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Parigi, all’Espace Lafayette-Drouot "The World of Bansky”, su 1200 mq. esposte un centinaio di opere del più famoso street artist del mondo. Fino al 31 dicembre 2021.
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Carl Frederic Aagaard, "Loggia sul
lago di Como"
di Vilma Torselli
pubblicato il 28/03/2008 |
Un poeta dell'immagine che rappresenta
le meraviglie della natura attraverso una pittura idillica,
armoniosa e decorativistica. |
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Il giovane Carl Frederic Aagaard (1833-1895)
lascia la sua piccola città natale, Odense, per trasferirsi
nella capitale danese a studiare disegno presso l'Accademia
Reale Danese; Copenaghen è in quel periodo il centro
di una spettacolare ripresa delle arti, città di grande
fermento intellettuale, la Copenaghen della Golden Age, di Hans
Christian Andersen, del filosofo Søren Kierkegaard, del
fisico HC Oersted.
Lo scultore Bertel Thorvaldsen e il pittore Eckersberg avevano
dato l’avvio alla rinascita artistica della Danimarca
con l'istituzione dell'accademia di Charlottenborg nel 1754,
dalla quale sarebbero usciti i maggiori artisti dell’epoca,
Christen Købke, Jens Juel, Constantin Hansen, Martinus
Rørbye, J. Lundbye, Wilhelm Bendz , E Emanuel Larsen,
per citarne solo alcuni.
La National Collection, questo il nuovo nome della
Royal Collections dopo il pacifico passaggio da una
monarchia assoluta ad una costituzionale, sostiene questi nuovi
artisti e ne incorpora le opere, dando l’avvio al nucleo
‘moderno’ dei suoi depositi.
Aagaard inizia la sua carriera verso la fine di questo grande
periodo in Danimarca, assistente presso l'Accademia e collaboratore
del pittore Hilker presso l’Università, studiando
disegno e coadiuvando il fratello, incisore su vetro, nel suo
studio professionale. E’ poi per un breve periodo socio
del pittore Heinr, ma il suo ultimo maestro è il pittore
paesaggista Peter Kristian Skoovgaard, che influenza moltissimo
il suo stile.
Per quanto riguarda la predilezione per il paesaggio e per l’Italia,
uno dei paesi mediterranei più amati dagli artisti del
nord, Aagaard si inserisce nella scia dei numerosi pittori danesi
influenzati dall’opera di Christoffer Wilhelm Eckersberg,
che nel 1813 giunse a Roma per specializzarsi come pittore di
soggetti storici e, affascinato dai monumenti antichi, dalle
rovine e dalle chiese medioevali, cominciò a dipingere
prevalentemente all’aperto, secondo una visione eminentemente
paesaggistica dove protagonista principale divenne la natura.
Nominato nel 1818 professore all'Accademia d'Arte di Copenaghen
Eckersberg trasmise i suoi principi ed il suo stile a tutta
una generazione di artisti, i numerosi studenti dei suoi corsi,
contribuendo a formare in Danimarca la prima vera scuola d’arte.
Nel 1857 Aagaard espone i suoi lavori per la prima volta ed
ottiene subito un grande successo, per tutta la sua vita seguente
viaggia prevalentemente in Svizzera ed in Italia, perfezionando
ed affinando il suo linguaggio stilistico.
Tra i suoi soggetti più noti, vedute del lago di Como,
della costiera amalfitana, di Capri.
La sua pittura è caratterizzata da uno spiccato tonalismo
giocato entro una gamma cromatica di colori pastosi e caldi,
marroni, ocra, grigi, verdi e delicati azzurri, con particolare
attenzione alla resa della luce atmosferica e delle sue variazioni.
La pittura di Aagaard si può definire ‘di genere’,
per il persistere di caratteristiche fondamentali comuni a tanti
altri pittori contemporanei interessati alla rappresentazione
del paesaggio nei termini di una figurazione vivace, piacevole
ed immediata.
Artista di notevole perizia esecutiva, Aagaard pone quale priorità
la ricerca dell’armonia dell’immagine e della piacevolezza
del risultato, con intento di evidente impronta decorativistica.
I suoi paesaggi incantati sono tali sia perché l’autore
cerca e sceglie il soggetto in modo mirato, come dimostrano
i suoi viaggi tra le bellezze della nostra penisola, sia perché
la trasfigurazione che egli ne fa sulla tela risente di una
sua personale visione del mondo, improntata alla costante ricerca
dell’armonia e della bellezza, specchio di una sostanziale
armonia interiore, come accade per tanti paesaggisti di quelle
terre che ancora oggi, per tradizione, conservano una grande
sensibilità ambientalista.
Nel quadro presentato, una "Loggia sul lago di Como",
la profondità spaziale, abilmente ed efficacemente suggerita
dallo sfondo che si restringe ad imbuto verso i monti lontani,
dilaga nell’ampio terrazzo pavimentato in primo piano,
dove giochi di luce e cornici di fronde verdi suggeriscono un’atmosfera
sospesa di calma profonda, in assenza della figura umana, pressoché
ignorata dall’artista in tutte le sue opere.
Una pittura leggera, idillica, per certi versi ripetitiva, data
la scelta ricorrente di ambienti naturali con caratteristiche
assai simili (la pergola, la balconata, il loggiato ecc.), accattivante,
senza imprevisti e senza sorprese, una lettura della realtà
e della natura magari un po’ superficiale, edulcorata,
arcadica e forse garbatamente artificiosa, per un poeta dell'immagine
che ama guardare con sguardo benevolo un mondo “così
bello quand' è bello, così splendido, così
in pace." |
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