Pericle Fazzini (19131987) fu, nel panorama
del '900, personalità poliedrica di artista globale,
amico di poeti come Ungaretti, di artisti quali Guttuso, Birolli,
Mafai, Pirandello, Afro Basaldella, con alcuni dei quali aderì
a Fronte Nuovo, movimento aperto a tutti gli artisti che aspiravano
a un deciso rinnovamento della cultura italiana, nel rispetto
di posizioni personali anche contrastanti e nell'ottica di un
costruttivo dibattito culturale: scrittore e scultore di grande
sensibilità e di profonda spiritualità, in tutti
i casi ed in tutti gli ambiti Fazzini appare mosso da una ineludibile
aspirazione allassoluto, al divino, a ciò che trascende
le umane limitazioni.
Nella persuasione che l'uomo abbia con l'universo "un rapporto
mistico e ascetico" e che tutta la sua vita riassuma "l'ansia
e la promessa di un nuovo regno", Fazzini cerca di quell'uomo
lo spirito invisibile ed etereo dando forma alla greve materia,
al legno, al bronzo, al marmo, alla creta, inseguendo unidea
formale che è prima di tutto convinzione religiosa, nel
senso filosofico del termine, fede profonda che nellarte
acquisisce concretezza, materialità ed immortalità.
"La Resurrezione" (1972-77), un grande bronzo di
m. 20x7x3 collocato nella sala Nervi in Vaticano, per lesecuzione
della quale occorsero cinque anni, è la sua opera maggiormente
nota e complessa sia dal punto di vista concettuale che strutturale,
punto darrivo della sua carriera e acme della sua poetica,
lespressione più immediata e più aderente
alla sua idea di scultura, che si concretizza attraverso un
linguaggio fortemente plastico, a tratti inquietamente espressionista,
mosso e fluido, libero e dinamico.
Giunge qui allapice la nuova concezione dinamica della
figura, con echi barocchi e romantici, e la nuova percezione
spaziale che costituiscono i tratti salienti del linguaggio
di Fazzini, declinato per masse plastiche fortemente aggettanti
in un impianto di complessa articolazione nel quale non viene
mai meno la sicura padronanza della materia e la rigorosa
coerenza del discorso.
Linsieme ha laspetto di unesplosione della
materia, di un caos primordiale nel quale è impossibile
distinguere e scindere la moltitudine degli elementi naturalistici
che si intrecciano e si confondono, rocce, rami, sterpi, radici,
dai quali emerge distinguibile una figura umana centrale.
La composizione tende verso lalto, metafora di una
ricerca del divino alla quale luomo non si può
sottrarre, allargandosi a ventaglio in una progressiva compenetrazione
con lo spazio circostante percorsa da un vibrante moto ascensionale
che trova la sua massima espressione nella figura del Cristo
risorgente, tema centrale e protagonista al quale tutta la
composizione è funzionale.
In un gesto che sottolinea anche simbolicamente lascesa
al cielo, il Cristo allarga ed eleva le braccia, le dita aperte
nellaria, la chioma e la barba mosse in un movimento
asimmetrico che le alleggerisce sollevandole con una irreale
ventata.
Le membra affusolate, le pieghe dellabito tormentate
dal fitto andamento lineare, le carni mosse dalla struttura
ossea che si intravvede al di sotto della pelle sottile e
tesa nei riflessi bronzei, lespressione del volto scavato
chiusa su una profonda sofferenza interiore, tutto contribuisce
a conferire alla composizione unimpronta di grande ascetismo
e di severa spiritualità: è lespressione
di un dolore cosmico nel quale Pericle Fazzini riconosce il
destino del Cristo e di ogni uomo, in quella dolente visione
del mondo che lo porta a scrivere: "La morte e la vita
sono la medesima cosa, fanno parte dell'infinito mistero in
cui gli uomini e i piccoli invisibili insetti hanno lo stesso
peso, in un sempre più misterioso universo che non
si logora mai".
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