Un centinaio le opere esposte, ritratti, nudi, nature morte, moda, dipinti devozionali, filtrati dalla sua cultura cosmpolita e sfaccettata che attinge ispirazione e formazione dal Cubismo di André Lhote, dal Futurismo di Marinetti, dal decorativismo estetizzante dell'art decò, dalla modernità del Liberty e delle nuove istanze culturali che spingono il figurativismo di quel periodo verso la rivolta contro i rigidi canoni classici a favore di un linguaggio espressivo libero, fantasioso, naturale e spontaneo.
Personaggio eccentrico ed anomalo che pare uscito da un romanzo di Fitzgerald, dannunziana (conobbe il Vate in un suo soggiorno italiano) negli eccessi e nelle contraddizioni di una vita spesa tra grandiose messe in scena e teatrali mondanità, Tamara de Lempicka si caratterizza per eccezionale padronanza dei mezzi tecnici, grande sensibilità cromatica, acuta percezione volumetrica della forma definita con pennellate decise e sicure entro schemi monumentali di grande eleganza compositiva che denunciano lo studio dei grandi classici della storia della pittura.
Una pittura, la sua, forte ed aggressiva quasi a ostentare una personalità anticonformista, spregiudicata e trasgressiva come in realtà essa fu, ribelle alle norme borghesi, senza pregiudizi verso atteggiamenti saffici e comportamenti androgini in un'ambiguità sessuale forse anche volutamente esibita per consolidare il proprio mito di genio e sregolatezza.
Il percorso espositivo si articola in sette sezioni entro le quali vengono raggruppate le opere della Lempicka secondo l'affinità tematica, le case e i luoghi del mondo in cui l'artista ha abitato tra il 1916 e il 1980, le nature morte, i ritratti della figlia Kizette, le visioni religiose di madonne e santi, la moda degli stilisti preferiti, da Lucien Lelong a Marcel Rochas alla Maison Blanche Lebouvier, le coppie eterosessuali e lesbiche, le visioni amorose in una serie di nudi, uomini e donne da lei amati.
L'interesse della mostra, con la sua sfilata di immagini raffinate ed eccessive, sta anche nella possibilità offerta al visitatore di cogliervi il segno peculiare di un'intera epoca, dello spirito di un tempo lussuoso e decadente, scintillante e squallido, pieno di contraddizioni, come era la stessa de Lempicka, artista per certi versi indecifrabile.
La mostra, che mette anche alcune opere della Lempicka a confronto con opere di pittori e fotografi a lei contemporenei (quali Freund, Kertész, Kollar e Maar) evidenziandone rapporti ed influenze, è resa possibile dai prestiti sia di collezioni private che di prestigiosi musei del mondo quali il Pompidou di Parigi, il museo di Roubaix, il Petit Palais di Ginevra. |