"La mia generazione è stata all'
avanguardia e ha vissuto un periodo straordinario...."
(Mario Ceroli)
Mario Ceroli è un artista singolare, non appartiene a
nessuna corrente per la vastità degli interessi e per
la particolarità della tecnica, fuori entrambe da qualsiasi
possibilità di classificazione, unite ad una inesauribile
capacità di rinnovarsi, di sorprendere, di divertire,
una curiosità indomita che lo ha portato ad occuparsi
di scenografia, cinema, allestimenti teatrali, e poi grafica,
e scultura, del legno, del marmo, perfino del ghiaccio, e poi
le prime opere di "arte povera"......
Pur con un'attenzione particolare alla pittura metafisica
degli anni '30 ed all'Informale nella sua versione materica,
la sua sensibilità eminentemente plastica lo porta
a cominciare le sue esplorazioni nel mondo dell'arte con la
ceramica, subitamente abbandonata per il legno, dapprima scolpito
e ben presto utilizzato nella maniera che resterà nel
tempo la cifra stilistica più tipica di questo artista:
l'asse di legno, per un'idea di scultura che vede la forma
come profilo, come rappresentazione bidimensionale, come graficizzazione
della scultura tradizionale, elementi tutti ben evidenti nell'opera
proposta.
E' un utilizzo poetico di un materiale antico, il legno, che
acquisisce nuovi significati, sia formali che metaforici,
con vaghi accenti di Pop Art, grazie ad una rivisitazione
fuori dai canoni tradizionali per una rinnovata intensità
espressiva, come in questo "Al negativo" del 1968.
Ceroli utilizza, per la realizzazione delle sue opere, il
disegno preparatorio nel modo in cui gli artisti rinascimentali
usavano i cartoni, fissando sulla carta l'essenza dell'opera,
in una prima versione grafica che ha una sua autonoma valenza
artistica: egli stesso così descrive questa fase: "Come
nasce una scultura? Con dei pezzi di carta. Li disegno, li
taglio, poi comincio a capire come e se stanno in piedi. Come
si colloca artisticamente....", in un contrappunto costante
tra legno e carta, quest'ultima usata come dima per la costruzione
della figura bidimensionale, della quale talvolta rappresenta
il negativo, con effetti grafici inusuali che ne fanno un'opera
d'arte a sè stante.
Nascono così grafiche e calcografie, opere di estrema
originalità dove ritagli, collages, "stracci",
ultimamente la carta vetrata, con inserti di grafite, carboncino
e disegno costruiscono un mondo metaforico sospeso tra simbolo
e realtà, legato alla materia eppure leggero, pervaso
dall'ironia di un artista che si diverte a sconfinare, a mischiare
le carte, a farsi artigiano, a portare la sua arte nella vita
e la vita nell'arte, come testimoniano le sue più recenti
iniziative nel campo della formazione culturale.
La costante volontà di fare, l'indomabile tensione
alla realizzazione, con le mani, con la propria fisicità,
in un corpo a corpo gioioso con la materia, fanno dell'opera
di Ceroli innanzi tutto una testimonainza di vita, quella
di un uomo-artista completo che non si è acquietato
nel successo e che continua la sua ricerca artistica con immutato
entusiasmo.
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