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Parigi, all’Espace Lafayette-Drouot "The World of Bansky”, su 1200 mq. esposte un centinaio di opere del più famoso street artist del mondo. Fino al 31 dicembre 2021.
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Il Modernismo catalano
di Vilma Torselli
pubblicato il 24/03/2007 |
Un movimento che vuole creare
uno "stile nazionale" unitario, identitario, spagnolo,
catalano. |
Tra la fine dell' '800 e il 1914-15 l'Europa
è percorsa trasversalmente da un movimento rinnovatore che, nelle varie nazioni, pur declinandosi poi in una notevole
varietà di linguaggi e di esiti stilistici, parte inizialmente
con caratteri omogenei di impronta nazionalistica ed avveniristica,
contro ogni forma di accademismo ottocentesco e a favore di
uno stile svincolato dalla tradizione, direttamente ispirato
alla natura e al mondo animale e vegetale: questa corrente,
a seconda delle località, prenderà il nome di
Arts & Craft, Art Nouveau, Jugendstil, Modern Style, Liberty,
Secession Stil e in Spagna si chiamerà dapprima Juventud e poi, approdando in Catalogna, Modernismo.
La rapidità della diffusione del movimento in tutta Europa
si deve innanzi tutto alle nuove tecnologie di riproduzione
fotografica e di stampa, alle accresciute possibilità
di scambi culturali, alle numerose iniziative per l'allestimento
di Esposizioni Internazionali, grandi vetrine per l'architettura,
il design, le arti e l'artigianato, grazie alle quali questo
movimento approda anche in America, dove viene battezzato Art
Dèco. (leggi: L'Art Déco District di Miami)
Nel panorama generale, quello catalano rappresenta la frangia
più radicale del Modernismo, quella più spiccatamente
avanguardista, per la quale la città di Barcellona
fa da traino, essendo la città spagnola più
aperta ai contatti con il resto d'Europa sia in virtù
del suo straordinario sviluppo industriale ed economico, che
incentiva gli scambi con l'estero, sia per una connotazione
locale atavicamente individualista che isola tutta quella
provincia dal resto della Spagna, aprendola invece ad una
cultura europeista ed indipendente.
In realtà la Catalogna
non ha ancor oggi rinunciato ad una propria autonomia culturale
e lo denuncia anche nel mantenere viva una propria lingua,
assai diversa dallo spagnolo ufficiale, tuttavia si può
dire che in periodo modernista ciò non le impedì
di sviluppare forti legami con il resto della nazione, assumendo
comunque un ruolo egemone.
Va sottolineata l'importanza dell'ambiente artistico parigino,
frequentato a partire dal 1850 da molti artisti catalani,
Ramòn Martì y Alsina, Simò Gòmez,
Modest Urgell, Gaspar Mirò, Romà Ribera, artisti
che in qualche misura prepararono il terreno per l'affermarsi
del Modernismo in ambiente spagnolo, facendone un progetto
di espressione culturale nazionale per tutta la Catalogna
e per la Spagna intera, lasciando intravvedere, nelle loro
opere di derivazione post-impressionista, i germi di quello
che sarebbe stato lEspressionismo, il Simbolismo e l'Astrattismo lirico di molta pittura seguente non solo spagnola.
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Gli artisti di talento, figli di questa terra e di questo
particolare periodo storico e degli anni immediatamente successivi
sono eccezionali per numero e per valore: in architettura,
uno per tutti, Antonio Gaudì, il geniale architetto
della Sagrada Familia, e poi Salvador Dalì, Joan Mirò,
Ramon Casas, Santiago Rusiñol, Pablo Picasso.
E' proprio in questo periodo che un giovane Picasso, reduce,
appena diciannovenne, dal suo viaggio a Parigi, prima di giungere
alla scomposizione cubista della forma si confronta in chiave
classicista con i conterranei Dalì e Mirò, prima
del loro periodo noucentista e surrealista. |
Più di quanto non avvenga nelle altre nazioni, il
Modernismo catalano, aspirando alla definizione di uno stile
nazionale, non dimentica la primitiva cultura autoctona
e filtra gli elementi moderni di carattere generale, comuni
a tutti i movimenti europei, attraverso il proprio retroterra
culturale e tradizionale, fortemente connotato, del quale
ricerca le tracce per recuperarle in un'ottica radicalemente
innovativa, con carattere cosmopolita e coraggiosa propensione
alla sperimentazione.
Un'altra caratteristica del Modernismo catalano è la
visione totalitaria per una uniformità stilistica che
comprenda tutte le forme artistiche, pittura, scultura, architettura,
ma anche arredamento, artigianato, grafica, decorazione, ceramica,
tanto che, pur nell'autonomia progettuale di ciascuna opera,
si può riconoscere nel complesso una armonica omogeneità
formale.
In sintesi, per tracciare i caratteri salienti di un movimento
che in Catalogna è stato più incisivo che in
altre nazioni europee, si può dire che la sua peculiare
particolarità risieda nell'intenzione, prima ancora
che nella realizzazione, fortemente unitaria e identitaria,
volta alla formazione di una cultura come espressione reale
e coerente di tutto un popolo, in tutta la molteplicità
delle sue manifestazioni, superando nell'arte quel regionalismo
politico e culturale che ancora oggi caratterizza questa zona
della Spagna. |
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