Sono passati 50 anni dalla scomparsa di Charles Edouard Janneret, Le Corbusier (1887-1965), morto il 27 agosto 1965 per una crisi cardiaca mentre nuotava nel mare di Roquebrune, in costa Azzurra, a ridosso della collina di Cap Martin.
Un angolo di mondo molto amato, dove uno degli architetti più carismatici della modernità ritrova sé stesso tra le pareti di un piccolo “cabanon”: è il 1952, la struttura, prefabbricata in un cantiere di Ajaccio in Corsica e montata a secco, giunge a destinazione per nave e Le Corbusier ne prende immediatamente possesso.
Il progetto, schizzato di getto in 45 minuti, riguarda un bungalow destinato ad essere dono di compleanno per la moglie Yvonne, un volume autonomo di 336 x 336 x 226 cm, all’esterno legno di pino, all’interno legno di quercia, un tavolo in noce, pareti in compensato: sono questi i confini di un mondo perfetto basato sul Modulor, dove tutto è essenziale, funzionale, razionale, logico, antropocentrico, perfettamente dimensionato e sfruttato in modo ottimale come lo spazio di una cella francescana o quello della cabina di una barca, dove ogni centimetro quadrato è troppo prezioso per sprecarlo.
Forse è lì, su quel tavolo di noce, con quelle matite che sempre lo accompagnano, in quegli schizzi frettolosi, che Le Corbusier "comincia a ricercare il grado zero", come dice Bruno Zevi, recuperando una scrittura bianca, neutra, basica, dimenticandosi dei suoi stessi postulati, umanizzando un linguaggio algido di assolutezza calvinista che reclama libertà dai pilotis, dai tetti-giardino, il piano libero, le finestre en longeur, la facciata continua…... per poter finalmente volare.
La visione totalizzante della casa come ‘macchina per abitare’ si stempera nel rapporto con la natura, splendida oltre le piccole finestre che catturano scorci di mare e di rocce, in quel piccolo spazio indiviso nascosto nella macchia mediterranea.
Non è un caso che sia di quegli anni la realizzazione della cappella di Notre-Dame du Haut a Ronchamp (1950/55), che rappresenta nell'iter creativo di Le Corbusier uno strappo clamoroso, una inaspettata rottura linguistica, proprio negli stessi anni in cui Chandigarh celebra l’architettura ‘lecorbusiana’ nei suoi stilemi più tipici, nella geometrica monumentalità di una progettazione antropocentrica e antropomorfa, nell’utopia urbanistica di un sogno rinascimentale trasportato in una cultura aliena.
Alla luce di ciò, Ronchamp e il rifugio di Cap Martin appaiono come una sfida, la volontà di mettersi in gioco denunciando contraddizioni tutte umane, rivendicando una parte di sé che finalmente trova il coraggio di aggirare la ragione e parlare il linguaggio del cuore.
E forse è proprio il cuore che gli fa dire, profeticamente: “Mi trovo così bene nel mio cabanon che sicuramente terminerò la mia vita qui”.
Fra le manifestazioni che vogliono ricordare l’anniversario della scomparsa di un personaggio nodale per la cultura del ‘900, grazie all'iniziativa ed all'organizzazione del designer Frédéric Gaunet, la Ville Savoye ospiterà un’esposizione inedita di oggetti di design progettati da Le Corbusier, creazioni in metallo prodotte e dipinte da Tolix, unica ditta a detenere la licenza d’utilizzo dei colori selezionati da Le Corbusier, dal 1927 specializzata nella produzione di arredi metallici, insignita nel 2006 dal ministero francese dell'Economia e delle Finanze del titolo di "Entreprise du patrimoine vivant".
“Couleurs Inoxydables”
Ville Savoye
82 rue de Villiers
Poissy
dal 12 febbraio al 20 aprile 2015
Una mostra con una trentina di fotografie scattate da Hervé a Le Corbusier nell’intimità domestica o al lavoro all’aperto, fuori dal cabanon, davanti al mediterraneo.
“Lucien Hervé: Le Vacances de Monsieur Le Corbusier”
Parigi, Maison La Roche-Jeanneret (Fondation Le Corbusier)
conclusa nel gennaio 2015
Una grande retrospettiva con le immagini in ordine cronologico delle opere di architettura e di design di Le Corbusier, oltre ad una cinquantina di schizzi e disegni.
“Le Corbusier: mesures de l’homme”
Parigi, Centre Pompidou
dal 29 aprile al 3 agosto 2015
Un concorso indetto da Cassina, unica azienda autorizzata, dal 1964, a produrre i progetti di Le Corbusier, Pierre Jeanneret, Charlotte Perriand. Tema: progettare le vetrine dello Showroom Cassina di Milano con i mobili della Collezione LC, in occasione del prossimo FuoriSalone (14/19 aprile 2015)
Concorso “LC50 Project 2015”
Cassina, Fondazione Le Corbusier, magazine INTERNI
vincitore: Studio Calvi & Brambilla |