Il Divisionismo è un movimento artistico
italiano, con strette analogie con il Pointillisme, importante
movimento francese di carattere neo-impressionista, che conta
personalità di notevole calibro quali Paul Signac e George
Seurat.
Cronologicamente, il Divisionismo si colloca a cavallo della
fine dell' '800 e l'inizio del '900, con nascita ufficiale nel
1891, logisticamente ha il suo luogo d'origine a Milano, dove
si collega alla precedente Scapigliatura ed in genere alla locale
tradizione pittorica del tardo '800, oltre che all'attività
di alcuni artisti particolarmente innovativi come ad esempio
Medardo Rosso.
Nella definizione della poetica divisionista concorrono vari
fattori, alcuni di impronta squisitamente tecnica o tecnicistica,
altri di natura contenutistica ed estetica, si può
comunque dire in generale che il movimento risenta degli orientamenti
del pensiero positivista e della conseguente fiducia nel progresso
scientifico e tecnico, specificatamente riguardanti gli studi
sulle leggi della visione ottica ad opera di Michel Eugène
Chevreul e Nicholas Odgen Rood, sui principi della scomposizione
del colore e la sua successiva ricomposizione compiuta dalla
retina, sui contrasti simultanei e i colori complementari.
La tecnica che gli artisti divisionisti derivano da queste
conoscenze scientifiche si basa sul principio che i colori,
usati puri e disposti in piccole aree l'una accanto all'altra,
divisi anzichè mescolati, vengono percepiti fusi sulla
retina, conseguendo un effetto di maggior luminosità
dell'insieme: per attuare queste premesse, i divisionisti
utilizzano pennellate filamentose, brevi, spezzate, stendendo
piccoli tratti di colore, talvolta semplici puntini, con un
minutissimo effetto mosaico o pixel che elimina automaticamente
le impurità cromatiche inevitabili quando si ricorre
all'impasto di più colori.
Mentre la frangia francese del movimento pone particolare
attenzione agli esiti tecnici dell'opera, il Divisionismo
in Italia privilegia soprattutto il carattere artistico e
simbolico, cercando la luce, ora soffusa e crepuscolare, ora
prorompente e intensa, nella pittura dal vivo, dipingendo
all'aria aperta, con lo scopo dichiarato di comunicare allo
spettatore le impressioni e le emozioni indotte nell'artista
dall'osservazione della natura, dimostrando come la tecnica
divisionista possa essere un mezzo d'intensa espressività
stilistica ed emotiva.
Per questo motivo vari artisti di movimenti pittorici contemporanei,
quali il Liberty e il Futurismo, adottano la tecnica divisionista,
tra questi Gaetano Previati, dal lirismo visionario e fantastico
e dal fluido segno tipicamente floreale, Giovanni Segantini,
di impronta neo-impressionista, forse il più divisionista
del gruppo, Balla e Boccioni, capostipiti del Futurismo, che
utilizzano quella particolarissima tecnica per esprimere la
dinamica del movimento, alla base della loro poetica.
Fanno la comparsa nuove tematiche di carattere sociale legate
alla contemporaneità, dai contenuti più impegnativi
scaturenti da un nuovo rapporto con la realtà e con
la natura, come nei quadri di Giuseppe Pelizza da Volpedo,
tuttavia non si può parlare di arte a carattere sociale
quanto di arte di impronta realistica, che verrà denominata
Verismo italiano, sulla scia del movimento naturalista francese
di ispirazione positivista: in effetti non sempre, specie
in campo figurativo, si realizzerà una vera corrispondenza
di sentire tra l'artista ed il soggetto rappresentato, le
nuove masse proletarie, operaie e contadine, affermandosi
soprattutto l'oggettività della rappresentazione accanto
ad una impersonale osservazione dell'artista che analizza
una realtà nuova più con curiosità che
partecipazione.
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