A celebrare la nascita di un movimento tipicamente italiano e specificatamente lombardo, denso di promettenti anticipazioni su quella che sarà tutta l'arte del seguente '900, una mostra sulla Scapigliatura, a cura di Simona Bartolena e Susanna Zatti ospitata alle Scuderie del Castello Visconteo di Pavia, ripropone i lavori del pavese Tranquillo Cremona e dei maggiori artisti del movimento, tra i quali Daniele Ranzoni e Luigi Conconi, un trio di scatenati bohémien che, ironizzando sulla propria bassa statura, si autodefiniva "la trinità dei nani giganti".
L'iniziativa si collega idealmente ad un evento analogo, una mostra dal titolo “Tranquillo Cremona e gli artisti lombardi del suo tempo”, svoltasi con grande successo e risonanza nel 1938 e inaugurata da re Vittorio Emanuele III, dove anche allora come oggi l'intenzione era quella di valorizzare l'attività di artisti nati ed operanti in suolo italiano.
Il periodo storico in cui operano gli Scapigliati, il ventennio 1860/80, è un crocevia di suggestioni, inquietudini, contestazioni e contraddizioni in cui si contaminano, seppure in modo conflittuale, impressionismo, espressionismo, decadentismo, divisionismo, futurismo, nella ricerca di un nuovo linguaggio più adeguato ad esprimere una realtà drammaticamente diversa da quella proposta dalla imperante morale clericale e borghese e dalla retorica patriottica.
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Né altro artista del gruppo parrebbe più adatto di Cremona per delineare le caratteristiche essenziali del movimento, i suoi dipinti, centrati sulla figura umana, denunciano un residuo romantico venato da simbolismo che declinerà a breve nel decadentismo, un virtuosismo talvolta compiaciuto che ignora ogni regola formale, mentre la pennellata morbida, sporca e filamentosa anticipa modalità tecniche del primo futurismo.
Con la copiosa eredità lasciataci sotto forma di scritti oltre a un pregevole catalogo di opere pittoriche, Cremona rappresenta una sorta di 'voce narrante' che guida i visitatori lungo il percorso espositivo tra le 50 opere in mostra suddivise tra pittura, scultura, letteratura e musica.
Sulla scia di un racconto pittorico integrato da approfondimenti letterari e musicali, la mostra riesce a far rivivere l'atmosfera effervescente, entusiasta, trasgressiva e provocatoria che si respirava in un gruppo di giovani artisti (tutti fra i venti e i trentacinque anni), uniti nella volontà di esprimere ciascuno col proprio linguaggio le crisi e le contraddizioni in cui gli ideali risorgimentali e indipendentisti, rivelatisi deludenti ed inadeguati, si erano arenati, impigliandosi nel perbenismo ipocrita e conformista di una società non pronta a rinunciare ai propri privilegi economico-sociali ed alle proprie fasulle certezze.
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