Il termine "medium" (neutro, plurale "media")
è latino ed indica "ciò che sta nel mezzo":
nel campo dell'arte, medium è il mezzo espressivo attraverso
il quale l'artista trasmette il suo messaggio, un mezzo che
ciascuno può sciegliere o inventare nei modi che ritiene
più adatti allo scopo comunicativo che si prefigge,
è in sintesi ciò che "funge da elemento
di collegamento fra il momento produttivo e quello fruitivo"
dell'opera d'arte, per usare parole di Alessandro Tempi.
E' quindi ovvio che una conoscenza profonda dei media ed una
corretta consapevolezza del modo di rapportarsi con essi sta
alla base di ogni prodotto artistico, per salvaguardare al
meglio la libertà espressiva e l'aderenza del risultato
al concetto, poiché "sia l'uomo-artista che la
sua opera sono medium delle cose che attraverso di essa si
dicono per chi ha la sensibilità di stare a sentirle."
(Maurizio Grilli, "Il medium delle cose")
Le avanguardie storiche per prime si pongono il problema
della relazione con il medium, della sua definizione, della
sua conoscenza tecnica, ed elaborano il concetto dell'opera
d'arte come prodotto dell'uomo, la pittura è prima
di tutto una tela sulla quale del colore riproduce uno spazio
entro il quale riproduce una rappresentazione: è ciò
che fanno i cubisti, ad esempio, per i quali l'intento è
quello di "togliere l'ambiguità e imporre una
lettura del quadro come costruzione fatta dall'uomo e come
tela colorata." (E.H. Gombrich, "Arte e illusione").
Spazzata via l'illusione di uno spazio artificiosamente riprodotto
con le regole della prospettiva, l'unico spazio reale è
quello della tela, uno spazio pittorico indipendente ed autosufficiente.
Ogni processo evolutivo tende a modificare il modo in cui
l'uomo percepisce il mondo anche perchè modifica il
medium entro il quale tale processo avviene, fenomeno molto
evidente quando, come oggi, il medium, strettamente
legato all'evoluzione del pensiero ed a quella delle tecnologie disponibili determinanti nel provocare la ridefinizione del
concetto di arte, si modifica sensibilmente ed in tempi molto
rapidi grazie alla velocità del progresso tecnologico.
Marshall McLuhan fu il primo ad individuare la stretta connessione
tra i media, la psiche umana e i sistemi sensoriali, il che
lo portò a formulare una una vera e propria estetica
dei media, sintetizzata nella celebre affermazione in epigrafe,
nella quale i media tecnologici non sono più strumenti
neutri per veicolare un messaggio, ma per la loro natura specifica
sono essi stessi ad esprimere le mutazioni del nostro modo
di pensare ed agire, indipendentemente dall'uso che di loro
viene fatto, finendo così per imporsi come vero ed
unico contenuto del messaggio.
Nell'arte moderna questo graduale processo sostitutivo si
rileva nell'informale materico, dove la materia-medium è
invece vista per il suo intrinseco valore estetico, mezzo
espressivo ed al tempo stesso tema dell'opera d'arte, nel
Dadaismo ed in tutte le sue derivazioni, dalla Pop Art al
Nouveau Réalisme, dove la materia si struttura in oggetti
concreti, nell'Arte Oggettuale, nella Hard Edge Abstraction,
nella Body Art ed in molti altri movimenti moderni, a delineare
una tendenza verso un'idea di arte in cui concetto e tecnica
coincidono, un'arte che è contenuto ed espressione
di se stessa.
Il percorso tradizionale che lega artista-medium-opera si
contrae, il medium diviene l'opera, diviene il messaggio anzichè
esserne il tramite.
Mike Calvert, giovane artista californiano, dichiara in una
recente intervista: "Ogni volta che appare un nuovo medium
la stessa sopravvivenza della pittura sembra messa in dubbio.
Io credo invece che si tratti di un'occasione per reinventare
sé stessa ancora una volta".
Il che avviene di
fatto ogni volta che ci troviamo davanti ad un nuovo mezzo
espressivo, a nuovi media, elevati direttamente ad opera d'arte
e come tali accettati dalla nostra società: sembrerebbe
così convalidato il principio di quella che è
stata definita scienza della psicocibernetica, lo studio delle
nuove tecnologie della mente e della possibilità di
applicare alla mente il modello epistemologico della cibernetica,
scienza secondo la quale ciò non rappresenta ".......l'invasione
della tecnica nella sfera dello psichico. La psiche si rivelerà,
come osservava lo stesso Platone, una dimensione già
tecnologicamente costituita" ((Riccardo Santilli, "Estetica
e Psicocibernetica, Alcune osservazioni sulle tecnologie della
mente").
E' senz'altro questo uno dei più interessanti dibattiti
che l'arte moderna dovrà affrontare.
* articolo aggiornato il 27/09/2012
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