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Provocazione e trasgressione
di Vilma Torselli
pubblicato il 7/04/2007

" .... la prima metà del Novecento, e al massimo gli anni Sessanta del secolo (dopo sarà più difficile), è teatro di una lotta drammatica tra la Bellezza della provocazione e la Bellezza del consumo.... " (Umberto Eco)

" .... la prima metà del Novecento, e al massimo gli anni Sessanta del secolo (dopo sarà più difficile), è teatro di una lotta drammatica tra la Bellezza della provocazione e la Bellezza del consumo. La Bellezza della provocazione è quella proposta dai vari movimenti d'avanguardia e dallo sperimentalismo artistico: dal futurismo al cubismo, dall'espressionismo al surrealismo, da Picasso sino ai grandi maestri dell'arte informale e oltre... ". (Umberto Eco, "Quanto è bella la bellezza")

Il '900 è un secolo "contro", e tutta l'arte delle avanguardie del '900 è un'arte rivoluzionaria, nata da un atteggiamento di confronto e di antitesi rispetto al passato ed alla tradizione, a cominciare dall'Impressionismo, passando per il Dadaismo, giungendo fino alla Pop Art e proseguendo lungo il variegato filone delle manifestazioni più o meno concettuali degli ultimi anni.

Alla fine di un secolo pieno di contraddizioni, che molto ha costruito e molto ha distrutto, l'arte contemporanea pare caratterizzata da una esasperata e continua ricerca del nuovo, da una voglia di sperimentazione portata agli estremi nel nome di un delirio di onnipotenza e di un eccesso di fiducia nelle possibilità sublimatrici dell'atto creativo che rischiano di portarla al suo stesso annullamento a causa di un progressivo allontanamento non solo dal passato e dalla tradizione, ma dallo stesso presente.
L'esaurimento delle fonti ispirative e la sostanziale consapevolezza della crisi dei linguaggi, il necessario rinnovamento dei codici espressivi, l'impellente avanzare del nuovo, il viaggio verso una modernità "rischiosa" ma ineludibile non avviene nell'indifferenza, bensì nel turbine di forti reazioni emotive e culturali di resistenza o di rifiuto che scatenano inevitabilemente un acceso confronto dialettico dove ha la meglio chi grida di più.
Infatti, se è vero che non si può parlare di progresso nell'arte, perchè ogni momento è compiuto in sè stesso, si può però parlare di una sua evoluzione continua, del divenire incessante di una realtà mutevole in parallelo con la storia dell'uomo, della vita e del pensiero, e poichè la mutevolezza ed il cambiamento sempre più veloci sono la caratteristica del nostro tempo, l'arte moderna è un fenomeno tumultuoso, che si alimenta di contraddizioni, a volte incomprensibile ed incontrollabile per chi ci vive dentro.

La provocazione e la trasgressione, l'eccesso e l'esagerazione sono il metodo forte con il quale l'arte, o meglio certi artisti, cercano oggi di farsi sentire, anche perchè, dal collaudo che il '900 ne ha sperimentato, il metodo paga, altrimenti Chris Ofili, Damien Hirst, Ron Mueck, Katia Liebmann, Peter Davies, Cecily Brown, Martin Maloney e tutto l'eterogeneo gruppo della Young British Art sarebbero rimasti perfetti sconosciuti!
E' anche vero che "....l'intera storia dell'arte è scandita da una lunghissima serie di piccole grandi trasgressioni a canoni artistici, a norme accettate, a regole imposte, agli ordini dei committenti, al comune senso del pudore e spesso alle leggi stesse; e gli artisti la cui fama è riuscita a sfidare i secoli, spesso sono quelli che hanno trasgredito di più e con maggior veemenza." (Andros, "Provocando trasgressioni"), che Caravaggio ritraeva provocatoriamente come sante le puttane delle sue osterie, che Michelangelo usava il non-finito per spezzare e ridicolizzare le regole del classicismo rinascimentale, che molti artisti del passato, da Rembrandt a Goya, sono stati grandi trasgressori, tuttavia oggi pare che la trasgressione non sia tanto un metodo, un linguaggio per esprimere e veicolare un messaggio, quanto essa stessa il messaggio, fine a sè stessa ed autoreferente.

La sintesi di tutto ciò è forse quello che dichiara in un'intervista Oliviero Toscani, uno dei più famosi fotografi italiani. autore di famose campagne pubblicitarie all'insegna della provocazione:"L’arte contemporanea è basata sulla trasgressione, sulla provocazione. Siamo così integrati, impegnati a essere tutti uguali che la provocazione è l’unica possibilità di aprire un varco al dubbio."


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