Si denomina "Muralismo" una forma d'arte
visiva realizzata su superfici murarie, una forma d'arte a
grande valenza ideologica, rivolta alla collettività
che la ospita, in grado di essere fruita da larghi strati
di popolazione: i murales sono in genere opere di grandi dimensioni
collocate in spazi pubblici molto frequentati, i temi sono
prevalentemente narrativi di linguaggio dichiaratamente realista
e raccontano in chiave epica episodi che riguardano la comunità,
celebrando in un lessico semplice e comprensibile fatti appartenenti
alla storia passata, ma anche alla saga popolare, al racconto
orale, alla memoria collettiva.
La manifestazione più nota del Muralismo nasce in Messico, negli anni '20 della guerra civile,
dove una pittura istintiva, legata alle radici pre-ispaniche,
contrapposta all'aristocratica pittura da cavalletto, propone
una rivoluzione formale che riecheggia la rivoluzione politica
di quegli anni con precisi intenti educativi, in una visione
democratica sia della società che dell'arte che essa
esprime.
In quel particolare momento storico, in cui "... La
Rivoluzione del Messico non fu che la riscoperta del Messico
da parte dei messicani... "(Octavio Paz), il Muralismo
disvela l'esistenza di un'identità culturale messicana
fino ad allora latente, che attraversa tutte le epoche e
risiede nella tradizione popolare e nell'arte che la rappresenta.
Il murale è infatti un'arte collettiva a funzione
comunicativa e didascalica che appartiene a chi la guarda,
indipendentemente dalla sua estrazione sociale, non riconosce
gli angusti limiti della tela, i racchiusi spazi dei musei,
è un'arte per la folla, per l'uomo della strada,
per chiunque passi in un luogo, un'arte sociale che può
contribuire alla crescita di un paese e della sua cultura. |
I primi muralisti messicani sono David Alfaro Siqueiros e
Diego Rivera, ai quali si unirà poco dopo José
Clemente Orozco.
Rivera diventerà il più noto oltre i confini messicani anche grazie al sodalizio con Frida Kahlo, sposata nel 1929, che immortalerà nelle vesti di una militante comunista che distribuisce armi agli insorti nella serie di murales dal titolo "Ballata della rivoluzione proletaria" al terzo piano del Palazzo dell’Educazione di Città del Messico.
Artefici di un'arte non incolta (Siqueiros
e Rivera soggiornano a Parigi ed hanno contatti con l'ambiente cubista) eppure di grande impatto popolare, di forte potere educativo
e spirituale, i muralisti si pongono in diretto rapporto con le radici culturali
del paese e, pur avendo i vari artisti alle spalle
formazioni personali e culturali diverse che ingenerano
talvolta vivaci scontri all'interno del movimento, nel Muralismo
sfocia un linguaggio sostanzialmente omogeneo, di marcato
tratto espressionista, di forte cromatismo, di solenne grandiosità
compositiva: partendo da metodi esecutivi dapprima tecnicamente
affini all'affresco ed all'encausto, ben presto i muralisti
si avvalgono, specie grazie alle sperimentazioni di Siqueiros,
dei più moderni sistemi industriali, impiegando vernici
per auto o a base di resine, distribuite con pistole a spruzzo
o aerografo, assicurando così all'opera caratteristiche
di maggior durevolezza nel tempo ed anticipando, con questa scelta tecnica, l'aerosol art.
Il Muralismo, vero e proprio mezzo di denuncia sociale,
si diffonde anche in Uruguay, Argentina e soprattutto nel
Cile di Salvador Allende, dove la pittura murale svolge addirittura
un'opera di "alfabetizzazione" per immagini, trovando
in questi paesi lo stesso substrato culturale e le stesse
istanze democratiche messicane.
Verso gli anni '30 Rivera,
Siqueiros e Orozco si trasferiscono dal Messico negli Stati
Uniti, dove esportano la loro esperienza artistica e addirittura
ricevono commissioni pubbliche per la realizzazione di murales,
pur non avendo tuttavia vita facile nell'ambiente culturale
nordamericano per certi versi in conflitto con la loro matrice
nazional-popolare.
Da questa commistione culturale prende l'avvio un fenomeno artistico
di portata mondiale, il graffitismo
metropolitano, che pur avendo, rispetto al muralismo messicano,
sostanziali differenze di fondo, formalmente tuttavia ha con
esso strette analogie.
Come il murale, il graffito è espressione di protesta,
soprattutto giovanile e generazionale, vuole appropriarsi
dello spazio pubblico per trasmettere un messaggio forte
ed esteso, ma nasce non con intenti narrativi, bensì
legato al lettering, alla pittura segnico-calligrafica
in senso stretto, dato che il risultato grafico deriva,
almeno in origine, dal disegno di varie lettere (quelle
che compongono il nome del writer, della gang
di appartenenza, del quartiere ecc..) con effetto tridimensionale,
col tempo complicatosi sino a raggiungere forme espressive
articolate, in molteplici stili, talvolta di particolare
accuratezza esecutiva. Il graffitismo conoscerà la
sua maggior diffusione negli anni '80, contaminandosi profondamente
con la musica, con la moda e con la pubblicità, divenendo
Aerosol Culture (si limita infatti all'uso della
vernice in bomboletta spray) e dilagando nel mondo con il
movimento Hip Hop, di cui rappresenta l'espressione
visiva.
Oggi, in un mondo sempre più democratico dove la protesta sociale
ha a disposizione una pluralità di mezzi in passato
sconosciuti, il muralismo ha perso in gran parte la sua carica
di aggressiva denuncia ed ha assunto toni più sottilmente
concettuali, quando non decorativistici, pur essendo ancora
largamente presente tra le forme espressive dell'arte moderna
di maggior comunicatività.
Keith Haring affida ad un grande murale di oltre 200
metriquadri di estensione il suo variopinto testamento
spirituale, sintesi della sua poetica di artista visionario
che ha vissuto in fretta una breve vita sopra le righe;
il murale è la base dei raffinati wall drawing
di Sol Lewitt, che indaga le relazioni tra arte visiva ed
architettura, tra segno e spazio in grandi disegni murali
amplificati fino ad invadere l'ambiente, straordinarie strutture
mentali e concettuali di cristallina semplicità geometrica
e di ricercata e rarefatta bellezza; il murale è
ancora lo spunto per i wall paintings di grande
effetto scenico e spettacolare dell'inglese Paul Morrison,
rivisitato alla luce dell'action painting, dell'arte
pop, dell'art brut e dei graffiti newyorkesi; Jean Michel
Basquiat deriva la sua straordinaria efficacia comunicativa
da un felice connubio tra graffitismo e muralismo; Jean
Dubuffet si rifà al muralismo per esprimere un'arte
di strada che proviene dal passato e rappresenta per lui,
colto ed intellettuale, un nuovo lessico narrativo.
Certo siamo molto lontani dai murales di Siqueiros, la vita
scorre, cambia, e l'uomo con essa, ma resta immutato il fascino
di un'opera legata ad uno spazio, sottratta al comune concetto
di proprietà privata e donata alla collettività,
in grado di trasformare un muro, che divide e confina, nel
racconto di una storia che accomuna, perchè appartiene
a tutti.
* articolo aggiornato il 4/06/2017
link:
La pittura murale
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