"questo segno della Mano Aperta per ricevere
ricchezze create, per distribuirle ai popoli del mondo, deve
essere il segno della nostra epoca".(Le Corbusier)
"La Main Ouverte" un vero e proprio logo creato
da Le Corbusier (1887-1965) per Chandigarh in India e divenuto
il simbolo della città, nella
sua versione più nota realizzata nel 1952 in lamiera
e calcestruzzo si presenta come una grande scultura ideata in occasione della
progettazione del piano urbanistico della nuova capitale indiana,
per essere collocata nella piazza centrale: concepita come
opera site specific, 'La Main Ouverte' sarà presente
in seguito anche in molti progetti e disegni dell'architetto
svizzero.
Opera di notevoli dimensioni, alta 26 metri, elevata su un
piedistallo in calcestruzzo e circondata da un fossato, è
realizzata in lamiera, il che le conferisce la particolare
leggerezza che le permette di ruotare liberamente sul suo
asse verticale spinta dal vento.
Dal punto di vista puramente segnico, 'La Main Ouverte' richiama
da vicino il celebre Modulor, il quale, oltre ad essere il
sunto grafico di una scala dimensionale delle proporzioni
umane universalmente applicabile in architettura e in meccanica,
è anche un 'disegno' nel senso più letterale
del termine, secondo lo stile tipico di Le Corbusier che privilegia
l'impianto geometrico della forma, la razionale semplificazione
della rappresentazione, i contorni precisi ed essenziali senza
essere sommari, ed una plasticità severamente controllata.
Come sempre, anche in questo caso Le Corbusier tuttavia non
dematerializza la forma in una esasperata essenzializzazione,
non rinnega la realtà, 'La Main Ouverte' è, indubbiamente,
una mano aperta, ben riconoscibile nella sua definizione naturalistica,
le dita allargate ed il palmo disteso, eppure è al
tempo stesso una forma marcatamente simbolica: apriamo la
mano per donare, apriamo la mano per chiedere, per ricevere,
per accogliere, la mano aperta realizza un gesto di significato
universale che non necessita di parole e che vuol dire generosità,
disponibilità, amicizia, ed è quel gesto che
Le Corbusier vuol tradurre in scultura, quel gesto ed il suo
significato simbolico attraverso la rappresentazione della
mano.
Opera di grande respiro e di stilizzata semplificazione morfologica,
che nell'essenzialità della concezione dispiega una
solenne monumentalità, 'La Main Ouverte' si caratterizza
per un'impronta allusivamente classicheggiante, nello stesso
rigore della sintesi linguistica che Fernand Léger,
conosciuto ed ammirato da Le Corbusier, compie del classicismo
nella sua pittura.
Come in Léger elementi geometrici semplici si complicano in una rappresentazione spaziale complessa e monumentale di chiara influenza cubista, così nella ricerca volumetrica di Le Corbusier
risaltano gli elementi geometrici basici di una rappresentazione
al tempo stesso semplice e densa di significati complessi,
solidamente reale ma lontana da ogni tentativo imitativo del
reale.
Una scultura al di fuori del tempo e dello spazio, per trasemttere
alla gente di tutto il mondo il messaggio universale contenuto
in un gesto semplice ed antico, che ha in tutte le civiltà
lo stesso significato di fratellanza e di pace.
* articolo aggiornato il 23/11/2014
link:
Le Corbusier
Cinquant'anni dalla morte di Le Corbusier
Architettura da amare
Le Corbusier, "La bouteille de vin orange"
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