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La casa-museo
di Vilma Torselli
pubblicato il 15/03/2010

Dalla Wunderkammer alla casa-museo.
Non è infrequente, specie nei paesi di cultura anglosassone, che le dimore private di collezionisti d'arte vengano trasformate in case-museo per preservare ed accogliere le opere d'arte e spesso gli arredi, gli oggetti, le suppellettili raccolte dai proprietari, offrendo alla collettività le tracce del vissuto di persone particolari, di cui la storia biografica può essere oggetto di interesse o anche di semplice curiosità.

La casa-museo amplia il concetto molto in voga nel secondo cinquecento in tutta Europa, della Wunderkammer, la "stanza delle meraviglie" , luogo in cui il collezionista di allora racchiudeva e custodiva oggetti curiosi, ornamentali o artistici, che suscitavano sorpresa, ammirazione, stupore: abitudine che si estese nel '700 ad intere dimore di ricchi collezionisti spesso dotati di ricercata fantasia.

In questo spirito di mantenimento conservativo, fatte salve ristrutturazioni che non siano di carattere strettamente funzionale o statico, le strutture dei musei domestici aprono ai visitatori sia l'immobile abitativo, il contenitore, che il contenuto, arredi, decori, collezioni ed opere per la dimora e nella dimora realizzati e raccolti, in indissolubile comunione.

Il fenomeno è oggi ovunque abbastanza diffuso, tanto che è stato creato il DemHist International Historic House Museums (Comitato internazionale delle dimore storiche museo), un'istituzione che si preoccupa di formulare linee guida museologiche e museografiche concernenti specificatamente le dimore-museo: il suo scopo è quello di tracciare una precisa metodologia in base alla quale produrre elaborazioni teoriche, scelte procedurali, soluzioni di carattere generale rivolte alle case-museo, per le quali, data la particolare disomogeneità strutturale e la grande varietà dei patrimoni artistici da gestire, il problema va affrontato in termini di massima flessibilità e diversificazione.
Storicamente, uno dei primi esempi di casa-museo razionalmente organizzata ed istituzionalizzata allo scopo è la dimora londinese di sir John Soane (1753-1837), intellettuale con la passione per l'arte e personaggio originale, che si trova al numero 13 di Lincolns' Inn Fields, donata alla nazione dallo stesso sir John Soane, che fu architetto tra i più famosi della storia d'Inghilterra (progettista anche della Banca d'Inghilterra): concepita come residenza personale e come spazio domestico, divenne nel tempo, per il suo proprietario, il luogo nel quale raccogliere oggetti curiosi, dipinti (tra cui alcune opere di Piranesi e di Canaletto), libri antichi e rari, reperti archeologici, ricreando le suggestioni architettoniche classicheggianti del romanticismo italiano.

Grazie alla diffusione di questo tipo di struttura espositiva, frutto di un moderno mecenatismo, si è attuato il passaggio dal privato al pubblico di un vasto patrimonio culturale ed artistico messo a disposizione della comunità, costituendo un vero e proprio sistema museale dal concetto progettuale un po' diverso da quello normalmente accreditato, fatto di luoghi singolari ed affascinanti nei quali si esprime nel modo più efficace la commistione totale fra vita e arte, con la "mise en scène" teatrale dell'opera tra le mura per le quali è stata concepita.

Oggi, in tutto il mondo, esistono moltissime case-museo sedi di importanti patrimoni artistici, The Frick Collection a New York, Isabella Stewart Gardner Museum a Boston, il Musée Jacquemart-André a Parigi, il Museo Cerralbo a Madrid, il Museo Mario Praz a Roma, il Museo Giannettino-Luxoro a Genova Nervi,  a Milano la casa museo Bagatti Valsecchi,  fra le più importanti e meglio conservate d'Europa, oggi retta da una fondazione privata voluta dagli eredi Bagatti Valsecchi per rendere pubblico il patrimonio d'arte raccolto nella dimora di famiglia, che esprime il gusto dell'abitare di fine '800 di una colta, nobile, ricca famiglia milanese.
Qui la preziosa collezione di manufatti del '500, raccolta dai fratelli Bagatti Valsecchi nella seconda metà del secolo XIX, trova la sua collocazione in un ambiente costruito in quell'epoca seguendo i canoni estetici della cultura rinascimentale.
All'epoca la casa fu spesso citata come un campione di buon gusto da seguire, oggi la casa Bagatti Valsecchi, aperta come casa-museo dal 1994, ci è consegnata intatta e compiuta in ogni ambiente, arredo e oggetto d'uso, e offre una "finestra magica" sulla vita aristocratica a Milano nell'Ottocento.

Altre preziose case-museo italiane sono  Palazzo Primoli a Roma, la villa-museo Panza di Biumo a Varese, quella del Balbianello sul lago di Como, la residenza di Luigi Anton Laura e la moglie Nera ad Ospedaletti, a Milano il museo  Poldi-Pezzoli  è derivato dalla casa di abitazione di un  collezionista, sempre a Milano recentemente un'altra casa-museo, quella di Antonio Boschi e Marieda Di Stefano, per mezzo secolo straordinari padroni di casa con una forte passione comune per l'arte del '900 che li ha spinti ad accumulare con gli anni una ricchissima raccolta di pezzi tra dipinti e sculture, è stata donata al Comune dall'ingegner Boschi, assieme alle oltre 2000 opere in essa contenute, e verrà gestita dalla Fondazione Boschi-Di Stefano.

DE ARCHITECTURA
di Pietro Pagliardini


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