In mostra a Roma oltre 150 opere di Maurits Cornelis Escher (1898-1972), tra le quali alcuni dei i suoi capolavori più noti, 'Mano con sfera riflettente', 'Giorno e notte', 'Altro mondo II', 'Casa di scale', in una grande antologica a cura di Marco Bussagli, resa possibile grazie alla collaborazione della Fondazione Escher ed ai prestiti provenienti dalla Collezione Federico Giudiceandrea.
Escher visse in Italia dal 1923 al 1935, instaurando un profondo legame con la nostra terra, con il paesaggio italiano, la campagna senese, il territorio abruzzese e calabrese, il mare di Tropea, i monti di Pentadattilo, le colline di Castrovalva, l'architettura e i borghi storici, un rapporto non meramente contemplativo ed edonistico, ma spunto di profonde riflessioni sulla natura geometrica delle forme, sull'ordine matematico intrinseco alla natura, sull'esistenza di mondi multipli.
La mostra privilegia proprio il periodo italiano dell'iter artistico di Escher, sottolineando quanto questa esperienza personale e culturale abbia aperto a questo artista olandese, avvezzo ai panorami piatti del suo paese d'origine, la capacità di cogliere la bellezza dell'imprevisto e della meravigliosa complessità nascosta delle cose.
Dopo aver lasciato definitivamente l'Italia nel 1936 Escher soggiorna in Spagna, dove visita Granada e la fortezza dell’Alhambra, restando profondamente influenzato in queste sue visite tanto da studiare e riprodurre molti dei motivi decorativi di quelle sale, arricchendo e maturando il suo linguaggio grafico e traendone ispirazione per i suoi studi su tutte le possibili simmetrie dello spazio.
Dopo questa esperienza Escher orienterà il suo linguaggio nella direzione eminentemente astratta ed intellettualistica che lo rende unico nel panorama artistico del primo '900, dedicandosi a studi di confine tra grafica e geometria, tra arte e matematica, alla divisione regolare del piano, le tassellature, la cristallografia, le figure impossibili, gli inganni visivi.
Un'occasione preziosa per comprendere, come spiega il curatore, il ruolo chiave avuto dall'Italia nella formazione di Escher e quanto sia stato intenso, anche grazie al soggiorno nel nostro paese, il rapporto con l'arte del suo tempo e di quello passato, facendo emergere, nelle sue opere, richiami simbolisti ed allegorici a prima vista difficilmente identificabili. |