Dopo una lunga assenza che lo ha visto impegnato in mostre personali e collettive su tutto il territorio nazionale, Silvio Tomasoni torna ad esporre nella sua terra presso la Galleria Arzuffi, spazio espositivo di recente istituzione dedicato all'arte moderna con l'obiettivo di ospitare gli eventi culturali più interessanti dell'ambito territoriale.

In mostra sculture scaturite da un rapporto attento e curioso che Tomasoni intrattiene con la natura, della quale interiorizza ed elabora forme organiche duttili e flessuose ricavandone inediti esiti volumetrici, scoprendo insospettate morbidezze nei blocchi di alabastro, di marmo statuario di Carrara o nero del Belgio: una scultura che Maurizio Scudiero definisce "eroica, cioè quella che da sempre ha cercato di “cavare” da un blocco di pietra una forma che, nella mente dell’artista, era già dentro. In nuce."

Ed anche disegni simili a preziosi ceselli, minuziosi labirinti di segni per compiere spiazzanti metamorfosi e dare un volto, mostruoso ed inquietante, agli incubi del sogno: è per questa via che Tomasoni, sospingendoci "verso lo spazio profondo, oltre le contingenze terrene, ci riporta paradossalmente a confrontarci con i nostri peggiori fantasmi interiori, ma anche con le nostre migliori qualità terrene."

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