Gaetano Previati (1852-1920) è un divisionista con
connotazioni fortemente simboliste che utilizza il linguaggio
divisionista (aderisce al movimento nel 1889) per esprimere,
in chiave allegorica, personali istanze spirituali.
Convinto che per l'artista "la speranza di ritrovare nel
mondo esterno il quadro già composto e che resista tanto
che egli abbia la comodità di copiarlo" non si presenti
mai, Previati rinuncia ad un'arte che sia contraffazione del
vero per un'arte che, abbandonato il mondo fenomenico, sia espressione
dello spirito vitale, dell'afflato interiore, attraverso opportuno
utilizzo del colore e della luce, o meglio del colore luminoso,
della forma intrisa di luce, della linea ondulata ed elegante,
ad andamento serpentino, una delle caratteristiche principali
del Liberty italiano, in antitesi con i rigidi canoni classici
per un linguaggio espressivo libero, fantasioso, naturale e
spontaneo.
Previati annette molta importanza alla ricerca tecnica, alle
basi scientifiche del fenomeno ottico-visivo, ma soprattutto
all'indagine sulle motivazioni psicologiche che dirigono il
suo operare, producendo anche scritti teorici sulla possibilità
che l'arte esprima la sensibilità interiore dell'artista
e che la tecnica prescelta sia il mezzo per trasmetterla a
chi osserva l'opera.
"Il carro del sole", (1907), olio su tela di 127x185
cm, oggi a Milano nella Camera di Commercio Industria e Artigianato,
propone uno dei tanti soggetti a sfondo mitologico cari a
Previati e recuperati dalla tradizione classica di ispirazione
romantica, particolarmente adatti al sentire mistico sul quale
si innesta il simbolismo della sua pittura, talvolta con sfumature
retoriche, talvolta macchinosamente allegorica.
Il dipinto fa parte di un trittico comprendente anche "Il
giorno" e "La notte" ed è una esemplare
sintesi delle teorie divisioniste sul colore e sulla luce,
un trionfo di gialli, rossi, arancio, stesi accostati con
tratteggio sottile in grado di ottenere una delicata vibrazione
luminosa, in pennellate allungate leggermente incurvate che
differenziano nettamente la tecnica divisionista dal pointillisme
dal quale la si fa comunemente derivare, definendo i caratteri
di quello che sarà lo stile pittorico futurista.
La pennellata densa e filamentosa che increspa la superficie
della tela con una fitta e minuziosa trama materica, cattura
la luce, accendendo il colore, spesso accostato al suo complementare,
alla maniera impressionista, nel rispetto delle leggi di Chevreul
(1838) sull'interazione dei colori adiacenti, sviluppate anche
da Helmhotz e da Rood, sulle quali i divisionisti elaborano
l'uso di colori puri e complementari, divisi, appunto e non
mescolati fra loro, in distinte pennellate che l'occhio dell'osservatore
fonde in vibrazioni cromatiche luminose.
Come in altre opere di Previati, il dipinto ruota attorno
al tema della lotta tra luce e tenebre, qui risolto nel trionfo
del dio Sole, simbolo della vita e del bene, che avanza impetuosamente
trainato da una quadriga galoppante in un turbine atmosferico
avvolgente e confluente nella figura del giovane dio con le
redini saldamente in pugno.
La figura, un audace controluce stagliato su uno sfondo infuocato,
esaltata dal punto di vista abbassato, riassume il centro
focale prospettico della composizione ed il più generale
significato simbolico della possibilità umana di dominare
le forze della natura, simbologia accentuata dal moto ascensionale
dell'insieme che anticipa per certi versi alcune opere di
Boccioni e che identifica in Gaetano Previati la figura chiave
del passaggio dalla Scapigliatura al Futurismo italiano.
link:
Il Divisionismo italiano
Successioni simboliste
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