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Otto Dix, "Invalidi di guerra giocano
a carte"
di Vilma Torselli
pubblicato il 5/05/2007 |
Il Verismo Sociale di Otto
Dix, figurazione concisa e seccamente narrativa della realtà,
in una intenzionale volgarità di linguaggio che sconvolge
ed emoziona. |
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Negli anni che vanno dall'inizio del '900 al
1930, gli anni delle storiche avanguardie artistiche, il clima
sociale e culturale europeo è talmente vivace ed effervescente
da dar vita a tutta una serie di correnti artistiche innovative,
spesso in atteggiamento conflittuale tra loro: in Germania,
in particolare, queste correnti hanno il nome di Espressionismo e post-espressionismo, Nuova Oggettività (Neue Sachlichkeit) o Verismo Sociale, Primitivismo, arte Merz di Kurt Schwitters ed altre ancora.
Il Verismo Sociale è un movimento di reazione all'Espressionismo
e alla carica fortemente emotiva, ed in un certo senso romantica,
che si riscontra nelle sue opere, connotate da un soggettivismo divenuto
estraneo ai problemi sociali (soprattutto nel movimento Der
Blaue Reiter), in favore della polemica affermazione di un
realismo che esprima un atteggiamento oggettivo nei confronti
del mondo, secondo quella che sarà definita anche Nuova
Oggettività, dal titolo dato ad una mostra, "Neue
Sachlichkeit", tenutasi a Mannheim nel 1925.
In nome
quindi di un realismo non filtrato dalla soggettiva emotività
dell'artista, la Nuova Oggettività indaga e rappresenta
con lucida spietatezza e con esplicita ferocia la miseria
morale e sociale della Germania dopo la prima guerra mondiale
e la dolorosa condizione di un'umanità vittima e vinta.
Pur utilizzando un linguaggio formale marcatamente espressionista
nella linea contorta e tormentata, nel cromatismo acceso e
violento, nella composizione drammatica e mossa, questa corrente
prende le distanze da ogni elaborazione sentimentale della
realtà: Otto Dix (1891–1969) ne è esponente di spicco, assieme
a Georg Grosz, Max Beckmann, Otto Griebel, Ludwig Meidner,
Käthe Kollwitz, Christian Schad, tutte personalità
di grande spessore morale, con il gusto trasgressivo della
protesta sociale e antiborghese, sdegnati denunciatori degli
orrori del loro tempo, presaghi delle drammatiche vicende
che decreteranno l'avvento del nazismo sulle macerie di un
paese distrutto e devastato dalla guerra.
Giovanni Testori definisce "acido e sgorbiante"
il realismo di questo pittore (come si apprezza in questo
"Invalidi di guerra giocano a carte" del 1920) che
non teme di giungere all'esasperazione, al grottesco, all'orrido,
per tracciare i contorni di una condizione umana che riflette
nella sua essenza fisica e mentale gli aspetti morali e sociali
di un mondo violento, dissoluto, ingiusto e distruttivo.
Testimone disincantato del suo tempo, Otto Dix ritrae, con
atteggiamento freddamente analitico ma anche empatico, una
realtà che non ha bisogno di essere enfatizzata dall'urlo
espressionista perchè ha già in sè una
carica emozionale dirompente che la rende più efficaciamente
espressiva di ogni rappresentazione artistica: tutto ciò
senza negare la validità del movimento moderno e la
continuità storica con la tradizione culturale tedesca,
concretizzata in Otto Dix dall'amore per i maestri della storia
dell'arte quali Dürer, Cranach, Grünewald, e dalla
presenza, nelle sue opere, di citazioni stilistiche e rimandi
formali riferiti a quel glorioso passato.
La sua opera, spietata, implacabile, satirica, feroce critica della
borghesia tedesca e del militarismo, che esplicitamente richiama
ad una funzione sociale dell'arte, ha i toni amari di una
cronaca raccontata da un punto di vista neutrale e sofferto,
senza eroismo e senza cinismo, lontana da ogni approccio idealista,
attraverso una figurazione concisa e seccamente narrativa,
talvolta con deformazioni in chiave caricaturale, in una intenzionale
volgarità di linguaggio che sconvolge ed emoziona.
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A 50 anni dalla morte, alcune iniziative nel mondo ricordano questo artista scomodo che ha narrato senza filtri una Germania materialmente e moralmente distrutta dalla guerra.
A Innsbruck nel Tiroler Landesmuseum Ferdinandeum è allestita la mostra “Egger Lienz und Otto Dix - Imagery Between the Wars", esposte opere di Otto Dix e Albin Egger Lienz, membro di spicco della Secessione Viennese. Fino al 27/10/2019.
A Brussels, al Royal Museums of Fine Arts, dipinti, sculture, fotografie e film di Otto Dix, Raoul Hausmann, Kazimir Malevich e altri artisti del verismo sociale di quegli anni esposti nella collettiva "The New Berlin, 1912-1932". Fino al 27 gennaio 2019.
A Londra, alla Tate Modern, è in atto la mostra "Magic Realism: Art in Weimar Germany 1919-33", esposti pittori e scultori tedeschi del tempo come Otto Dix, George Grosz, Albert Birkle e Jeanne Mammen. Fino al 14 luglio 2019.
A Parma, al Palazzo del Governatore, la mostra "Dall'Espressionismo alla Nuova Oggettività. Avanguardie in Germania" espone opere di artisti del Die Brücke e del Der Blaue Reiter quali Kirchner, Nolde, Kandinsky e molti altri, e artisti della Neue Sachlichkeit quali appunto Otto Dix, con Ernst, Hofer, Adler ed altri. Fino al 24 febbraio 2019.
A Venezia, in occasione del 70° anniversario dell’esposizione di Peggy Guggenheim alla XXIV Biennale di Venezia, la Collezione Peggy Guggenheim mette in mostra opere di Otto Dix, Karl Hofer e Max Pechstein, gli artisti degenerati perseguitati dal Nazismo. |
* articolo aggiornato il 2/01/2019
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