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Michel Atlan, "La Kahena"
di Vilma Torselli
pubblicato il 17/05/2007
Il racconto segnico semplice e brutalista, nostalgico ed ingenuo, di un'Africa amata e rivisitata nel simbolismo magico dei suoi miti arcaici.
Jean-Michel Atlan (1913 -1960), nato in Algeria, laureato in filosofia alla Sorbona, perseguitato come ebreo ortodosso (sfuggì alla cattura nazista simulando squilibri psichici e facendosi rinchiudere in clinica), autore di un delicato libro di poesie ("Le sang profond", 1944), personalità psicologicamente complessa ed emotivamente instabile (non si sa fino a che punto la sua fu simulazione o vera pazzia), si connota per la grande carica simbolista dei suoi dipinti.
Inquadrabile nell'astrattismo lirico che, nell'Europa postbellica degli anni '40/'50, si afferma come la corrente prevalente, anche perchè si tratta di una definizione se non generica, certamente piuttosto ampia in grado di comprendere molti degli artisti a lui contemporanei, Atlan tuttavia non si riconosce in nessun gruppo o corrente, contaminato dal senso di confusione generale dopo il crollo dell'ideologia nazifascista, l'esodo in massa verso l'America dei surrealisti, la crisi morale e sociale susseguente agli eventi bellici in Europa.

In un clima di generale sbandamento e di sostanziale mancanza di valori, anche artistici, Atlan, che viene talvolta genericamente associato alla Scuola di Parigi, per la verità guarda con simpatia e partecipazione ad un gruppo di area belga-olandese-danese che a Parigi eleggerà dimora nel suo studio e che darà vita ad uno dei più interessanti movimenti avanguardisti del '900, il Gruppo Cobra, nome inventato durante una riunione degli aderenti in un caffè di Parigi e costituito dall'acronimo dei nomi di tre città, Copenaghen, Bruxelles, Amsterdam, capitali delle nazioni alle quali i componenti appartenevano.
Il movimento contesta i canoni contemporanei sia dell'astrattismo geometrico sia del realismo descrittivo con atteggiamento provocatorio nei confronti di ogni intellettualismo per recuperare il primitivo spirito dell'Espressionismo tedesco, finalizzato alla ricerca della massima e più diretta libertà di espressione della fantasia dell'artista.
Atlan concretizza così un suo linguaggio personale attraverso la fusione di elementi surrealisti ed espressionisti e dà vita ad un suo stile pittorico informale e gestuale venato di simbolismo magico di matrice africana, con reminiscenze precolombiane.

Al critico Jean Cathelin, che gli fa visita otto giorni prima che egli muoia nel suo podere in Bourguignon, dice di essere ossessionato dal lato mistico della sua città natale, Costantine, in Algeria, per lui tanto messicana che africana: "l'Africa è assolutamente magica, ritmica, poetica, vitale, esplosiva, molto giovane e molto vecchia", e dai miti arcaici del mondo africano, dal movimento ritmico del ballo tribale disse sempre di aver tratto ispirazione per il suo lavoro.

"La Kahena", 1958, un olio su tela oggi al Musée National d'Art Moderne, Parigi, uno dei suoi più celebri quadri, seppur decisamente astratto nell'assoluto antinaturalismo, è al tempo stesso figurativo nella rappresentazione della trasformazione morfologica di una realtà non meglio precisata in materia grezza, attraverso un linguaggio brutalista di comunicazione immediata che ispirerà Klee e che ritroviamo anche in Dubuffet, il quale nel 1947 conierà il termine Art Brut.
Simbolo mistico, espressione dell'inconscio, immagine fantastica di un folclore primitivo, danza tribale, rappresentazione totemica, sono molti i richiami e le allusioni suggerite dalle nere linee morbide, spesse e marcate, che delimitano vivaci campiture cromatiche dai caldi toni dell'ocra (con un "cuore" rosso), intrecciando un racconto segnico volutamente semplice ed incolto, una nostalgica rivisitazione archeologica narrata con l'alfabeto ingenuo dell'arte semplice di un individualista, di un moderno guerriero dalle sfumature eroiche che concepisce la pittura come gesto necessario per far affiorare il substrato istintuale.

Lontano dalla pittoricità selvaggia ed eccessiva di tanti componenti del Cobra e dalla loro focosa aggressività stilistica, Atlan conserva del movimento la capacità narrativa favolistica, attraverso la quale ci propone la "sua" Africa, con amore, con entusiasmo, con nostalgia.

* articolo aggiornato il 25/05/2013


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