Ernesto Treccani (1920-2009), milanese, appartenente ad una
ricca famiglia imprenditoriale del campo editoriale, reduce
col padre da un viaggio d'istruzione negli Stati Uniti fonda
nel 1938, appena diciottenne, una rivista, "Corrente"
che diviene ben presto punto di riferimento di molti artisti
ed intellettuali (ricordiamo Birolli, Guttuso, Manzù,
Vedova, Migneco, Sassu ): l'impronta libertaria ed antifascista
della testata ne fa il manifesto e l'emblema per quanti vogliono
esprimere il loro dissenso ed esercitare la loro arte senza
costrizioni ideologiche, divenendo un pericolo per il regime
che ne decreta la sospensione già nel '40, avvenimento
che spingerà Treccani ad aderire al comunismo ed a partecipare
alla lotta antifascista nella resistenza clandestina.
Va sottolineato questo suo esordio nel mondo della cultura e nella
vita attiva della comunità intellettuale italiana perchè
è indicativo del carattere e del rigore morale di un
uomo che, per tutta la vita, non smetterà di impegnarsi
per la libertà d'espressione e per l'indipendenza dell'arte,
patrimonio collettivo, con un suo importante valore anche
storico: animatore e fondatore di importanti pubblicazioni
ed iniziative culturali, attivamente partecipe al movimento
realista italiano, arriva a creare nel 1978, a Milano, la
Fondazione Corrente con lo scopo di conservare, valorizzare
e studiare le opere contemporanee al movimento "Corrente",
oltre che promuovere incontri, dibattiti e mostre su vari
temi culturali.
Sempre, dall'avversione alla dittatura, all'appassionata
partecipazione alla lotta di liberazione, alla crisi dell'utopia
comunista, alla denuncia dell'indifferente qualunquismo
della modernità, della minaccia del disastro ecologico
e del pericolo della globalizzazione, Treccani si è
dimostrato attento osservatore della società moderna
e partecipe protagonista del nostro tempo, con l'apporto
intelligente della sua opera di artista.
L'esordio pittorico è del '40, in una collettiva
del gruppo Corrente, dove si consolida un suo stile di tipo
espressionista di raffinata emotività, dai toni lirici
ispirati a Ensor, a Chagall, dove la necessità di
un dialogo continuo con la realtà, con la sostanza
severamente realistica della forma, sempre chiaramente riconoscibile,
produce figure luminose entro uno spazio variegato e policromo
dai toni delicati e brillanti, ariosamente dispiegati·
è una pittura che non rinuncia alla descrittività,
esprimendola attraverso un segno essenziale, ricercato e
raffinato, entro una estrema fluidità compositiva,
a denunciare una visione del mondo sostanzialmente lirica
ed al tempo stesso quietamente materica.
E' una caratteristica di Treccani che spiccatamente si nota
in scultura, quando realizza forme mosse vivacemente espressioniste dove l'elemento plasmato, coerentemente ai suoi modi pittorici,
esalta la duttilità della materia fermando il gesto
creativo e contemporaneamente il fremito della vita, permeato
ed attraversato dal vuoto e dall'aria con risultati chiaroscurali
quasi "cromatici", di estrema immediatezza espressiva.
In questa "Maternità" del 1991, olio su
tela, 70 x 50 cm, è rintracciabile la complessa tessitura
cromatica entro la quale la figura, leggera ed ariosa, irraggiata
dall'abbaglio del colore, è definita con sinteticità
espressiva da pochi segni nervosi ma non frettolosi, semplificati
ma non sommari, frutto di una gestualità scattante
e tuttavia controllata (l'artista stesso definisce il suo
stile "gestuale ma con un assunto di memoria") con esiti di poetico lirismo nei continui richiami ad
una realtà leggibile ma trasfigurata, soffusa di
poesia, dove le figure, come ha scritto Floriano de Santi,
critico e storico dell'arte, hanno "la fragilità
e lucentezza delle creazioni immateriali, appunto remote
e sfuggevoli, purtuttavia riapparenti alla realtà
attraverso l'arte".
|