La Scuola di Barbizon, che prende il nome dall'omonimo
villaggio a sud di Parigi, presso la foresta di Fontainebleau,
definisce un gruppo di artisti che, lì radunati, si dedicavano
alla pittura en plein air, portando la loro attrezzatura all'aperto,
nel bel mezzo dell'ambiente naturale, per ritrarre dal vero
il paesaggio o i contadini al lavoro nei campi, alla diretta
luce del sole, lontano da ogni manipolazione artificiosa dell'immagine.
Attorno al 1835, questo gruppo di pittori, di cui i più
noti sono Corot, che diventerà uno dei maggiori vedutisti
del secolo, Courbet, Daubigny, Millet e Theodore Rousseau, leader del gruppo, dà l'avvio alla nascita del realismo, ciò
che in parallelo fanno in Italia, seppure con diversi mezzi
formali, i Macchiaioli toscani, e pone significative premesse
all'affermarsi di una tecnica e di una filosofia artistiche
da cui originerà il più importante movimento europeo
di fine '800, l'Impressionismo. Non mancando tuttavia, nelle
composizioni barbizonnières, residui echi postromantici,
soprattutto identificabili in una certa enfaticità narrativa
ed in uno stile pittorico talvolta monumentalistico.
Il più diretto ascendente della poetica della Scuola,
per ciò che riguarda soprattutto l'aspetto descrittivo,
va ricercato nella pittura di paesaggio inglese, soprattutto
quella di Constable, anticipatore di una tecnica pittorica
di scomposizione cromatica in piccole macchie di colori puri
che diverrà tipica degli impressionisti, largamente
debitori nei confronti delle esperienze pittoriche della prima
metà dll' '800, soprattutto di Delacroix, Turner e
Constable.
Il realismo dei pittori di Barbizon è prima di tutto
una presa di posizione culturale ed ideologica, vuol significare,
attraverso la riproduzione di una realtà non adulterata
nè abbellita nè edulcorata, l'acquisizione di
una coscienza morale dei problemi sociali dell'epoca, il coraggio
di un'obiettività di analisi che non mascheri la realtà,
per quanto brutta e sgradevole, ma la rappresenti nella sua
crudezza oggettiva, perchè tutti ne prendano coscienza.
L'intento provocatorio, la posizione polemica verso ogni ipocrisia
sociale e verso gli interessi della boghesia ricca ed indifferente,
l'atteggiamento di forte critica al sistema politico del tempo
anticipano con grande libertà di pensiero quelle che
saranno, da lì a pochi decenni, le istanze delle avanguardie
artistiche del '900, decretando tuttavia, per gli artisti
di Barbizon, una difficile accettazione da parte dei contemporanei.
Il contenuto morale della pittura realista della Scuola di
Barbizon andrà sostanzialmente perduto nel successivo
Impressionismo, sviluppatosi dopo il 1860, che porrà
invece l'accento sulle implicazioni essenzialmente ottico-percettive
della fedele rappresentazione di una realtà raffigurata
soprattutto nei suoi aspetti più francamente gradevoli,
decorativistici e formali.
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