Si intende per Arte Concreta o Neocostruttivismo (di marcata componente progettuale) o Neoconcretismo (vicino
alle poetiche concretiste dei primi anni '50), un insieme di
correnti artistiche molto affini, in Italia rappresentate dal
M.A.C. , Movimento Arte Concreta, fondato a Milano nel 1948
(tra i fondatori si annoverano l'artista Bruno Munari e Gillo
Dorfles, critico, il teorico del gruppo), che vivrà per
una decina d'anni, con adesione da parte di molti artisti quali
Nigro, Fontana, Veronesi. Mazzon, Monnet, Pantaleoni, Parisot,
Scroppo, Soldati, Bordoni.
Analoghi movimenti sorgono contemporaneamente a Roma (Gruppo
Forma 1) e a Firenze (Manifesto dell'Astrattismo classico),
tutti con caratteristiche analoghe: si tratta di movimenti ad
impronta antinaturalista, antirealista e antisurrealista, che
assumono l'arte come modello progettuale in senso positivistico,
entro il quale il progetto e la sua realizzazione si identificano,
nel clima pragmatistico e fattivo del boom socio-economico degli
anni '50-'60, in una visione ottimistica del mondo e dell'arte
nonchè della sua funzione, in diretta relazione con le
posizioni "costruttiviste" delle avanguardie del '900.
Come altri movimenti non solo italiani, quali la pittura
monocroma, l'arte cinetica e la corrispondente italiana arte
programmata, l'arte luminocinetica e ottica, il neogestaltismo,
la Nuova Tendenza (dal titolo della mostra di Zagabria del
1961), L'Arte Concreta muove dal post-informale verso un astrattismo
geometrico, memore del movimento astrattista europeo post-bellico,
che rimanda idealmente ad un antesignano del movimento neoconcreto,
lo svizzero Max Bill: egli fu fautore di una corrente di ispirazione
geometrica e matematica che, in polemica con l'indefinizione
e l'irrazionalismo del discorso informale, rifonda l'arte
su basi più rigorose e scientifiche, specie ai fini
della ricerca delle strutture ottiche concepite come mezzo
per ottenere effetti psicologici ed estetici.
Ciò che Max Bill persegue è un purismo formale
che genera composizioni di ritmica partitura geometrica di
grande potere allusivo, organizzate in gradienti strutturali,
secondo la definizione di James Jerome Gibson, in un contesto
aniconico ed astratto nel quale l'opera è frutto della
libera creazione dell'artista.
Infatti lo stesso Max Bill, nel 1936, definisce l'arte concreta
come produzione di forme, linee e colori autonomamente elaborati
dalla personale creatività dellartista e non
frutto di processi di astrazione delle immagini della natura,
individuando così la sostanziale differenza con l'Astrattismo storico, che invece ricerca nella realtà, con un preventivo
lavoro di analisi, di cernita, di rifiuto e di astrazione
degli elementi residui, la materia delle sue rappresentazioni.
Al gruppo del M.A.C. si deve il tentativo di attuare una "sintesi
delle arti", un allargamento dell'azione dell'artista
con incursioni nel campo della grafica, del design, dell'architettura,
e ad un artista in particolare, Mario Ballocco, all'inizio
degli anni '50, si deve l'indagine sistematica e scientifica
del colore secondo una visione gestaltica che lo porta ad
istituire i presupposti per la moderna cromatologia: si identifica
quindi un vasto campo di intervento per un'arte che si pone
a metà strada nella polemica in atto a quel tempo tra
figurativismo conservatore ed astrattismo spinto e che rivendica
sempre e comunque un largo margine di individualità
espressiva da riconoscere all'artista.
Per usare le parole di Gillo Dorfles, si può definire
l'Arte Concreta una forma d'arte "basata soltanto
sulla realizzazione e sulloggettivazione delle intuizioni
dellartista, rese in concrete immagini di forma-colore,
lontane da ogni significato simbolico, da ogni astrazione
formale, e mirante a cogliere solo quei ritmi, quelle cadenze,
quegli accordi, di cui è ricco il mondo dei colori".
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