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Parigi, all’Espace Lafayette-Drouot "The World of Bansky”, su 1200 mq. esposte un centinaio di opere del più famoso street artist del mondo. Fino al 31 dicembre 2021.
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La casa-museo
di Vilma Torselli
pubblicato il 15/03/2010
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Dalla Wunderkammer alla casa-museo.
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Non è infrequente, specie nei paesi
di cultura anglosassone, che le dimore private di collezionisti
d'arte vengano trasformate in case-museo
per preservare ed accogliere le opere d'arte e spesso gli
arredi, gli oggetti, le suppellettili raccolte dai proprietari,
offrendo alla collettività le tracce del vissuto di
persone particolari, di cui la storia biografica può
essere oggetto di interesse o anche di semplice curiosità.
La casa-museo amplia il concetto molto in voga nel secondo
cinquecento in tutta Europa, della Wunderkammer,
la "stanza delle meraviglie" , luogo in cui il collezionista
di allora racchiudeva e custodiva oggetti curiosi, ornamentali
o artistici, che suscitavano sorpresa, ammirazione, stupore:
abitudine che si estese nel '700 ad intere dimore di ricchi
collezionisti spesso dotati di ricercata fantasia.
In questo spirito di mantenimento conservativo, fatte salve
ristrutturazioni che non siano di carattere strettamente funzionale
o statico, le strutture dei musei domestici aprono ai visitatori
sia l'immobile abitativo, il contenitore, che il contenuto,
arredi, decori, collezioni ed opere per la dimora e nella
dimora realizzati e raccolti, in indissolubile comunione.
Il fenomeno è oggi ovunque abbastanza diffuso, tanto
che è stato creato il DemHist International Historic
House Museums (Comitato internazionale delle dimore storiche
museo), un'istituzione che si preoccupa di formulare linee
guida museologiche e museografiche concernenti specificatamente
le dimore-museo: il suo scopo è quello di tracciare
una precisa metodologia in base alla quale produrre elaborazioni
teoriche, scelte procedurali, soluzioni di carattere generale
rivolte alle case-museo, per le quali, data la particolare
disomogeneità strutturale e la grande varietà
dei patrimoni artistici da gestire, il problema va affrontato
in termini di massima flessibilità e diversificazione. |
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Storicamente, uno dei primi esempi di casa-museo razionalmente
organizzata ed istituzionalizzata allo scopo è la dimora
londinese di sir John Soane (1753-1837), intellettuale con
la passione per l'arte e personaggio originale, che si trova
al numero 13 di Lincolns' Inn Fields, donata alla nazione
dallo stesso sir John Soane, che fu architetto tra i più
famosi della storia d'Inghilterra (progettista anche della
Banca d'Inghilterra): concepita come residenza personale e
come spazio domestico, divenne nel tempo, per il suo proprietario,
il luogo nel quale raccogliere oggetti curiosi, dipinti (tra
cui alcune opere di Piranesi e di Canaletto), libri antichi
e rari, reperti archeologici, ricreando le suggestioni architettoniche
classicheggianti del romanticismo italiano.
Grazie alla diffusione di questo tipo di struttura espositiva,
frutto di un moderno mecenatismo, si è attuato il passaggio
dal privato al pubblico di un vasto patrimonio culturale ed
artistico messo a disposizione della comunità, costituendo
un vero e proprio sistema museale dal concetto progettuale
un po' diverso da quello normalmente accreditato, fatto di
luoghi singolari ed affascinanti nei quali si esprime nel
modo più efficace la commistione totale fra vita e
arte, con la "mise en scène" teatrale dell'opera
tra le mura per le quali è stata concepita.
Oggi, in tutto il mondo, esistono moltissime case-museo sedi
di importanti patrimoni artistici, The Frick Collection a
New York, Isabella Stewart Gardner Museum a Boston, il Musée
Jacquemart-André a Parigi, il Museo Cerralbo a Madrid,
il Museo Mario Praz a Roma, il Museo Giannettino-Luxoro a
Genova Nervi, a Milano la casa museo Bagatti
Valsecchi, fra le più importanti e meglio conservate
d'Europa, oggi retta da una fondazione privata voluta
dagli eredi Bagatti Valsecchi per rendere pubblico il patrimonio
d'arte raccolto nella dimora di famiglia, che esprime
il gusto dell'abitare di fine '800 di una colta, nobile, ricca
famiglia milanese.
Qui la preziosa collezione di manufatti del '500, raccolta
dai fratelli Bagatti Valsecchi nella seconda metà del
secolo XIX, trova la sua collocazione in un ambiente costruito
in quell'epoca seguendo i canoni estetici della cultura rinascimentale.
All'epoca la casa fu spesso citata come un campione di buon
gusto da seguire, oggi la casa Bagatti Valsecchi, aperta
come casa-museo dal 1994, ci è consegnata intatta e
compiuta in ogni ambiente, arredo e oggetto d'uso, e offre
una "finestra magica" sulla vita aristocratica a
Milano nell'Ottocento.
Altre preziose case-museo italiane sono Palazzo Primoli
a Roma, la villa-museo Panza di Biumo a Varese, quella del
Balbianello sul lago di Como, la residenza di Luigi Anton
Laura e la moglie Nera ad Ospedaletti, a Milano il museo
Poldi-Pezzoli è derivato dalla casa di
abitazione di un collezionista, sempre a Milano recentemente
un'altra casa-museo, quella di Antonio Boschi e Marieda Di
Stefano, per mezzo secolo straordinari padroni di casa con
una forte passione comune per l'arte del '900 che li ha spinti
ad accumulare con gli anni una ricchissima raccolta di pezzi
tra dipinti e sculture, è stata donata al Comune
dall'ingegner Boschi, assieme alle oltre 2000 opere in essa
contenute, e verrà gestita dalla Fondazione Boschi-Di
Stefano. |
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