Albert Marquet (1875 - 1947) è generalmente
classificato come fauve, anche per la sua attiva partecipazione
alle iniziative del gruppo storico, esponendo nel 1901 al Salon
des Indépendants e nel 1904 e 1905 al Salon d'Automne
con Matisse, de Vlaminck, Derain, Friesz, Rouault, Manguìn,
Valtat, tuttavia i suoi rapporti con i maggiori rappresentanti,
come Matisse, rivestono il significato di un'amicizia eminentemente
umana, più che di un rapporto professionale o artistico.
Marquet è infatti un fauve anomalo ed in un certo
senso solitario, perchè, se come i fauves usa una tavolozza
decisa in cui il colore, in chiave emozionale, ha indiscussa
preminenza, contemporaneamente sceglie gamme cromatiche di
insolita cupezza, come nel quadro presentato, ricercando effetti
flou ed inedite sfumature tonali.
A parte alcuni nudi prodotti in un breve periodo della sua
carriera, Marquet adotta come tema ricorrente il paesaggio,
sopratutto dove è presente l'acqua, quello fluviale
o quello marino della sua infanzia, nei dintorni della natia
Bordeaux, rappresentato con colori vibranti e con sottili
modulazioni del segno che rendono con delicata suggestione
il rollio delle barche ed il ritmico movimento dell'onda quieta
nel porto.
Non dimentico dell'esperienza impressionista, di cui troviamo
traccia nella sua personale ricerca cromatica, nè degli
studi condotti sotto la guida di Gustav Moreau, non indifferente
alla poetica dei Nabis per una certa importanza conservata
al segno, parallelamente al colore, nella definizione della
forma, Marquet, grande viaggiatore, rincorre nel freddo nord
Europa come nelle assolate pianure algerine gli effetti luminosi,
i bagliori, i riflessi e le trasparenze dell'acqua e dei cieli,
l'impalpabilità delle nebbie, il mistero della natura.
Questo "Port de Hambourg", olio su tela del 1910,
di 65x79 cm, è una delle tante vedute marine, giocata
su una gamma inusuale di neri e marroni in uno specchio d'acqua
biancastro, un luogo di lavoro lontano dalla gioiosa solarità
mediterranea di tante altre marine di Marquet, impressione
accentuata dallo spazio deserto del molo, di un bianco freddo,
con rari passanti.
La parte superiore del dipinto, dove il tema pare spostarsi
dall'acqua al cielo e alla luce, è alleggerita dal
progressivo schiarirsi del colore in senso ascensionale, a
suggerire un moto verso l'alto sottolineato dalle scie bianche
dei fumi.
Nell'insieme, il quadro è particolarmente significativo
delle differenze che separano Albert Marquet dall'area fauve,
un cromatismo meno stridente e più elegante di quello
dei suoi colleghi, l'uso del tutto personale di una pacata
gamma di grigi, le vedute atmosferiche sottilmente evocative,
gli inusuali punti di vista, a costruire un discorso sommesso
di misurata introspezione.
* articolo aggiornato il 22/03/2013
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