"The Slave Ship", Slavers Throwing
Overboard the Dead and Dying -Typhoon Coming On", del 1840, olio
su tela di 91x122cm, appartenente alla Collezione Henry Lillie
Pierce, oggi al Museum of Fine Art di Boston, è uno dei
più suggestivi seascape realizzati da Joseph Mallord
William Turner (17751851) e rappresenta un naufragio in
unatmosfera tempestosa presaga di una immane catastrofe,
in un mare turbolento arrossato dalla luce infuocata di uno
spettacolare tramonto dove le onde brulicano di figure umane
e pesci ed animali marini mitologici che ingaggiano con i naufraghi
una lotta allultimo sangue.
Noto come 'The Slave Ship', il dipinto ha un sottotitolo
talmente descrittivo ed enfatico da risultare eccessivo, il
che ha indotto alcuni critici a leggervi unimplicita,
appassionata denuncia di tipo politico, una presa di posizione
di Turner contro il commercio degli schiavi, ma è più
probabile che il tema sia puro pretesto per una rappresentazione
che John Ruskin definì the noblest sea ever
painted, un quadro di drammaticità estrema
che produsse un notevole effetto alla mostra della Royal Academy nel 1840 e che lo stesso artista accompagnò con queste
righe poetiche:
Aloft all hands, strike the top-masts and belay;
you angry setting sun and fierce-edged clouds
Declare the Typhoon's coming.
Before it sweeps your decks, throw overboard
The dead and dying ne'er heed their chains
Hope, Hope, Fallacious Hope! Where is thy market now?
Lantico veliero in preda alla tempesta che soccombe
alla furia della natura sullo sfondo del sole calante vuol
simboleggiare anche la fine di unepoca eroica, lepoca
romantica nella quale la formazione culturale di Turner ha
le sue radici, a fronte dellavanzata della modernità,
della moderna tecnologia a vapore, sia per mare che per terra,
che sarà tema di molte altre sue opere paesaggistiche.
Tema ricorrente nell'opera di Turner, già presente
nelle opere giovanili come un acquerello del 1796, che raffigura
una tempesta al largo di Dover, è la natura, potente
ed ostile eppure sublime, che soverchia uomini e cose in una
visione apocalittica e distruttiva dei fenomeni naturali.
Quadro, questo, di più o meno nascosti significati
simbolici giocati sui contrasti e sui contrapposti, luomo
e la natura, la bellezza del paesaggio e lazione distruttrice
delle forze che lo animano, la debole tecnologia umana e linarrestabile
furia degli elementi in un mondo di antitesi e contraddizioni,
umano ed imperfetto, visto attraverso la lente di un soggettivismo
intenso e sofferto.
Con più di cento anni di anticipo sugli Impressionisti,
William Turner esprime compiutamente nella sua piena maturità
artistica una personale ricerca sulla luce e sul colore, tra
i primi pittori, con John Constable e Caspar David Friedrich,
ad occuparsi del paesaggio, con un occhio al "Tractatus"
di Leonardo, dipingendo la natura, soprattutto le acque, l'atmosfera,
i cieli, non più come semplici sfondi a scene figurative,
ma come principali protagonisti della composizione, in una
ricerca esasperata della luce e della sua rappresentazione
che sarà di ispirazione all'opera di Monet, specialmente
nell'ultimo periodo della sua attività.
Non va probabilmente sottovalutato leffetto di un deficit
visivo senile che, negli ultimi anni della vita di Turner
(morirà una decina danni dopo aver dipinto quest'opera)
può aver influenzato lesecuzione di questo ed
altri quadri nei quali si ravvisa un notevole cambio stilistico,
sintomo di un radicale cambiamento della sua visione del mondo,
certamente legata allevoluzione ed alle esperienze personali,
ma anche ad una minor efficienza della funzione visiva, a
causa della presbiopia o probabilmente di una cataratta: pare
così che, in vecchiaia, il mondo sia per Turner finalmente
diventato quel luogo sconosciuto e caotico di vapori sfumati
e forme indistinte che egli ha inseguito e cercato di rappresentare
per tutta la sua vita precedente.
Da lì partirà lImpressionismo e trarrà
significativi spunti la poetica dell'inconscio dell'Espressionismo
.
|