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Parigi, all’Espace Lafayette-Drouot "The World of Bansky”, su 1200 mq. esposte un centinaio di opere del più famoso street artist del mondo. Fino al 31 dicembre 2021.

L'Astrattismo lirico di Vassilij Kandinskij
di Vilma Torselli
pubblicato il 22/03/2007
"......il più ricco insegnamento viene dalla musica. Salvo poche eccezioni, la musica è già da alcuni secoli l’arte che non usa i suoi mezzi per imitare i fenomeni naturali, ma per esprimere la vita psichica dell’artista e creare la vita dei suoni".(Vassilij Kandinskij)
Per dote naturale, Kandinskij (1866-1944) aveva senza dubbio una predisposizione particolare per la musica, dotato non solo di grande sensibilità, ma anche di una straordinaria capacità di distinguere i timbri degli strumenti musicali e le loro differenti relazioni con la psicologia dell'ascoltatore, cosicchè fu per lui quasi una necessità quella che lo spinse a dedicarsi, per molti anni della sua vita, allo studio dei rapporti tra suono e colore.
Elemento di scatenante importanza ai fini di questa ricerca, fu la conoscenza del musicista Arnold Schoenberg, rivoluzionario compositore fortemente innovativo, inventore della musica dodecafonica, che introdusse nelle sue composizioni "l'assoluta liberazione tonale della dissonanza", l'atonalità, con risultati radicalmente nuovi, di forte carattere espressionista.

La ricerca di Kandinskij si deve ricondurre agli sviluppi della sua poetica, che lo portò da una matrice sostanzialmente espressionista (lo ricordiamo come fondatore di "Der Blaue Reiter"), con influenze romantiche, ad un astrattismo di carattere lirico che contraddistingue tutta la sua produzione, almeno da quando egli intraprende la ricerca di un denominatore comune fra tutte le forme d'arte per coglierne la complessiva valenza astratta, mezzo per entrare in contatto diretto con la psiche del fruitore.
Tra tutte le forme d'arte, la musica è sicuramente la più astratta, mancando di concretezza materiale, ed ha quindi per Kandinskij un significato emblematico: la logica conseguenza è che egli teorizzi la possibilità di attribuire ai mezzi pittorici, colori, linee, forme, un valore espressivo intrinseco, slegato da ciò che essi possono rappresentare, senza preoccupazioni naturalistiche, presi cioè nella loro "astrattezza", che in questo caso vuol dire per il loro significato puro, che ha come scopo la sola rappresentazione di sè.
E' chiaro che una ricerca di questo tipo pone le basi per un concetto dichiaratamente simbolista, che si riscontra in molte delle opere di Kandinskij.

Se la pittura, per essere libera espressione dell'animo, deve essere simile alla musica, allora dovrà essere pittura astratta, senza attinenza alcuna con le forme della realtà, senza nessuna dipendenza gerarchica dall'oggetto, senza preoccupazione nei confronti di un precostituito modello, dovrà esprimere direttamente e senza tramiti le emozioni, entrare nel campo della pura spiritualità, della forza simbolica dello spirito, del lirismo interiore, della sensibilità immediata.
In quest'ottica Kandinskij realizza una serie di opere che anche nei titoli evocano la musica, e sono le "impressioni", le "improvvisazioni" e le "composizioni", scaturite da una complessa organizzazione teorica, come spiega in un suo libro, "Über das Geistige in der Kunst", scritto nel 1912.
Le opere di questo periodo presentano una sostanziale informità della figura ed in genere di ogni forma riconoscibile, alla quale fa riscontro una grande varietà cromatica di colori mischiati in modo fantasioso ed irreale, al di fuori di ogni schema geometrico.

In seguito alle vicende che lo portano prima in Russia, dove ricopre importanti cariche pubbliche nel campo dell’arte ed intraprende stretti rapporti con il Suprematismo e soprattutto il Costruttivismo russo, poi alla Bauhaus di Weimar, chiamato da Walter Gropius (è di questi anni il rapporto con Paul Klee e la fondazione del "Die Blaue Vier") , il linguaggio di Kandinskij subisce importanti e decisive trasformazioni, come era logico aspettarsi soprattutto per la contaminazione con l'ambiente della Bauhaus, con forti componenti razionaliste.

I quadri di questo periodo denunciano una certa aspirazione all'ordine che si concretizza in un'impostazione più riconoscibilmente geometrica, frutto dell'attività di insegnamento svolta alla Bauhaus, che lo ha costretto ad acquisire una metodica razionale per poter comunicare con gli allievi, ma frutto soprattutto di un'esigenza interiore che vuole superare l'iniziale impostazione basata su emozione e sentimento per giungere ad una sintesi finale, sia formale che concettuale, che rappresenta anche una presa di coscienza del proprio operare, secondo un'estetica che sarà alla base di tutta l'arte moderna che verrà dopo di lui.

link:
Vassilij Kandinskij, "Arabisches III (mit krug)"


DE ARCHITECTURA
di Pietro Pagliardini


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