"Credo che diventare un marchio di fabbrica
sia un momento importante della vita. E' il mondo nel quale
viviamo. Devi averci a che fare, capirlo e cavalcarlo. Fino
a quando non diventi la proiezione di te stesso, non sarai in
grado di fare altri Damien Hirst". (Damien Hirst)
Damien Hirst (1965) proviene da un gruppo piuttosto eterogeneo di giovani
artisti inglesi, Young British Artists, giunti alla notorietà
grazie al mecenatismo di Charles Saatchi, multimiliardario nel
campo della pubblicità con una passione per l'arte moderna,
che ha acquistato in blocco i loro lavori ed ha cominciato ad
esporli e commercializzarli attraverso una vasta operazione
prettamente economica come sovente accade nell'odierno sistema
del mercato dell'arte.
Damien Hirst si è subito distinto, all'interno del gruppo,
per eccezionali capacità organizzative e autopromozionali
che lo hanno portato, nel giro di quindici anni, alle più
alte posizioni della fama artistica, grazie anche all'abile
manipolazione di personaggi influenti quali critici come Norman
Rosenthal della Royal Academy, galleristi come Nicholas Serota
della Tate Gallery e collezionisti privati, e grazie soprattutto
al suo forte spirito ribelle e dissacratorio, alle sue opere
scioccanti e stranianti di eccezionale impatto emotivo: Hirst,
infatti, ha sempre saputo che per diventare celebri bisogna
essere riconoscibili, nel bene o nel male, bisogna produrre
un'emozione indimenticabile, piacevole o ripugnante, bisogna
essere unici.
Secondo il concetto ricorrente in tutta l'arte moderna dell'inscindibilità
del binomio arte-vita, Hirst, che si esprime con grafica semplificata
e forme e colori elementari, pesca dalla realtà i soggetti-oggetti
delle sue opere, animali, fiori, sigarette a metà,
oggetti usati, colti nella loro provvisorietà, effimeri,
già vissuti, inanimati o morti, o sezionati, o decomposti,
momenti sporadici o vite conservate in formalina, come nell'opera
presentata, a fissare un momento cruciale al quale l'artista
sembra attribuire una particolare importanza: lo spazio-tempo
in cui morte e vita si toccano, o si separano, come leggiamo
negli squali sezionati bloccati nel vuoto sterile di una teca
di cristallo, o nelle farfalle trafitte dallo spillo di un
entomologo crudele.
Significativo questo "Mother and Child Divided"
del 1993, Steel, GRP composites, glass, silicone sealants, cow, calf,
formeldahyde solution, 2 x (190x322x109 cm), 2 x (102,5x169x62,5
cm) .
Ma l'orrore si stempera nell'ironia più feroce attraverso
la critica dell'artificialità e della manipolazione,
caratteristiche del nostro mondo moderno, che Hirst porta
avanti in una sua serie di opere dedicate al tema del farmaco,
della farmacia, del binomio cibo-medicina, anche questo legato
in qualche modo al tema della morte, sdrammatizzato dall'effetto
straniante di chiara impronta kitsch o pulp comune a tanta
cultura contemporanea soprattutto anglosassone.
E' un aspetto drammatico della nostra società che Hirst
analizza in modo provocatorio e volutamente crudo, non solo
per motivi di carattere etico, ma soprattutto per motivi estetici,
inseguendo un suo preciso disegno anche fortemente commerciale.
Comunque, non si può rimanere indifferenti davanti
agli oggetti che Hirst decontestualizza e rielabora in chiave
soggettiva, mettendo in risalto aspetti non esplorati della
realtà, inducendoci a riconsiderare, in uno spietato
confronto, il nostro concetto di verità, di normalità,
di vita e di morte ed a guardare in faccia ciò che
ci piacerebbe non vedere, in una parafrasi dell'esistenza
di disarmante lucidità che nulla dà per scontato.
Tutto ciò non basta per fare di un enfant terrible per quanto geniale un vero artista, ma forse è quello
che si diceva nel secolo scorso di un Duchamp, di un Klein,
di un Warhol, anche se su altri "artisti" loro contemporanei
vige tuttora la sospensione del giudizio.
Forse per giudicare Damien Hirst bisogna, più che mai,
affidarsi all'emozione ed interrogarsi su ciò che si
prova davanti alle sue opere, davanti agli intriganti ammiccamenti
che ci inviano, ai messaggi talvolta macabri, talvolta ferocemente
veritieri, esagerati, clamorosi, scandalosi e gridati..........
e capire se, verosimilmente, arte può voler dire anche questo.
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