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Parigi, all’Espace Lafayette-Drouot "The World of Bansky”, su 1200 mq. esposte un centinaio di opere del più famoso street artist del mondo. Fino al 31 dicembre 2021.
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Giacomo Balla, "Numeri innamorati"
di Vilma Torselli
pubblicato il 13/04/2007 |
Matematica e numeri per esprimere
l'idea di un ordine superiore insito nella natura. Mostre per celebrare i 60 anni dalla morte dell'artista. |
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Giacomo Balla (1871-1958) è una figura del Futurismo italiano di grande incisività, pur non rappresentando
in pieno i tratti tipici dell'artista futurista ed avendo un'idea
di Futurismo molto diversa da Boccioni.
Il suo esordio è connotato da una forte ispirazione sociale che lo avvicina alla tecnica divisionista, per indirizzarlo
poi verso il Futurismo, di cui, nel 1910, firma il manifesto:
diverrà il maggior rappresentante della derivazione romana,
in occasione della seconda ondata del movimento nel 1920.
Durante la sua attività, fortemente influenzata dalle
ricerche sul movimento, anche attraverso gli esperimenti fotodinamici
di Bragaglia, Balla esprime in modo molto vario ed ecclettico
la sua poetica, con opere astratte che riducono a pure forme
geometriche la luce e la velocità, con fantasiose stilizzazioni
di elementi naturalistici e con soluzioni decorative di grande
impatto, nel tipico "stile 1925", per accostarsi in
età matura con rinnovato interesse alla figurazione,
il ritratto, il paesaggio, la vita quotidiana, con il recupero
di certi temi della sua ispirazione originaria.
Alla fine degli anni '30 Balla si dissocia dal Futurismo, spostandosi
verso posizioni di realismo assoluto, unico mezzo per riscattare
l'arte dalla sterile riduzione in forme ornamentali e decorative
Questo dipinto, "Numeri innamorati", del 1925,
in pieno clima futurista, testimonia il contatto avvenuto
tra l'artista e l'ambiente costruttivista russo, verificatosi
in occasione della sua partecipazione, con Depero e Prampolini,
all'Exposition des arts décoratifs di Parigi, nel 1925:
particolarmente colpito dal padiglione russo allestito da
Rodchenko e El Lissitsky e da quanto proposto da Le Corbusier con il padiglione de "L'Esprit Nouveau" (ricordiamoci
che Le Corbusier aderisce al Cubismo ed influenza anche le
arti visive con il suo messaggio razionalista), Balla si avvicina
ad una interpretazione meccanicistica della realtà,
della quale ricerca le intime leggi armoniche, nell'ottica
di una stilizzazione razionale della rappresentazione.
In modo del tutto inedito ed originale, Balla ritrae dei numeri,
che fanno parte della famosa serie di Fibonacci, 1, 2, 3,
5, 8, 13, 21, 34, 55, 89, 144, 233, 377..., dove ogni numero
rappresenta la somma dei due che lo precedono, al tempo stesso
rappresentando anche le simmetrie della natura, come, per
esempio, la distribuzione delle ramificazioni, dei semi, delle
foglie, dei petali del mondo vegetale.
E' evidente la ricerca di un linguaggio espressivo rigoroso,
di ispirazione matematica, organizzato secondo un ordine superiore,
secondo le regole di una perfezione al di là dell'apparenza,
per conciliare l'interesse crescente per il realismo che caratterizzerà
il successivo periodo, con una mai sopita esigenza interiore
di assoluto.
Vale la pena di sottolineare una curiosità: sul piano
strettamente matematico, il numero 4 non fa parte della serie
di Fibonacci, quindi la sua presenza nel dipinto non sembrerebbe
motivata. Non è ormai più possibile porre il
quesito all'autore, nè mi risulta che egli abbia mai
spiegato la ragione della sua inesattezza, anzi per la verità
non risulta neppure che abbia dichiarato esplicitamente di
voler raffigurare la serie di Fibonacci.
La presenza è forse dovuta ad ignoranza della vera
serie di Fibonacci, o piuttosto disinteresse per la sequenza
reale, forse Balla ha voluto fare solo una citazione, una
sfida, dimostrando che anche raffigurando semplici numeri,
anzichè paesaggi o figure, si può esprimere
l'essenza della natura, anzi se ne può cogliere il
vero significato meta-fisico, oltre le apparenze, rintracciabili
nell'armonia matematica che governa l'universo.
Per fortuna, l'arte ha le sue licenze poetiche .......
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Mostre in Italia per celebrare i 60 anni dalla morte dell'artista:
Milano, alla Galleria Bottegantica, esposte una trentina di opere dell’artista, tempere su carta, complementi d’arredo, schizzi per oggetti di design. Fino al 2 dicembre 2018.
Roma, al Museo Carlo Bilotti, Aranciera di Villa Borghese, mostra antologica incentrata esclusivamente sulle opere dipinte a Villa Borghese, privilegiando la prima produzione pittorica dell’artista, non ancora futurista, mirata allo studio della luce e del colore.
Fino al 17 Febbraio 2019.
San Miniato di Pisa, Palazzo Grifoni, "Balla e il '900", in mostra varie opere pittoriche e scultoree messe a confronto con quelle di altri grandi artisti come De Chirico, Morandi, Sironi, Rosai, De Pisis, Severini.
Fino al 15 aprile 2018.
Bologna, alla Galleria Cinquantasei, "Le quattro stagioni", antologica sull’intero percorso pittorico dell'artista, dal Divisionismo al figurativismo. Fino all'11 marzo 2018. |
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