" .... la prima metà del Novecento,
e al massimo gli anni Sessanta del secolo (dopo sarà
più difficile), è teatro di una lotta drammatica
tra la Bellezza della provocazione e la Bellezza del consumo.
La Bellezza della provocazione è quella proposta dai
vari movimenti d'avanguardia e dallo sperimentalismo artistico:
dal futurismo al cubismo, dall'espressionismo al surrealismo,
da Picasso sino ai grandi maestri dell'arte informale e oltre...
". (Umberto Eco, "Quanto è bella la bellezza")
Il '900 è un secolo "contro", e tutta l'arte
delle avanguardie del '900 è un'arte rivoluzionaria,
nata da un atteggiamento di confronto e di antitesi rispetto
al passato ed alla tradizione, a cominciare dall'Impressionismo,
passando per il Dadaismo, giungendo fino alla Pop Art e proseguendo
lungo il variegato filone delle manifestazioni più
o meno concettuali degli ultimi anni.
Alla fine di un secolo pieno di contraddizioni, che molto
ha costruito e molto ha distrutto, l'arte contemporanea pare
caratterizzata da una esasperata e continua ricerca del nuovo,
da una voglia di sperimentazione portata agli estremi nel
nome di un delirio di onnipotenza e di un eccesso di fiducia
nelle possibilità sublimatrici dell'atto creativo che
rischiano di portarla al suo stesso annullamento a causa di
un progressivo allontanamento non solo dal passato e dalla
tradizione, ma dallo stesso presente.
L'esaurimento delle fonti ispirative e la sostanziale consapevolezza
della crisi dei linguaggi, il necessario rinnovamento dei
codici espressivi, l'impellente avanzare del nuovo, il viaggio
verso una modernità "rischiosa" ma ineludibile
non avviene nell'indifferenza, bensì nel turbine di
forti reazioni emotive e culturali di resistenza o di rifiuto
che scatenano inevitabilemente un acceso confronto dialettico
dove ha la meglio chi grida di più.
Infatti, se è vero che non si può parlare di
progresso nell'arte, perchè ogni momento è compiuto
in sè stesso, si può però parlare di
una sua evoluzione continua, del divenire incessante di una
realtà mutevole in parallelo con la storia dell'uomo,
della vita e del pensiero, e poichè la mutevolezza
ed il cambiamento sempre più veloci sono la caratteristica
del nostro tempo, l'arte moderna è un fenomeno tumultuoso,
che si alimenta di contraddizioni, a volte incomprensibile
ed incontrollabile per chi ci vive dentro.
La provocazione e la trasgressione, l'eccesso e l'esagerazione
sono il metodo forte con il quale l'arte, o meglio certi artisti,
cercano oggi di farsi sentire, anche perchè, dal collaudo
che il '900 ne ha sperimentato, il metodo paga, altrimenti
Chris Ofili, Damien Hirst, Ron Mueck, Katia Liebmann, Peter
Davies, Cecily Brown, Martin Maloney e tutto l'eterogeneo
gruppo della Young British Art sarebbero rimasti perfetti sconosciuti!
E' anche vero che "....l'intera storia dell'arte è
scandita da una lunghissima serie di piccole grandi trasgressioni
a canoni artistici, a norme accettate, a regole imposte, agli
ordini dei committenti, al comune senso del pudore e spesso
alle leggi stesse; e gli artisti la cui fama è riuscita
a sfidare i secoli, spesso sono quelli che hanno trasgredito
di più e con maggior veemenza." (Andros, "Provocando
trasgressioni"), che Caravaggio ritraeva provocatoriamente
come sante le puttane delle sue osterie, che Michelangelo
usava il non-finito per spezzare e ridicolizzare le regole
del classicismo rinascimentale, che molti artisti del passato,
da Rembrandt a Goya, sono stati grandi trasgressori, tuttavia
oggi pare che la trasgressione non sia tanto un metodo, un
linguaggio per esprimere e veicolare un messaggio, quanto
essa stessa il messaggio, fine a sè stessa ed autoreferente.
La sintesi di tutto ciò è forse quello che
dichiara in un'intervista Oliviero Toscani, uno dei più
famosi fotografi italiani. autore di famose campagne pubblicitarie
all'insegna della provocazione:"Larte contemporanea
è basata sulla trasgressione, sulla provocazione. Siamo
così integrati, impegnati a essere tutti uguali che
la provocazione è lunica possibilità di
aprire un varco al dubbio."
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