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Testi di Vilma Torselli su "Antithesi", giornale online di critica d'architettura.
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American Art 1961-2001 la storia dell'arte moderna negli Stati Uniti tra due momenti decisivi della storia americana, la guerra del Vietnam e l'attacco alle Torri Gemelle. |
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Milano, apre il Museo delle Illusioni, con incredibili installazioni, illusioni visive, giochi e rompicapi. |
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Concorso artistico Lucca Biennale Cartasia 2022, tema conduttore di questa edizione “The white page” (pagina bianca), le infinite possibilità per gli artisti di raccontarsi tramite le opere in carta.
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I vincitori del Premio Pritzker per l'architettura 2021 sono Anne Lacaton e Jean-Philippe Vassal: talento, visione e impegno per migliorare la vita delle persone. |
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Al Palazzo Ducale di Genova, dal 9 settembre 2021 al 20 febbraio 2022 grande mostra di Maurits Cornelis Escher. |
All'estero
Parigi, all’Espace Lafayette-Drouot "The World of Bansky”, su 1200 mq. esposte un centinaio di opere del più famoso street artist del mondo. Fino al 31 dicembre 2021.
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Dario Lanzetta: MALEDETTI !! VI
AMERO' TUTTI
dal 23 febbraio al 15 marzo 2007
testo critico di Andrea Polati |
Dario Lanzetta
con il ciclo Sine principio et fine giunge al culmine di una
personale ricerca artistica nella quale rivolge un'attenzione
esclusiva all'essere umano, nella piena consapevolezza dell'inevitabile
nesso anima-corpo, un dualismo nettamente sbilanciato tuttavia
a favore di quest'ultimo, secondo una tradizione che è
insita nella cultura occidentale. |
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Per l'artista la fisicità
corporea risulta infatti da ostacolo alla piena realizzazione
dell'individuo e costituisce motivo di continua sofferenza proprio
per il suo radicamento alla mondanità terrestre e ai
limiti che questa comporta.
Premettendo che qualsivoglia etichetta preconfezionata in questo
caso risulta riduttiva, la poetica di Lanzetta è la risultante
di un cortocircuito storico-artistico, dove confluiscono varie
istanze: dall'Espressionismo tedesco all'Informale americano,
all'Azionismo viennese; il tutto in funzione del contesto attuale,
trovando nelle nuove tecnologie informatiche e digitali il medium
più adatto a veicolare tutta la forza espressiva di cui
si fanno carico i suoi lavori. |
Il tanto (forse troppo) biasimato
distacco dell'artista digitale nei confronti del supporto risponde
solamente ad esigenze di tipo operativo e non può essere
riscontrato, a conti fatti, nell'esito finale dell'opera.
Dario Lanzetta ama in maniera ossessiva soprattutto la corporeità,
sulla quale riversa il suo viscerale odio-amore con un trattamento
morboso e istintuale della figurazione.
La "superficie digitale" diviene allora il luogo privilegiato
per un approccio alla figura umana assolutamente libero da vincoli
e dettami accademici, dove è concesso alle pulsioni primarie
dell'artista di emergere in tutta la loro violenza e impellenza
visive.
Le sue creature vivono una condizione di inquieta solitudine,
se ne percepisce chiaramente la tensione tra essere e nulla,
si avverte l'incombenza del baratro infernale verso cui sono
spinte ma dal quale cercano a tutti i costi un riscatto, una
sorta di redenzione di sapore religioso. D'altronde l'ascesi
purificatrice deve passare inevitabilmente attraverso il dolore
fisico e l'espiazione spirituale, come già avveniva nel
medioevo cristiano. Il dramma esistenziale cui sono portatori
questi novelli martiri si risolve allora in una gestualità
tormentata e prorompente, di accentuata sensibilità coloristica.
Sebbene i corpi tentano di resistere allo sfaldamento e alla
fusione delle membra per le alte temperature cui sono costretti,
mantengono pur sempre riconoscibili i loro caratteri umani;
le figure rimangono sempre tali, non vengono negate completamente.
Tuttavia esse si presentano come referti di malformazioni genetiche,
parvenze umane nei vari stadi di non si sa quale processo di
metamorfosi, senza un principio o una fine certi (per dirla
come l'artista). Se ciò non bastasse, i corpi sono avvolti
da un'atmosfera ostile e minacciosa, cercano invano di fuggire
da uno spazio di oscure visioni dove si respira un forte senso
di costrizione, di soffocamento, dove cromie scarlatte e ardenti
(simbolo di carnalità e passionalità) penetrano
e zampillano come effusioni laviche nei tessuti organici facendone
un tutt'uno, da cui è ben difficile districarsi. Francis
Bacon docet. Nell'attesa di un'epifania dell'assoluto, che forse
non avverrà mai, questi personaggi sono l'emblema di
un'umanità derelitta; pur avvertendo tutte le contraddizioni
e l'insensatezza della condizione umana, Dario Lanzetta non
ci fornisce una via d'uscita di questo eterno dissidio interiore.
Ma proprio questa reticenza ci offre una chiave di lettura misteriosa
ma affascinante, dove ognuno di noi è chiamato a dare
il proprio contributo.
Verona, Dekamer Dinner Cafè, Via Dietro Listone 13
Inaugurazione 23 febbraio 2007 ore 21:00
Orari da Mercoledì alla Domenica dalle 18:00 alle 02:00
Ingresso libero
Contatti
Licia + 39 348 7560462
www.selezionearte.com
www.dariolanzetta.it
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