|
Poiché la storia del pensiero
umano si svolge senza soluzioni di continuità, anche
nel Surrealismo movimento culturale che si afferma dopo il Dadaismo (il manifesto del Surrealismo ad opera di André Breton
data 1924), persiste di quest'ultimo il senso generale di rivolta
e di negazione, tuttavia associato al tentativo di trovare una
soluzione alla crisi, una posizione di mediazione che in qualche
modo componga la frattura, ancora viva e dolorosa, tra arte
e società, tra realtà e fantasia, tra individuo
e collettività.
Nonostante una connotazione sostanzialmente programmatica, il
vero bersaglio contro il quale agisce il Surrealismo è
ancora il pensiero tradizionale, come lo era per il Dadaismo,
di cui conserva una forte componente (lo stesso Breton proviene
da Dada) e molte caratteristiche del Surrealismo saranno direttamente
derivate dal Dadaismo, come la religione della casualità.
Comunque va detto che per la prima volta, dalla nascita dell'arte
moderna, ferma restando la critica e la protesta, si sente il
bisogno di costruire, di organizzare, di dare una risposta chiara
e programmatica al problema, basilare per il Surrealismo, della
libertà, sia individuale che sociale. |
Grande peso avranno nello sviluppo del Surrealismo (la cui
denominazione è un omaggio ad Apollinaire) le teorie
di Freud e di Marx , proprio in quanto riferibili l'uno all'individuo,
l'altro alla società, lo spirito romantico e quello
della rivoluzione sociale, due facce di un problema che il
Surrealismo cercherà di comporre fra non poche contraddizioni,
adottando spesso soluzioni unilaterali, o puramente letterarie
o puramente politiche.
Quando il poeta Lautreàmont afferma: "La poesia
deve avere per scopo la verità pratica", sintetizza
mirabilmente ciò che il Surrealismo vuole attuare:
colmare la frattura su cui si sono arrovellati gli espressionisti
e i dadaisti, collegare l'arte alla storia e realizzare le
condizioni per la libertà spirituale e materiale dell'uomo,
con atteggiamento vivo, moderno, attuale.
E' possibile dare del Surrealismo una definizione precisa,
sulla base di ciò che ha scritto André Breton
, che ne fu il maggior teorico: "Surrealismo è
automatismo psichico puro mediante il quale ci si propone
di esprimere sia verbalmente, sia per iscritto o in altre
maniere, il funzionamento reale del pensiero; è il
dettato del pensiero con l'assenza di ogni controllo esercitato
dalla ragione, al di là di ogni preoccupazione estetica
e morale."
Nasce una poetica dell'automatismo che, più facilmente
applicabile alla parola scritta, viene poi estesa ad ogni
fatto artistico nel quale si mettono in atto procedimenti
in grado di sottrarre alle facoltà coscienti dell'artista
l'elaborazione della sua opera.
L'immagine che ci propone il Surrealismo, eliminando il principio
di identità, non si basa più sul concetto di
similitudine, ma su quello di dissimilitudine, un'immagine
al di fuori di ogni regola naturale o sociale, del buon senso
e della logica, che accosta elementi inconciliabili e, per
il senso comune, dissimili, in modo traumatico e sconvolgente
per lo spettatore, che potrà recepirli solo attraverso
l'immaginazione, la fantasia, il sogno, l'allucinazione: è
pur sempre, tuttavia, un modo figurativo di rappresentare
la realtà, al di fuori di ogni astrattismo e costruttivismo,
è un azzardo oggettivo che crea un mondo di oggetti
definiti, arbitrariamente associati fino a destituirli di
ogni fondamento di realtà.
Questa poetica era stata anticipata nelle opere di Giorgio
De Chirico (Piazze d'Italia, 1910) l'inventore della pittura
metafisica, al quale lo stesso Breton riconosce un ruolo di
precursore.
In generale si può dire che gli artisti si esprimono
in modo diverso a seconda della loro personale interpretazione
della poetica surrealista, con caratteri più spiccatamente
istintivi, affidati al sogno ed alla casualità, come
fa Mirò, o attraverso la rielaborazione di un surrealismo
più figurativo, teatrale e fantastico, sulla scia della
pittura metafisica, come fanno Dalì e Magritte.
Tra gli artisti più importanti del Surrealismo ricordiamo
Alberto Giacometti , Salvador Dalì e Max Ernst, che
per primo adotta la tecnica del frottage e del dripping (drip
painting), Jean Arp, Juan Mirò, René Magritte, Duchamp, artisti in gran parte giunti al Surrealismo da
altri movimenti, come del resto
Picasso, Chagall, Klee.
In definitiva, il Surrealismo non propone nessun rigido programma
o dogma a cui i suoi aderenti si debbano conformare, ma si
propone sempre come un atteggiamento generale verso la vita,
inteso a salvaguardare la libertà dell'individuo e
dell'artista nell'esprimere, in qualsiasi forma, senza limiti
né preclusioni, la sua verità.
Storicamente, il Surrealismo fu una risposta all'angoscia
della crisi in cui si dibatteva la società dell'epoca,
ponendo in termini chiari e strutturati il problema, la costruzione
di un mondo libero per gli individui e la collettività,
e fornendo possibili tentativi di risposta per risolverlo:
non riuscì mai, tuttavia, a fondere in modo soddisfacente
le sue due anime, quella sociale e quella individuale, la
sfera dell'attività pratica e quella dell'attività
dello spirito, giungendo così al suo stesso scioglimento.
|