Alfred Kubin (1877-1959) boemo di Leitmeritz,
pittore, disegnatore, incisore, illustratore e scrittore (scrisse
racconti autobiografici, diari, lettere, saggi e un romanzo,
"Die andere Seite" (Laltra parte) pubblicato
a Vienna nel 1908), è un atipico rappresentante del movimento
avanguardista forse più breve di tutti quelli dell'area
espressionista, ma certamente tra i più significativi
ed influenti per l'arte moderna a seguire, "Der Blaue Raiter",
anche se va detto che Kubin non si può definire un espressionista,
o "solo" un espressionista, perchè la sua opera
si colloca anche in ambito simbolista e precorre in molti spunti
il Surrealismo.
All'interno del movimento Kubin si confronta con artisti
di impostazione e provenienza diverse, Münter, Jawlenskij,
Wereflin, Kirchner, Rousseau "Il doganiere", Heckel,
Delaunay, Macke, Pechstein, Klee, al quale fu legato da stretta
e profonda amicizia, accomunati dalla stessa volontà
innovatrice, ma conserva una sua personale visione fantastica-onirica che lo distingue nettamente dalla poetica del gruppo e parzialemente
lo isola dai colleghi, ai quali probabilmente appare come
una personalità piuttosto inquietante (tentò
anche il suicidio, in occasione della morte della madre, la
pianista Johanna Jenny nel 1896).
Di derivazione marcatamente romantica, l'opera di Kubin recupera
la matrice gotica della cultura tedesca da cui egli proviene
(era infatti un magiaro di lingua tedesca) concretizzando
l'aspirazione alla fuga dalla realtà, componente principale
della poetica della corrente spesso segnata da una chiara
vena lirica, in immagini al confine tra la favola e l'incubo,
una realtà oltre le apparenze nella quale si coagulano
le paure e le ansie dell'inconscio, le peggiori angosce di
visioni notturne.
La sua pittura è popolata da demoni, mostri, ibridi,
corpi deformati, un'umanità spaventata e disperata,
con una volontaria ricerca del "brutto" come mezzo
per produrre nell'osservatore uno choc emotivo che renda più
incisivo il messaggio dal contorto simbolismo al limite dell'indecifrabilità,
talvolta legato alla sessualità ed all'erotismo: molti
sono i riferimenti culturali della pittura di Kubin, specie
all'ultimo Goya e soprattutto a Odilon Redon, con il quale entra
in contatto nel 1905, come lui pittore, incisore, scrittore
dalle visioni fantastiche e meravigliose di un surrealismo
ante litteram.
In questo "La nidiata", del 1903, lo spunto apparentemente
gioioso si concretizza in una visione inquietante dove la
stilizzata eleganza della forma, lontana da qualsiasi naturalismo
nonostante il tema animalistico, congela ogni moto di tenerezza
verso la scena rappresentata: altéra ed estranea la
madre, immobili ed innaturalmente ripetitivi i corpi dei cuccioli,
controllata e ristretta la gamma cromatica, il tutto ha un'aria
vagamente macabra che non può fare a meno di ricordarci
come il giovane Kubin, bimbo difficile e 'selvaggio', in un
periodo di particolare ribellione verso la disciplina scolastica
si sia divertito a torturare piccoli animali.
Attratto dalla morte, dai cadaveri, dal mestiere di scorticatore
e macellaio, Kubin sublimerà questi interessi e curiosità
grazie all'influenza della scuola e della religione.
Alla ricerca di una sintesi tra visibile e invisibile, tra
spiritualità e vita, alla ricerca di un mondo del sogno
separato da quello reale, "Die andere Seite", appunto, visto
attraverso un fervido immaginario dalla strutturazione simbolica
con più di un risvolto morboso, Kubin analizza ossessivamente
la ferocia, la crudeltà, l'ironia dell'animo umano,
fondendo elementi appartenenti ai due mondi in composizioni
strane e misteriose, visioni talvolta traumatiche che ruotano
attorno ai grandi temi della morte, della nascita, dell'eros,
della natura.
Forse sono proprio in artisti come Kubin le radici del moderno
horror, un genere tra il fantastico ed il mostruoso che esercita
sull'uomo un fascino pauroso al quale, comunque, non si vuol
sottrarre.
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