Ataman, “Mesopotamian Dramaturgies”
Kutlung Ataman artista noto sia per video che per documentari e fiction, rappresenta con “Mesopotamian Dramaturgies” la crisi identitaria degli individui contemporanei turchi facendoci riflettere su uno degli esempi dell’alterità contemporanea. I protagonisti dei video di Ataman vivono in una terra di mezzo nel cortocircuito linguistico e sociale creato dall’incontro tra la tradizione islamica turca e un presente che assimila e al tempo stesso rincorre l’Occidente laico come in “Pursuit of Happiness” e “Lola + Bilidikid” .
In “Column”, una colonna di televisori, le cui immagini sono i volti degli abitanti turchi ripresi in primo piani mentre ci osservano, costituisce la spirale ascendente così com’ era negli antichi monumenti ma i volti non sono immobili sculture o fotografie, sono persone che comunicano in silenzio, nel tempo.
L’impossibilità della parola, la difficoltà di adattamento che la globalizzazione impone agli individui attraverso l’imposizione linguistica dell’inglese, la cui conoscenza è necessaria per non restare estromessi sono i temi principale dei video “English As a Second Langague (2009) ” e “The complete Works of William Shakespeare”, proiettati nella stessa stanza e in dialogo tra loro. La prima opera ha per protagonisti due giovani turchi che tentano di leggere una poesia in inglese ma con una evidente difficoltà di pronuncia che si riflette nella comprensione mentre la seconda è la proiezione dell’opera omnia di William Shakespeare ma la velocità e la grandezza delle lettere distruggono il significato delle parole per lasciare scorrere liberamente i significanti, trasmettendoci una sensazione di estraneità verso una lingua solitamente familiare.
Dal 30 maggio al 12 settembre 2010
MAXXI
Via Guido Reni 2
Roma 00196
Tel +39 06 3210181
infomaxxi@beniculturali.it
http://www.maxxi.darc.beniculturali.it/
Dino De Dominicis, “L’immortale”
“L’immortale” è il titolo della retrospettiva di Dino De Dominicis (1947-1998) curata da Achille Bonito Oliva, un omaggio che il MAXXI vuole fare alla sua apertura a uno degli artisti più importanti, dissacratori e meno etichettabili dell’arte contemporanea italiana.
L’esposizione ha inizio negli spazi esterni del MAXXI, con “Calamita cosmica” (1989) uno scheletro di enormi dimensioni che introduce alla mostra attraverso una delle tematiche care all’artista, il rapporto tra la natura umana e l’immortalità della materia.
All’interno del nuovo museo, il percorso espositivo è pensato per nodi tematici attraverso una intersecazione visiva delle opere che rifiuta un ordine cronologico ma si offre nella sua circolarità per riprendere la trattazione non logica del tempo come era solito per l’artista. Sono presenti opere dagli anni sessanta agli anni ottanta dove De Dominicis sperimenta differenti linguaggi passando dalla fotografia al video e che testimoniano le sue performance (“Tentativo di volo”) e un fare piuttosto concettuale. Seguono i disegni e i dipinti degli anni ottanta che omaggiano le antiche divinità sumere e tutto intorno le installazioni come “Equilibrio 1 (Asta)”, “L’immortale invisibile, il luogo” e le sculture come “Cubo invisibile” che richiedono uno sforzo percettivo dello spettatore, dove emerge una logica spesso sovversiva nei confronti delle leggi dello spazio.
De Dominicis ha sempre ricercato un rapporto attivo dello spettatore, nel provocarlo, stupirlo, confonderlo e farlo divertire e proprio per questo negli anni è stato il riferimento per molti artisti.
Dal 30 maggio al 7 novembre 2010
MAXXI
Via Guido Reni 2
Roma 00196
Tel +39 06 3210181
infomaxxi@beniculturali.it
http://www.maxxi.darc.beniculturali.it/
|