L'aspirazione ad una forma d'arte globale, che
raggruppi arti visive (pittura, scultura, cinema ecc.), architettura,
musica, danza, che fonda organicamente tendenze artistiche varie,
è una delle costanti della cultura del '900, presente
in tutti i movimenti e nelle opere degli artisti più
significativi, da VassiliJ Kandinskij, autore di "Dello
spirituale nell'arte", un fondamentale trattato sulla relazione
tra suono e pittura ed autore nel 1910 del primo acquerello
completamente astratto nell'intenzione di "dipingere"
la musica, a "Der Balue Reiter" , all'Orfismo di Delaunay,
a "De Stjil" ed altri.
La base originaria sulla quale fondare una nuova visione globale
dell'arte vien individuata nella musica perché essa è
la forma d'arte astratta per eccellenza ed in quanto tale può
emblematicamente venir assunta come modello di ogni forma d'arte,
attingendo quindi al significato universale di principio unificatore
in grado di assicurare un'esperienza totale.
Determinante per l'avvio di questa ricerca basata sul concetto
di ritmo e armonia, caratteristiche fondamentali della musica,
o se vogliamo sulla simbiosi di suono e colore, è l'opera
di Arnold Schoenberg, rivoluzionario compositore fortemente
innovativo, inventore della musica dodecafonica, che introduce
nelle sue composizioni "l'assoluta liberazione tonale
della dissonanza": la composizione dodecafonica si basa
su un dato ordine o serie attribuito ai dodici suoni della
scala cromatica, ottenendo in tal modo un altro ordine nella
successione di determinati intervalli tra i suoni ed un risultato
acustico carico di cromatismo e atonalità, dai contrasti
forti e violenti, di marcata tensione espressionista, una
musica a forte contenuto psicologico, adatta ad esprimere
i moti dell'animo e la vita interiore.
Più modernamente, il concetto della globalità
dell'espressione artistica viene ripreso nel concetto di interdisciplinarità
di tanti movimenti recenti, come ad esempio Fluxus, e dalle
sperimentazioni del musicista John Cage e del suo gruppo (tra
cui Robert Rauschenberg), che portano avanti un modello di
compartecipazione artistica ad aggregazione paritaria sia
tra i membri componenti che tra i vari linguaggi espressivi,
per un'arte totale che sintetizzi tutte le arti (arti visive,
musica, teatro, letteratura, design e arti minori ecc.) in
modo complementare, rispettando di ciascuna la struttura linguistica
e la specificità del medium espressivo adottato.
Questo concetto peraltro era già stato enunciato da
VassiliJ Kandinskij che, in "Dello spirituale nell'arte"
sciveva: Unarte deve imparare da unaltra
in che modo questultima proceda coi mezzi che le sono
propri e deve imparar ciò per usare poi nello stesso
modo i propri mezzi secondo il proprio principio, cioè
nel principio che a essa sola è peculiare.
Alla ricerca non solo di un'arte, ma di una cultura globale,
lo spazio, il colore, il vuoto, la materia, la musica, la
realtà metafisica sono i temi innovativamente concettuali
che compaiono nelle opere di Pollock, Mathieu, Klein, Hartung,
Rothko, Kline e molti altri artisti moderni appartenenti all'Espressionismo
astratto americano che, come accade nella musica di Morton
Feldman, cercano di conciliare la singolarità del segno,
o del suono, con l'organizzazione narrativa che si svolge
"tra tempo e spazio".
Al suo arrivo negli USA negli anni '40, Piet Mondrian, sotto
la suggestione dei ritmi musicali di quegli anni, dipinge
nel 1941-42 " Victory Boogie Woogie" ed il celebre
"Broadway Boogie-woogie", oggi conservato al MOMA
di New York, vivacizzando le sue famose griglie ortogonali
con una ritmica dinamica di inedita vibrazione cromatica.
Dalla New York degli anni '80 il Graffitismo metropolitano,
la Aerosol Culture, dilaga nel mondo con il movimento Hip
Hop, di cui rappresenta l'espressione visiva, contaminandosi
profondamente con un nuovo tipo di musica creato dal DJ Kool
Herk, subito divenuto simbolo di uno stile di vita aperto
e permissivo, espressione della cultura di strada del South
Bronx.
Oggi Daniel Libeskind, progettista della ricostruzione di
Ground Zero a New York, musicista, studente al conservatorio
in Israele prima di divenire architetto, particolarmente attento
al rapporto tra progettualità delle strutture architettoniche
e scrittura musicale, dice di voler creare spazi "sonori",
perché la musica è la base di ogni forma creativa,
anche dell'architettura, la musica è l'unica arte totale,
la Gesamtkunstwerk di Wagner, il denominatore comune cercato
da Vassilij Kandinskij, perché, come scrive già
nel 1870 Walter Pater, "tutte le arti tendono alla musica".
Piero Dorazio ama ascoltare il jazz (Parker, Monk, Mingus,
Miles Davis, Coltrane, Bill Evans) mentre dipinge, scandendo
i suoi colori in una orchestazione complessa ed ordinata,
con un intrinseco ritmo compositivo prettamente musicale basato
su sottili stimolazioni percettive che costruiscono un'affascinante
narrazione, "quella del ritmo che si fa colore e del
colore che diventa ritmo [.....] La sua pittura, infatti,
si basa sul ritmo. Talvolta, anzi, sembra che i colori suggeriscano
note rauche, come quelle che Bubber Miley riusciva a strappare
alla sua tromba, cui aveva messo la sordina [........ ] Dorazio
sviluppa i loro postulati integrandoli con l'esigenza d'una
spiritualità contemporanea. Concerto per tele e colori.
Suggestioni? Pare di sentire i trilli della Valse oubliée
di Listz, eseguiti da Rubinstein. Le taches sembrano muoversi,
vibrare, incalzare, stimolare l'occhio e la fantasia. E la
musica si muta in architettura. Musica jazz e pittura astratta:
il concerto è servito. Il mondo si può scandagliare
e conoscere anche così." (Sebastiano Grasso, da
una recensione sul 'Corriere della sera' ).
Alle relazioni tra musica e immagini si interessano molti
artisti contemporanei, da Enzo Cucchi a Michelangelo Pistoletto,
Umberto Mariani, Thorsten Kirkhhoff, Alex Pinna, Maggie Cardelus,
Alessandro Bazane ("Time in Jazz 2003"), mentre
la collaborazione tra artisti visivi e sonori è da
tempo istituzionalizzata nella performance e nell'happening,
nella poesia visiva, nella video-art ed in tutti i casi in
cui si vogliano sondare le possibilità di intersezioni
tra linguaggi diversi, strutturando un comune livello di fruizione
ed amplificando l'esperienza estetica oltre ogni limite categorico,
in un processo in fieri che promette interessanti sviluppi
futuri di quella che viene oggi definita "arte sinestetica"
o "arte plurisensoriale".
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