttura in modo estremamente
eterogeneo, con l’adesione di disegnatori di fumetti,
comix, cartoon, pittori, scultori, tatuatori, writer, decoratori,
punk artist, digital artist, in genere autodidatti talvolta
di straordinaria abilità, ma del tutto tagliati fuori
dai comuni circuiti dell’arte ufficiale.
La Lowbrow Art resta perciò un movimento di nicchia,
e anche se negli USA acquisisce una certa popolarità,
specie dopo l’uscita, nel 1994, della sua rivista
Juxtapoz, spesso fuori dai confini statunitensi,
per esempio in Italia, è pressoché sconosciuto.
Gli storici dell’arte mettono in dubbio l’attribuzione
di un valore artistico ad un movimento privo di una base
teorica costruita e articolata, costituito da un misto di
artigianato, tecnica, manualità, campi tradizionalmente
estranei all’arte vera e propria, e mancano a tutt’oggi
analisi e scritti critici sul movimento. Il che, del resto,
non ha significativa rilevanza, lo stesso Williams ha scelto
il termine denigratorio 'lowbrow' per descrivere il 'basso
profilo' del suo lavoro e di quello degli artisti che orbitavano
attorno a lui e la definizione, che sembrava provvisoria,
rimase in uso perché questa bizzarra forma d'arte
non cercava l'appoggio e il consenso della critica accademica.
In seguito, comunque, su suggerimento di Kenny Scharf, Williams
accosta al termine lowbrow l'espressione Pop Surrealism,
ed in effetti gli artisti della prima ondata finiranno per
affinare il loro linguaggio in senso più propriamente
culturale, denunciando interessanti affinità con
il Surrealismo storico.
Alla Lowbrow Art si deve riconoscere un indubbio carattere
popolare, la capacità di parlare un linguaggio facile
e comprensibile, l’abilità e l’inventiva
nell’usare materiali semplici e non convenzionali,
giungendo a dipingere su auto, moto, biciclette, oggetti
d’uso comune (un richiamo al più colto Dadaismo?)
che così diventano ‘opera’: l’uso
del colore brillante e vivace, del tratto eccessivo e fantasioso,
i temi favolistici e surreali, figurativi, infantilistici
e spesso quasi caricaturali, sono elementi comuni che contribuiscono
a fare della Lowbrow Art un movimento tra i più giovani
e vitali dell'arte contemporanea internazionale, espressione
semplice ed immediata di un discorso volto alle persone
più diverse, non necessariamente provviste di cultura
specifica.
Forse la manifestazione più affine alla Lowbrow Art
si può rintracciare nell’ Arte
Underground, nata negli anni ’60, espressione
non allineata con la cultura ufficiale, anticonformista,
trasgressiva, sicuramente più finalizzata e provocatoria
della Lowbrow Art, con risvolti politico-intellettualistici
e scopi più marcatamente, seppure genericamente,
di carattere sociale.
Nella Lowbrow Art prevale l’indirizzo giocoso, umoristico
e satirico, come si conviene ad un fenomeno sotanzialmente
folkloristico e di costume.
Gilbert Shelton, Anthony Ausgang, Glenn Barr, Tim Biskup,
Joe Coleman, Join Currin, Niagara Detroit, Camille Rose
Garcia sono alcuni dei molti rappresentanti della Lowbrow
Art americana. Va comunque sottolineato che da qualche tempo
anche in Italia ed in Europa in genere si cominciano ad
organizzare mostre ed iniziative attorno a questo fenomeno,
che sembra interessare una fascia di estimatori sempre più
vasta. |