Kees Van Dongen (1877-1968) è un pittore
dalla personalità marcatamente individualista che gli
permette di conservare, seppure all'interno di una serie di
variegati rapporti in una vita movimentata, sregolata ed anarchica,
un suo stile pittorico personale e caratteristico, congeniale
alla sua estroversione ed alla sua esuberanza.
Van Dongen ha subito l'influenza della pittura di Paul Gauguin e di quella dei Nabis, quella del contemporaneo Impressionismo,
ha guardato con interesse alle prime sperimentazioni cubiste,
ma la matrice del suo discorso artistico resta chiaramente
fauve (espose infatti nel 1905 alla celebre mostra del Salon
d'Automne), sia nel violento colorismo, sia nei temi prediletti,
gente comune ed umile, prostitute, ballerine, vari ritratti
ed alcuni paesaggi, sia nel segno, pesante e movimentato.
Le composizioni solidamente costruite con sensibilità
squisitamente materica perdono ben presto la primitiva impronta
postimpressionista declinando in una pittura a macchie irregolari
di colori accesi, come in questo "Autoritratto"
del 1906, forte, passionale, istintiva, che compensa una sostanziale
carenza culturale e teorica con una immediatezza espressiva
accattivante e coinvolgente.
Al di là del festoso trionfo di colori, della vitalità
prorompente delle rappresentazioni, della corporeità
solare dei personaggi, si capta tuttavia nella pittura di
Van Dongen una sotterranea vena tormentata che riconduce piuttosto
alla ricerca espressionista nella sua forma più pura
e semplice (non a caso nel 1908 egli aderì a Die Brücke in occasione di un suo soggiorno in Germania) e ne costituisce
il tratto più originale: l'autoritratto è una
figura forte, non bella ma di attrazione magnetica, un volto
asciutto, uno sguardo duro, un insieme di tratti segnati da
ombre inquietanti, un uomo che guarda il mondo con severità
e disincanto.
Sommario e sinuoso il segno di contorno, la figura è
costruita dal colore intenso, con forti contrasti, steso in
tocchi rapidi ma fermi, entro uno spazio vuoto privo di riferimenti
prospettici e dimensionali, il rosso dello sfondo, brillante
ed innaturale, accende il volto di riflessi caldi, caricandolo
di una mossa drammaticità di profonda intensità
psicologica.
Il maggior fascino della pittura di Van Dongen consiste nella
capacità di stabilire un contatto diretto con il cuore,
cortocircuitando la mente, come accade quando ci si trova
davanti ad un artista che vive la sua arte senza preoccuparsi
nè dello stile nè della coerenza, abbandonandosi
all'impulso ed all'ispirazione creativa del momento.
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