Federico Zandomeneghi (1841-1917) definito dal
critico Enrico Piceni, suo grande estimatore, impressionista
veneziano (era infatti nato a Venezia), è in
realtà una figura di respiro europeo che non rinnega
lorigine eminentemente coloristica della sua pittura,
nel solco di una millenaria cultura visiva veneta che da sempre
privilegia il cromatismo, tuttavia aprendosi ad influssi estranei
ed eterogenei.
Scrive lo stesso Zandomeneghi: "
Fui iniziato
allarte
nello studio di mio padre e poi allAccademia
di Venezia e un po guardando intorno a me
":
nel suo background culturale ci sono i macchiaioli toscani, la tradizione descrittiva dellottocento italiano
attraverso il padre ed il nonno, scultori di impronta classicheggiante,
e soprattutto la contaminazione degli impressionisti francesi,
come dimostrano le assonanze con Degas, con Susanne Valadon
e Toulouse-Lautrec, ed anche Manet, Pissaro ed altri artisti
di Montmartre, dove Zandomeneghi si trasferisce poco più
che trentenne nel dal 1874, restandovi fino alla morte.
Come per molti esponenti dellimpressionismo, per Zandomeneghi
temi principali sono il paesaggio e, in prevalenza, la figura
femminile costruita secondo il binomio forma-colore, senza
preoccupazioni di tipo introspettivo-psicologico, privilegiando
l'immediatezza espressiva, una donna dai tratti morbidi, sensuale,
informale, colta in atteggiamenti di disarmante intimità,
quotidiani e semplici, come in questo olio su tela, "A
letto" del 1878, cm 60,5×74,5 oggi a Firenze alla
Galleria d'arte moderna di Palazzo Pitti.
L'abbandono del sonno si esprime nell'andamento di linee morbide
ed avvolgenti, il capo reclinato, i capelli sparsi sul cuscino,
le lenzuola sofficemente scompigliate, la spalliera del letto
ricurva, i decori della tappezzeria delicatamente arabescati
e luccicanti della luce proveniente da una sorgente nascosta,
tutto concorre ad un risultato di gradevole equilibrio e di
calcolata armonia. Cromaticamente, predomina un abbagliante
bianco animato da ombre leggere che definiscono i drappeggi
della tela senza eccessivi contrasti luministici.
Come si nota, pur di matrice macchiaiola Zandomeneghi si allontana
decisamente dal movimento italiano fondato su presupposti
estetici puntati su precise differenze rispetto all'Impressionismo
francese soprattutto proprio nella definizione chiaroscurale
e nel contrasto luministico, caratteristiche che l'artista
esclude ben presto dal suo lessico privilegiando la lezione
impressionista, a differenza di quanto fanno i due macchiaioli-colleghi
Boldini e De Nittis, anch'essi a Parigi nello stesso periodo.
Scrive l'artista:
. la mia vita artistica
fu una successione di infinite evoluzioni. Quanto alla tecnica
parola molto vaga quella da me adottata è
mia, tutta mia e non la presi in prestito da nessuno
..
Zandomeneghi si identifica così come rappresentante
di punta della circolarità della cultura pre-impressionista
tra Francia ed Italia, pittore dalle mille sfumature capace
di cogliere e mixare diverse tendenze in armoniosa e personale
sintesi espressiva, ponte artistico tra la tradizione veneta
e la corrente toscana prima, francese dopo.
Alla luce della sua personale poetica, non sorprende che
Zandomeneghi per molti anni abbia svolto lattività
di disegnatore di figurini per le riviste di moda parigine,
per necessità e mestiere, ma anche, sicuramente, per
la possibilità che questa attività gli forniva
per indagare un mondo, quello della donna, che interessava
e stimolava la sua creatività.
E' spesso presente e palese il compiacimento dell'artista
nello sfruttare con abilità i suoi punti di forza,
dando vita ad una pittura di facile lettura, con una forte
componente decorativistica, con alcune ripetitività
e qualche stanchezza, con i segni evidenti di un consumato
mestiere, specie nelluso del pastello, una pittura che
tuttavia va ben oltre il virtuosismo tecnico per divenire
espressione di un vero talento e getta, con semplicità
ma senza superficialità, uno sguardo profondo ed acuto,
attento ed amorevole, benevolmente curioso sulluniverso
femminile. |