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American Art 1961-2001 la storia dell'arte moderna negli Stati Uniti tra due momenti decisivi della storia americana, la guerra del Vietnam e l'attacco alle Torri Gemelle. |
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Parigi, all’Espace Lafayette-Drouot "The World of Bansky”, su 1200 mq. esposte un centinaio di opere del più famoso street artist del mondo. Fino al 31 dicembre 2021.
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La rivoluzione dadaista
di Vilma Torselli
pubblicato il 26/01/2007 |
"Non voglio neanche sapere
se prima di me vi sono stati altri uomini". (Cartesio) |
Il movimento dadaista, che ebbe la sua massima
affermazione in Germania, nasce nel 1916, a Zurigo, e si basa
su un generalizzato atteggiamento di sfiducia e disgusto nei
confronti della civilizzazione, minata alle fondamenta dal persistere
di una guerra, la prima guerra mondiale del '15/18, che pareva non dovesse finire mai.
Dice Tristan Tzara :"Dada nacque da un'esigenza morale,
dal sentimento profondo che l'uomo, al centro di tutte le creazioni
dello spirito, dovesse affermare la sua preminenza sulle nozioni
impoverite della sostanza umana, sulle cose morte e sui beni
male acquisiti
..".
Il termine dada, casualmente ricavato da "un tagliacarte
scivolato incidentalmente tra le pagine del dizionario"
(il Larousse), fu da subito sinonimo di rivolta furiosa e negazione totale non solo nei confronti della società, ma addirittura
nei confronti dell'arte stessa, in quanto pur sempre prodotto
della civiltà organizzata.
Infatti Dada è anche contro i movimenti artistici
contemporanei, è anticubista, antifuturista, antiastrattista,
anticostruttivista, Dada è contro l'irrazionalismo
e il sentimentalismo degli espressionisti, contro i principi
eterni, contro l'immobilismo, contro i proclami di universalità,
contro la perfezione, contro l'ordine, contro ogni tipo di
dogma: Dada è provocazione, è scandalo, è
polemica, non è solo un modo di fare arte, ma è
un modo di vivere e di fare politica, un modo per attuare
una lotta proletaria organizzata, una lotta di classe portata
alle estreme conseguenze.
Le pitture e sculture allusivo-simboliche, i collages, i
procedimenti fotografici (George Grosz fu forse l'inventore
del fotomontaggio) del movimento dada zurighese pongono l'accento
sul linguaggio, al quale viene data molta importanza
ai fini stessi della creatività.
A partire dal 1917, con l'abbandono del movimento da parte
di molti aderenti, il gruppo zurighese si dissolve, mentre
numerosi componenti trasferitisi o rimpatriati in Germania,
danno vita al dadaismo di marca tedesca, a Berlino rappresentato
da Hausmann, Baader, Heartfield e Grosz, a Hannover da Schwitters
e a Colonia da Max Ernst e Baargeld , che si distingue per
un più preciso impegno politico e sociale a carattere
rivoluzionario.
Pur nell'inevitabile collegamento con la cultura generale
dell'epoca, specie con l'Espressionismo, la poetica di Dada
ha qualcosa di veramente diverso, soprattutto perché
è molto differente il processo creativo: i dadaisti
non creano opere d'arte, ma costruiscono oggetti senza nessuna
preconcetta intenzione di produrre qualcosa di estetico, con
irriverenza per ogni canone precostituito e totale arbitrarietà
nelle scelte, non importando tanto il prodotto quanto il gesto
che lo produce e che è esso stesso mezzo e fine.
In America, il dadaismo giunge attraverso un
artista francese, Marcel Duchamp che, spingendo alle estreme
conseguenze il concetto dell'intrinseca significatività
degli oggetti, propone polemicamente il ready-made, l'oggetto
d'uso comune quale opera d'arte in sé già compiuta,
senza bisogno dell'elaborazione dell'artista.
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Celebre l'orinatoio-fontana firmato R. Mutt, ready-made realizzato da Duchamp nel 1917 per la mostra curata dalla Society of Indipendent Artist nelle sale del Grand Central Palace di New York, opera che in realtà non venne mai esposta perché giudicata non consona.
Pur avendo suscitato in America molto scalpore, i risultati più interessanti del dadaismo si riscontrano in Germania, nelle opere di molti validi artisti
tra cui Max Ernst e lo scultore Jean Arp. |
Il Dadaismo del ready-made di Duchamp, delle tele meccanomorfe
di Picabia, dei rayogrammi di Man Ray è vicino al dadaismo tedesco, a carattere spiccatamente sociale, e viene
un po' forzatamente calato nel contesto industriale e capitalistico tipicamente
americano, pur tuttavia, grazie all'incontro tra Picabia e
Tzara avvenuto a Zurigo nel 1918, i due rami del movimento,
quello zurighese e quello americano, finiscono per fondersi
nel 1920/21, quando tutti i componenti dei due gruppi confluiscono
a Parigi, dove, pochi anni dopo, nel 1924, dalle ceneri del
Dadaismo nascerà il Surrealismo.
Il Dadaismo fu un movimento distruttivo, legato ad una situazione
contingente di particolare degrado, la guerra ed il periodo
postbellico: ebbe un carattere di provvisorietà, insito
nel suo stesso programma, che ne autodeterminò la fine
con la fine del particolare e limitato periodo storico durante
il quale si caratterizzò con l'eccezionalità
e la violenza che si riconoscono alle situazioni di emergenza.
Era adatto a distruggere, ma non era in grado di costruire
sulle rovine qualcosa di nuovo, organizzato, normale, e ciò
determinò inevitabilmente la fine di una stagione intellettuale
che Jean Arp sintetizzo così: "Dada è
stato la rivolta dei non-credenti contro i miscredenti". |
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