La pittura Naïf, che deriva il suo nome
da un termine francese, naïf o naive, con significato di
ingenuità e semplicità, non è una vera
e propria corrente, ma un modo espressivo dei primi anni del
'900, che tocca trasversalmente ed accomuna varie correnti artistiche:
lo stile naïf non è omogeneo nè omologabile,
è privo di un manifesto programmatico, di caratteri stilistici
comuni derivati da una vera e propria scuola, presentando tuttavia
come caratteristica ricorrente la mancanza di sofisticazioni
tecniche, una elementarità di linguaggio di tipo infantile
che ignora le regole della prospettiva e delle proporzioni,
una voluta mancanza di professionalità, una soluzione
grafica semplificata ed ingenua, una capacità espressiva
genuinamente istintiva.
Con tali premesse, l'Arte Naïf, a ragione definita dai
contemporanei "arte spontanea", "arte primitiva",
"arte istintiva", supera ogni condizionamento della
tradizione e delle regole accademiche della pittura ed esprime
con il candore della verità l'interiorità e
la creatività visionaria dei suoi artisti.
I pittori naïf sono in genere autodidatti, sono i cosiddetti
"pittori della domenica", spesso dilettanti, amano
i temi naturalistici, talvolta con la presenza di figure umane o di
animali, che trasfigurano in rese narrative fiabesche dai
vivaci colori primari, esprimendo un mondo irreale, semplice,
ingenuo, in immagini chiare e definite, in genere ricche di
particolari seppure esagerati e fantastici.
Si tratta quindi di un'arte spontanea, ma non per questo sprovveduta
o incolta, prodotta da chi è capace di raffigurare
la realtà con assoluta libertà interpretativa,
senza porsi in relazione con mezzi già collaudati da
altri, ignorando ciò che è stato fatto, seguendo
solo la potenza del proprio istintivo bisogno di comunicare
e la propria genialità ribelle.
L'artista naïf vive in un suo mondo fantastico, estraneo
alla vita ed alla storia, ma ha uno spiccato senso della narrazione,
che dipana a proprio modo con molta vivacità di linguaggio,
con una infantile semplificazione lessicale ed un acceso cromatismo
antinaturalistico.
Ritenuta, al suo esordio, una pittura in tono minore attribuendo
al temine naïf un significato riduttivo, vista in un'ottica
storica più allargata l'Arte Naïf, con il suo
linguaggio eccentrico e stimolante, è stata abbondantemente
rivalutata dalla critica come incunabolo di molte tendenze
"ufficiali", ed oggi"........ dobbiamo accettare
che, nonostante il degrado della maniera, la naiveté
espressiva non sia in pittura un concetto negativo, sia anzi
un concetto positivo. Basterebbe pensare a quanto essa abbia
contato nelle poetiche del Primitivismo e dell'Espressionismo,
per poi arrivare fino all'Art Brut e alla Transavanguardia"(da
"Ligabue. Il riscatto dell'arte" di Vittorio Sgarbi).
Sono pittori naïf il doganiere Henri Rousseau, Louis
Vivin, Séraphine de Senlis, Camille Bombois, André
Bauchant, Ivan Generalic, Ferdinand Cheval, Grandma Moses,
Henri Trouillard, ma una vena naif è facilmente riscontrabile
nella pittura di André Breton, Jean Dubuffet, Paul
Klee ed è abbondantemente presente soprattutto in Marc
Chagall e Antonio Ligabue, oltre che in molte correnti avanguardiste
come la pittura metafisica, il Surrealismo, Der Blaue Reiter di Vassilij Kandinskij.
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