Inquadrabile come una particolare tendenza dell'ultimo
Futurismo, l'Aeropittura esordisce nel febbraio 1931con la "Prima
Mostra di Aeropittura - Omaggio futurista ai trasvolatori",
tenuta alla "Camerata degli Artisti" in Piazza di Spagna, che
raggruppa per la prima volta cinquanta aeropitture di dodici
artisti aeropittori ed emana poi un suo "Manifesto",
sottoscritto da Balla, Benedetta Cappa, moglie di Marinetti,
lo stesso Marinetti, Depero, Dottori, Fillia, Prampolini, Somenzi
e Tato, nel quale traccia le linee programmatiche di quella
che, sul "Giornale della Domenica" del 1° gennaio
del 1931, viene definita pretenziosamente una nuova arte italiana.
Già nel '29 Fedele Azari (o "Dinamo") aviatore
ed artista futurista, aveva creato un "dizionario aereo",
assieme a Marinetti, mentore della nuova tendenza, ed opere
di Aeropittura erano già state realizzate a partire dal
1918 per mano di alcuni artisti quali Osvaldo Peruzzi, Nevinson,
Fedele Azari, Luigi Colombo, Pippo Oriani, Nino Costa, per giugere
alla Biennale di Venezia del 1926, in cui l'Aeropittura aveva
assunto i caratteri formali che le sarebbero restati propri,
sintetizzati in quel "dinamismo-plastico" ispirato
al mito della macchina e della velocità che sta alla
base del Futurismo in generale.
LAeropittura è un particolare tipo di rappresentazione
pittorica che, con limporsi dell'aviazione in Italia,
si ispira al volo, del quale vuole esprimere le sensazioni
dinamiche, ed all'aeronautica: genere nato in un momento storico
pervaso da un diffuso entusiasmo per le moderne conquiste
della tecnica, è un'arte che si esprime secondo modalità
e parametri codificati, di ispirazione modernista con chiara
matrice futurista e con un'impronta tecnicistica che ne ridimensiona
in parte il contenuto artistico.
Gli artisti di questa corrente sono giovani, ribelli e provocatori
che così concludono il loro manifesto: "Ecco le
nostre conclusioni precise:
1- Distruggere il culto del passato,
l'ossessione dell'antico, il pedantismo ed il formalismo accademico.
2- Disprezzare profondamente ogni forma d'imitazione.
3- Esaltare
ogni forma di originalità anche se temeraria, anche
se violentissima.
4- Trarre coraggio ed orgoglio dalla facile
traccia di pazzia con cui si sferzano e s'imbavagliano gl'innovatori.
5- Considerare i critici d'arte come inutili e dannosi.
6-
Ribellarci contro la tirannia delle parole: ARMONIA E BUON
GUSTO, espressioni troppo elastiche.
7- Spazzar via dal campo
ideale dell'arte tutti i motivi, tutti i soggetti già
sfruttati.
8- Rendere e magnificare la vita odierna, incessante
e tumultuosamente trasformata dalla scienza vittoriosa.
Siano sepolti i morti dalle più profonde viscere della
terra! Sia sgombra di mummie la soglia del futuro! Largo ai
giovani, ai violenti, ai temerari!"
I soggetti maggiormente rappresentati si ispirano quindi
al mito aviatorio, al volo, agli aerei, allo spazio, con significativi
titoli quali "Trittico della velocità", di
Gerardo Dottori, "Spiritualità dellaviatore"
e "Mistero aereo" di Luigi Colombo (Fillia), "Conquista
dello spazio" di Pippo Oriani e "Quota 2000"
di Nino Costa, sviluppando una notevole varietà di
accenti espressivi, dalle intuizioni spaziali di Prampolini,
vagamente surreali, allo spiritualismo di Benedetta Cappa
e Dottori, al realismo documentaristico di Tato.
A conclusione della parabola futurista, l'Aeropittura pare
superare la stagione prettamente tecnicistica e meccanica
sconfinando verso una sorta di poetica spaziale, con elementi
onirici.
Come accade per il Futurismo, l'Aeropittura diviene ben presto,
nelle mani del consolidato regime fascista, un mezzo propagandistico
per illustrare e documentare scene di guerra, combattimenti
aerei, bombardamenti, con un sempre più netto realismo
della rappresentazione, perdendo ogni connotazione culturale
a favore di intenti dottrinali e celebrativi che, in concomitanza
alla morte di Marinetti, decreteranno la fine del movimento.
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