Continua a suscitare entusiasmo l’arte dello scultore “del ferro” Daniele Dell’Angelo Custode. Ha incuriosito ed appassionato l’esposizione delle opere in metallo, dell’artista salentino, dal titolo “DENSITA’ IN_MATERIALI” a cura del critico d’arte Paolo Marzano, tenutasi nel mese di Aprile 2013 e allestita nelle sale della GX Gallery, di Denmark Hill 43, a Londra.
L’esposizione ha così interessato, gli addetti ai lavori londinesi che l’artista è stato invitato a ‘salire di livello’. E, l’ascensore lo ha portato fino all’ultimo, dei 40 piani, dell’edificio al 30 St Mary Axe, proprio nella City londinese.
Daniele Dell’Angelo Custode dal 6 al 30 maggio 2013, espone nell’esclusivo spazio del ‘Searcys Clubs’, all’ultimo piano del “The Gherkin” building.
Dunque, i “ferri” di Daniele Dell’Angelo Custode, continuano a ‘viaggiare’, allestendo percorsi percettivo-espositivi, originali e tutti interessanti. Emoziona sempre più l’evidente realtà della materia trattata e plasticamente lavorata. Sulle superfici metalliche e sulle scabre, ritorte, congestionate, sporgenze informali, si rifraggono e si sovrappongono quei bagliori limpidi e cangianti, come lo “skyline irrisolto” di immagini di città contemporanee, sollecitate da tensioni non previste.
L’arte, come un sofisticato ‘sensore’ biologico, percepisce le più leggere vibrazioni provenienti dalla nostra contemporaneità e le materializza in ricercati moti dell’animo che, come onde si infrangono sulle ripide falesie della realtà corrodendole lentamente. Sussulti e sismi silenziosi accaduti in profondità, sono percepiti e afferiscono solo a selezionate sensibilità. E allora ecco le deformazioni, le pieghe, i tagli che osserviamo, adottare un complesso apparato di originali virtuosismi espressionistici posti al limite, delle sollecitazioni provocate o ancora inconsciamente da provocare. Rivoluzioni materiche in corso, quindi, di cui cogliamo gli spasmodici, e non più latenti, affioramenti.
Un lavoro di ricerca, quello dell’artista salentino Daniele Dell’Angelo Custode che non mancherà davvero di ‘lasciare il segno’, nella storia della scultura di metallo e delle sue potenti espressività, nell’arte contemporanea. |