"Ogni uomo è un artista".(
Joseph Beuys)
Non è facile inquadrare un artista come il tedesco
Joseph Beuys (1921-1986) , a grandi linee definibile come concettuale,
per altri versi body-artist, artista globale, con una preoccupazione
ecologica che pone chiaro il suo rapporto anche con la Land
Art, sostenitore di un concetto totalitario dell'arte intesa
come esperienza estetica ed etica insieme, indissolubilmente
legata al vissuto quotidiano di ogni uomo, che è perciò
potenzialmente un artista: egli afferma ".......il
concetto di estetica nel vecchio senso non è più
rilevante, ma si sviluppa sino ad arrivare al punto in cui
estetica è uguale a uomo".
Ogni uomo è un demiurgo, è, come è stato
definito lo stesso Beuys, uno sciamano che, identificando l'arte
con la vita, intraprende un percorso di conoscenza della realtà
e di sé stesso avente come meta ultima la sua rinascita
spirituale, la presa di coscienza dell'armonia delluomo
con se stesso, con la vita e la natura.
Anche per l'intensità e l'eccezionalità del
suo vissuto personale, Beuys fonde in modo radicale la sua
esistenza di uomo ed il suo essere artista, in senso eroico,
con impegno morale e politico, con appassionato spirito didattico,
con tutti i mezzi possibili, con la provocazione, con un linguaggio
formale insolito e vari modi espressivi, assemblages, ambientazioni,
performances, rifondando il senso dellarte nell'accezione
di attività dalla fruizione sociale: degli anni '60
la sua partecipazione al gruppo "Fluxus",
movimento artistico americano ed europeo che mira alla ricerca
di valori e di significati che vadano oltre l'aspetto estetico
ed all'interno del quale Beuys lascia il segno della sua forte
personalità carismatica.
Progressivamente Beuys privilegerà la politica e l'insegnamento e si allontanerà definitivamente da ogni forma di espressione
artistica, smettendo di esibirsi personalmente e pervenendo
ad un concettualismo spinto e radicale che lo porterà
a comparire in pubblico solo per esporre le sue idee e rispondere
alle domande dei presenti, spesso negli ambienti di gallerie
d'arte.
In questa opera "Gesso su ardesia con cornice in legno",
del 1974, 120.7 x 183 cm, Beuys utilizza materiali apparentemente
inadeguati, proponendo una lavagna, oggetto artistico che
normalmente non viene considerato tale ma che possiede una
sua "esistenzialità" e che prende vita
attraverso l'intrico dei disegni simbolici che lo ricoprono:
il sole, l'ambiente cosmico, la figura umana, una raffigurazione
complessa di significato simbolico in una sorta di tabella
astrologica che allude all'unione tra cielo e terra, tra
spirito e materia in una struttura ideale armonicamente
composta.
L'opera, esposta in varie occasioni durante conferenze in
scuole e musei, integrata da commenti verbali dell'autore,
è una dichiarazione sui suoi concetti sociali, l'uguaglianza,
la libertà, la cultura, e denuncia come una delle
preoccupazioni costanti di Beuys sia quella di definire
il ruolo e la dimensione dell'arte e dell'artista all'interno
della società, con quel tanto di complessità
e problematicità che può avere solo un intellettuale
europeo, specialmente un concettuale europeo.
Un aspetto ricorrente della cultura del vecchio continente,
motivo delle differenze che la caratterizzano nei confronti
di quella americana, è infatti l'esistenza di un
passato storico e culturale importante ed ingombrante, dal
quale l'artista europeo non sa nè può nè,
probabilmente, vuole prescindere: con la sua genialità
creativa, Beuys lo "esorcizza", grazie all'istintiva
capacità sciamanica che lo trasporta al di là
delle convenzioni e della storia, direttamente nel cuore
della natura e dell'uomo, perchè solo così
facendo, egli afferma, gli uomini ".....cominciano
veramente a coltivare la loro vita emotiva con un faticoso
processo di conoscenza e una riflessione intensa e fanno
sbocciare i fiori più belli".
link:
Spiegare l'arte?
|