Franz Marc (1880-1916) tedesco bavarese, è
un pittore dalla vita e dalla carriera brevi ed intense che
si sono intersecate con avvenimenti cruciali della storia del
'900: di tendenza espressionista, aderente alla Neue Künstlervereinigung,
realizza la sua esperienza più importante assieme a Vassilij
Kandinskij, nella fondazione di "Der blaue Reiter",
corrente che segna una svolta decisiva dell'Espressionismo tedesco verso un orientamento spiritualistico di tipo simbolista che
afferma la possibilità, per l'artista, di un totale distacco
dalla realtà, importante premessa allo sviluppo di un'arte
assolutamente astratta.
Kandinskij sarà infatti il primo
artista a realizzare, nel 1910, un acquerello totalmente astratto,
mentre lo stesso Marc scrive: "......Lapparenza
è sempre piatta, ma allontanatela, allontanatela completamente
dal vostro spirito immaginate che né voi, né
la vostra immagine del mondo esistano più - e il mondo
rimane nella sua vera forma, e noi artisti intuiamo questa forma;
un demone ci concede di vedere tra le fessure del mondo, e ci
conduce in sogno dietro la sua variopinta scena.
La componente spirituale è molto evidente in Marc,
che aveva da giovane intrapreso studi teologici per divenire
pastore calvinista, assecondando la sua propensione verso
una concezione filosofico-religiosa della vita con un concetto
dell'arte sostanzialmente mistico, intesa come strumento intellettuale
attraverso il quale giungere alla rappresentazione dello spirito.
Nella poetica di Marc convergono influssi molteplici e diversi,
tradizionali e avanguardisti: la radice romantica che permea
tutta la cultura tedesca, l'influsso dell'ambiente artistico
parigino di tendenza impressionista e fauve, l'intenso colorismo
del cubismo orfico di Delaunay e quello violento e liberatorio
di Vincent van Gogh, fino all'incontro con Kandinskij che
lo spingerà decisamente verso una pittura simbolista
ed astratta. Con qualche riluttanza, però, poiché
Marc non abbandona mai la figurazione, anche se tende ad una
progressiva essenzialità del segno e ad una elaborazione
cromatica funzionale ad una versione cubista della forma,
scomposta e semplificata in elementi sempre meno descrittivi.
La natura, paesaggi, boschi, fiumi, resta la principale fonte
ispirativa di Marc, e con essa gli animali che la popolano
e che acquisiscono via via importanza sempre maggiore fino
a divenire soggetto protagonista di molti dipinti: fiere,
mucche, volpi, scoiattoli, scimmie, ciascuno con le loro caratteristiche
salienti, potenti o leggiadri, fragili o feroci, incarnano
le forze del cosmo, metafora di un ordine superiore insito
nella natura, manifestazioni simboliche di una naturalità
primigenia, pura, incontaminata, tramite perfetto tra l'uomo
ed il resto del creato.
La forma animale, in questo "La tigre" del 1912,
olio su tela ora alla Stadtische Galerie im Lenbachhaus a
Monaco, come negli altri sullo stesso tema, è compatta
e solida, analizzata nelle sue componenti geometriche, alla
maniera cubista, tuttavia sciolta e vivace per il trattamento
del colore del quale l'artista evidenzia le possibilità
di comunicazione emotiva, secondo lo stile fauve, alla ricerca
degli effetti psicologici legati alla fisiologia della percezione
cromatica, facendo presagire un cammino verso la dissoluzione
e l'astrazione della forma che non avrà modo di completare:
cade infatti sul fronte militare di Verdun, a soli 37 anni,
terminando così tragicamente la sua vita e la sua storia.
Ci resta di lui la produzione di una decina d'anni, dipinti
venati di ingenuo lirismo, di una sensualità innocente,
con ripetuti accenni ad una ricerca di purezza morale vagamente
ossessiva, specchio di una vita interiore ricca ed attentamente
scandagliata che la sorte interromperà drammaticamente,
lasciandoci delusi interlocutori di un discorso interrotto.
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