Wifredo (mancante di una L per un errore di trascrizione) Oscar de la Concepción Lam y Castilla, Wilfredo Lam (1902-1982), nato a Cuba nel quartiere Coco-Solo di Sagua La Grande, è un artista
fra i più determinanti per l'evoluzione in senso
moderno dell'arte visiva del suo paese, che, sviluppatasi entro
un ambiente culturale chiuso e povero di contatti, presenta
forti caratteristiche tradizionali e classicheggianti fino all'inizio
del '900, periodo in cui si apre invece a proficui scambi con
le culture esterne, soprattutto europee e soprattutto parigine.
Lam è un artista di formazione cubana che non dimentica
le radici afro-caraibiche della sua terra, la matrice fantastica
della cultura visiva cubana, la componente selvaggia e spontanea
di un'arte primitiva che in quel paese è sempre stata
libera di esprimersi senza censure e senza pastoie intellettualistiche.
Né dimentica, trasferitosi in Spagna nel '23,
l'impegno politico che lo accomuna agli intellettuali cubani presenti a Madrid che sognano lo stabilizzarsi di una Repubblica Spagnola democratica e moderna, sulla scia del consenso elettorale al Fronte Popolare Spagnolo sostenuto dalle milizie operaie antifasciste. Il golpe militare di Francisco Franco e una serie di tragiche vicende personali indurranno Lam a lasciare la Spagna e a traserirsi, agli inizi degli anni '40, a Parigi dove il suo particolare background culturale lo pone in immediata
sintonia con Picasso, che ha 20 anni più di lui e al quale giunge grazie ad una lettera di presentazione di un comune amico.
All'epoca, come altri artisti contemporanei
anche Picasso guarda con interesse all'arte "negrista", trovando nel giovane Lam un interlocutore colto e stimolante, allargando il contatto all'ambiente dei Surrealisti di André Breton e dando l'avvio
ad una circolazione di reciproche influenze, di scambi culturali, di contaminazioni che fanno dire allo stesso
Breton: "E' probabile che Picasso abbia trovato
in Lam la sola conferma a cui poteva tenere, quella dell'uomo
che al contrario di lui aveva compiuto il cammino inverso:
raggiungere, partendo dal meraviglioso primitivo che è
in lui, le più alte vette della conoscenza".
Da queste contaminazioni, attraverso un'insolita osmosi culturale
tra i più raffinati artisti europei ed un meticcio cubano di
padre cinese e madre afro-ispanica, cresciuto in una Cuba
cattolica sotto la guida di una madrina maga e guaritrice,
scaturisce un linguaggio che sintetizza originalmente influssi
surrealisti e suggestioni cubiste in opere popolate da figure
umane fantasmagoriche, idoli africani, totem e divinità
santere, animali fantastici, indistinte forme biomorfe entro
uno spazio irreale privo di profondità invaso da una
lussureggiante vegetazione tropicale.
Filo ispirativo da cui Lam deriva la sua ricerca tematica
e formale sono i valori culturali e spirituali della Santerìa,
religione sincretica nata tra gli schiavi importati dallAfrica
a Cuba dalla fusione tra le credenze nigeriane Yoruba ed il
cattolicesimo: segnata da una variegata multiculturalità,
la pittura di Lam è l'incontro-scontro del Caribe ancestrale
e primigenio con la modernità della civilizzazione,
dell'uomo con la natura, della magia con la cultura, un confronto
al quale egli, afrocubano con l'amore per l'Europa, per il
Surrelismo, il Cubismo, ma anche per Bruegel, Bosch, Goya,
Matisse, Mirò, Leger, Ernst, guarda con nostalgia e
drammaticità, attraverso la lente di un tragico vissuto
personale di cui probabilmente porta il segno (la morte della
giovane moglie e del figlio).
Sorprendentemente, questo artista irruento e visionario fino
all'eccesso riesce tuttavia ad abbinare alla forza incisiva
del segno, che ne fa un validissimo acquafortista e litografo,
una ricerca cromatica tonale di grande sensibilità
e delicatezza nell'acquerello ed a sintetizzare nella pittura
ad olio disegno e colore conservando un preciso senso della
forma, che mantiene una sua leggibilità, seppure trasfigurata
in un simbolismo fantastico.
Fra i temi prediletti di questo artista che Enrico Baj ha
definito "nomade della giungla", l'ambiente naturale
caraibico, la giungla, appunto, come in questo "The
Jungle", 1943, gouache su carta montata su tela, 239.4
x 229.9 cm, oggi nella Collezione del MOMA di New York, acquistato nel 1944 dall'allora direttore James Johnson Sweeney.
La giungla di Lam
è il luogo
dell'immaginario, popolato di misteri, sinonimo di paure ancestrali,
fuori dal tempo e dallo spazio, incontaminato ed intatto nella
sua magicità originaria.
Proprio
nel ricorso quasi ossessivo
a questo tema, riaffiora con prepotenza la componente spirituale,
mitologica e ritualista della cultura caraibica, una "africanità"
che determina nell'opera di Lam, al di là delle influenze
e delle esperienze europee, una composizione della rappresentazione
che si appropria degli elementi strutturali della scultura
e del disegno africani tradizionali, specialmente zairesi.
Sintesi tra moderna astrazione e imprinting mitologico, tra
cultura e primitivismo, tra bellezza e ferocia, tra religiosità
e paganesimo, la pittura di Wilfredo Lam attrae ed affascina
per le sue contraddizioni, che sono quelle dell'animo umano,
a tutte le latitudini.
* articolo aggiornato il 26/03/2016
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